tag:blogger.com,1999:blog-15741242632110947002024-03-14T08:22:18.977+01:00Perchè stare con me non è bere un caffè.AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.comBlogger819125tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-15897101925328275732021-09-01T13:11:00.007+02:002021-09-01T13:11:57.219+02:00Settembre, il lunedì dell’anno<p> </p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ho da sempre una particolare
scarsa disposizione ad accogliere i cambiamenti, soprattutto quelli di
stagione. Ed è così che mi sono ritrovata, anche quest’anno, a patire la fine
dell’estate e l’inizio di un nuovo tragico periodo di incertezza, con il consueto
mix di emozioni negative e contrastanti. Voglio farla breve: il ritorno dalle
vacanze è stato doloroso al pari di un addio. E per chi soffre della sindrome
dell’abbandono, sa di cosa sto parlando. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ho vissuto 10 giorni intensi,
viaggiando con la sola preoccupazione di dove avrei dormito e mangiato. È stato
bellissimo provare questo senso di libertà. Ho lasciato a casa i pensieri, la
preoccupazione per la fine di un lavoro, le difficoltà oggettive che ho
riscontrato nelle relazioni sdrucite dal tempo e dal covid. Poi di colpo il
ritorno. Non mi è servito fare ordine a casa per rimettere ordine dentro di me.
No. È cominciato un lungo strazio emotivo, fatto di pensieri che mi hanno
(anzi, mi stanno) divorando dentro senza che io possa mettere un freno. Voi direte…tutto
questo ammutinamento interiore per una semplice virata del meteo e delle
temperature? Certo che no. Certo che non è stato il primo fresco a farmi
impazzire. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Vengo fuori – come molti del
resto- da un anno in cui ho ridefinito <i style="mso-bidi-font-style: normal;">molti</i>
rapporti della mia vita. È stata colpa dell’asocialità imperante a cui siamo
stati costretti? No. In un mondo iperconnesso, è sufficiente un like su
Instagram per dichiarare la propria presenza. Quindi non raccontiamoci bugie. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ho visto amicizie importanti sfumare
senza una reale motivazione, che mi hanno lasciato un vuoto incolmabile a cui ancora
adesso cerco di dare un senso. Sto male, non lo nego. Un malessere che non
riesco a calmare, che vorrei tanto acquietare, se solo avessi la giusta dose
razionale per farlo. Il problema, appunto, è che non mi basta più neanche tutta
la razionalità di cui sono capace, perché quando qualcuno ti fa del male puoi
solo pregare che il dolore si sedimenti al più presto e che tu possa guardarlo
con disinvoltura dicendogli <i style="mso-bidi-font-style: normal;">vaffanculo
sono più forte di te</i>. Ma per arrivare a questi passaggi occorre del tempo,
e la verità è che, forse, dai dolori atroci e immotivati che ti piombano
addosso, non si guarisce mai. Neanche con l’aiuto di uno psicoterapeuta. Perché
è a lui che sto pensando di rivolgermi per stare meglio. Perché ci ho provato
con lo sport, che mi ha salvato in passato, ci sto provando con i pensieri
positivi, con le aspirazioni, le ambizioni, i buoni propositi, ma non è che sto
meglio. Mi passa per un po’, ma poi il mostro riaffiora, a volte in maniera
così violenta che non basta una corsa a togliermelo di dosso. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ed ecco perché, quest’anno, odio
Settembre più che mai. Perché mi ha portato via quella spensieratezza che mi ha
regalato agosto. Perché è arrivato in fretta senza interessarsi realmente a
come stessi e a cosa avessi bisogno. Una canzone dei Green Day recita <i style="mso-bidi-font-style: normal;">wake me up when september ends</i>, forse è
la cosa di cui avrei realmente bisogno. <o:p></o:p></p>AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-8905732357459284702020-10-13T20:38:00.002+02:002020-10-13T20:38:08.629+02:00[4/366] C'è ancora qualcuno che legge i blog?<div style="text-align: justify;">Me lo chiedo spesso prima di tornare qui a scrivere. Ormai ci ho perso gusto, fagocitata come tanti dalle foto istantanee di Instagram e dalle trashate delle mamme pancine su Facebook. </div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;">Eppure scrivere è ancora una delle poche cose che mi fa stare bene, mi libera, mi rigenera, mi fa sentire in pace con il mondo. Mi permette di mettere nero su bianco i miei pensieri, di rileggerli, rielaborarli, strapparli via se necessario.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;">E' stata un' estate moderata, senza strafare. Del resto con l'ansia del Covid che mi ritrovo non potevo fare altrimenti. Ma poi, davvero, chi ce l'aveva tutta questa voglia di divertirsi, di ridere, bere, ubriacarsi, dimenticarsi del mondo? Io no.</span></div><div style="text-align: justify;">Ho perso il lavoro, non ne ho trovato un altro. Ho messo in discussione le amicizie più strette che avevo. Per fortuna l'amore me lo sono tenuta stretta. </div><div style="text-align: justify;">Ho vissuto lasciandomi trascinare dai pensieri, come mio solito, che ogni giorno diventavano sempre più pesanti. Sono ancora qui, cercando di capire cosa vorrei fare e bestemmiando perché la vita continua a non regalarmi nulla, nonostante la implori di darmi qualcosa.</div><div style="text-align: justify;">A volte penso che dovrei smetterla di pretendere, chiedere meno, essere meno esigente. Prendere quello che viene. Se viene. Altrimenti rimanere lì con le maniche sollevate, pronta a fare del mio meglio, sempre e comunque. </div><div style="text-align: justify;">E' facile cadere in quei piagnistei che ti fanno dire <i>perché sempre a me, </i>confesso che molto spesso mi ritrovo, ripiegata su me stessa, in quell'atteggiamento da vittima lagnosa e priva di iniziativa. Ma davvero non ricordo un momento degli ultimi 5 anni in cui sia stata contenta di qualcosa che andava per il verso giusto.</div><div style="text-align: justify;">Ho sempre dovuto stare lì a sperare che tutto andasse bene, a sacrificare notti e ore di sonno per scacciare ansie e paure, a farmi in mille pezzi cercando di rimanere allo stesso tempo intatta. </div><div style="text-align: justify;">Posso dire una cosa dall'alto dei miei 34 anni? <b>Sono stanca</b>. E ho paura. Ho paura di non avere più le forze, di non potercela fare. Di lasciarmi andare a pensieri negativi e di sprofondare nella mia tristezza, senza aver più voglia di risalire dal burrone scavato con le mie stesse mani.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div>AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-4069697614635941132020-03-29T18:42:00.001+02:002020-03-29T18:42:21.417+02:00[3/366] Cose che ho imparato stando in quarantena...parte 1...Che non devo lamentarmi quando l'unico sacrificio che mi è stato richiesto è stare sul divano<br />
...Che non devo sentirmi un alieno se non sento la mancanza della mia quotidianità<br />
...Che tutte le cose per cui mi arrabbio di solito, sono perlopiù cose<br />
...Che posso commuovermi ascoltando
una canzone dei Brunori Sas<br />
...Che la gente è infinitamente
egoista e che, pur professandosi aperta di mente, non riesce ad andare al di là
delle proprie convinzioni<br />
...Che so essere empatica molto più
di quanto pensassi e che- per sdrammatizzare un po’- se avessi portato una tuta
per proteggermi in ospedale mi sarei chiesta come avrei fatto a reggere 12 ore
senza andare al bagno<br />
...Che le cazzate che girano sui
social e su Whatsapp sono tante, ma nessuno si preoccupa di verificarne la
fonte<br />
...Che il pensiero è libero, ma
occorre anche che sia critico<br />
...Che alla fine di tutto questo
farò ancora più selezione delle persone che mi circondano per godere meglio
delle persone che realmente voglio nella mia vita<br />
...Che non mi dispiacerebbe vivere una vita fatta di poche e semplici coseAdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-22540046993299749322020-03-25T20:40:00.000+01:002020-03-25T20:40:30.737+01:00[2/365] Smart workySono tornata. Ho cercato di cambiare layout al blog perché quello che c'era lo trovavo poco intuitivo. Non so ancora se questo mi piace, ma visto che il mio pc ha la velocità di un' ameba in un campo di calcio, ho deciso di rimandare a data da destinarsi ulteriori aggiustamenti.<br />
<br />
Sono a casa dal 10 marzo.<br />
Non ho smesso di lavorare anche se, ammetto, di aver rilassato molto i tempi.<br />
Scorrendo l'Instagram ho notato che un sacco di gente si è dilettata in work out, ricette ad alto contenuto calorico, carrellate di libri (che non so dove avevate nascosto), giochetti più o meno demenziali, liste di buoni propositi e tante altre passioni e cotillon.<br />
<br />
Bene, io da quando è cominciata la quarantena, esattamente 15 giorni fa, sono sprofondata in un immenso stato di pigrizia.<br />
Non riesco più a svegliarmi presto, inizio ad assemblare le sinapsi che sono quasi mezzogiorno, il pomeriggio lo passo per metà stesa in orizzontale e la sera faccio fatica ad addormentarmi.<br />
Ho fatto due lunghe passeggiate, quando ancora non ti consideravano un untore se uscivi per fare sport, e due sedute di pilates. Stop.<br />
<br />
Confesso di invidiare un po' tutti coloro che si sono dilettati in attività creative ma...io proprio non ce la faccio. Sorvolo sul negativismo emozionale che ogni 2x3 mi prende, ma non riesco a progettare le mie funzioni vitali assecondando squat, torte di mele e letture sul divano.<br />
Ogni tanto mi riprendo e fisso sulla mia Moleskine alcuni obiettivi giornalieri.<br />
Oggi, per esempio, mi ero fissata di leggere alcune pagine di un libro, di fare inglese e di guardare una puntata di Orange is the new black. Sono a quota 2/3.<br />
E voi come ve la passate?AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-51537209446006193402020-01-07T16:12:00.001+01:002020-01-07T16:12:23.506+01:00[1/365] Rieccoci.Eccomi di nuovo qui.<br />
Ho combattuto per un lungo anno con la voglia di chiudere questo spazio. Avrei voluto scrivere diverse volte, venivo qui, mi mettevo comoda ma poi al terzo rigo abbandonavo l'idea.<br />
E' passato così quest' anno.<br />
Un 2019 ricco di emozioni, giorni intensi e pianti isterici.<br />
Un anno fa avevo fatto una breve lista di buoni propositi. Non posso lamentarmi: sono andati quasi tutti a buon fine.<br />
Sognavo la Colombia e ci sono andata.<br />
Volevo dimagrire e ci sono riuscita.<br />
Volevo iscrivermi ad un corso di inglese e l'ho fatto.<br />
Non pensavo di trovare l'amore e invece mi ha sorpreso in un modo del tutto non convenzionale. Che poi chiamarlo <i>amore</i> mi fa ancora strano. Non ne sono sicura, ma da alcuni mesi c'è una persona che riempie i miei pensieri e le mie giornate e di questo posso solo ringraziare la vita.<br />
Avevo intenzione di cambiare lavoro, ci sono andata vicino ma la situazione non è cambiata.<br />
Unico neo del 2019. Confido nel nuovo anno.<br />
Una lista di nuovi propositi ancora non c'è.<br />
Mi piacerebbe vivere il tempo in maniera più consapevole, senza ansie e senza fretta.<br />
Avere più cura di me stessa e delle persone che mi circondano. Essere più accogliente nei confronti della vita, senza prendermela con qualsiasi cosa che non va.<br />
Sogno grandi cambiamenti che possano alleggerirmi questa fatica di vivere che mi prende ogni mattina alle 6.<br />
Poi ci sono quelle cose che rientrano nei vorrei di tutti, come prendere un aereo per andare dall'altra parte del mondo o ridefinire ancora una volta il mio fisico mangiando meno e meglio.<br />
E voi ci avete pensato ai buoni propositi?AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-67168211497622667442018-12-08T20:26:00.000+01:002018-12-08T20:26:22.962+01:00[10/365] Ad una serie di cose.<div style="text-align: justify;">
Una volta credevo molto nel potere terapeutico della scrittura. Ci credo tuttora, ed ecco perché sono qua. </div>
<div style="text-align: justify;">
Come sempre, ogni volta che mi viene da scrivere, mi lascio ispirare da un evento della vita quotidiana, da un incontro inaspettato, da una canzone che ho ascoltato distrattamente alla radio e che riascolto con attenzione, da una foto che riappare mentre scorro la galleria del telefono. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi mi sono ritrovata a chiacchierare con una persona nuova. Non abbiamo fatto grandi discorsi, ci siamo ritrovati semplicemente in un bar a parlare di sport, di medicina, di vita vissuta. Una chiacchierata dalle parole semplici, dai toni pacati, dai sorrisi misurati, dagli imbarazzi evidenti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Poi sono tornata a casa sotto la pioggia. Lungo il ritorno, mi sono fermata per scattare una foto in uno dei punti che più amo del mio ameno paesello. Mentre mi arrampicavo su un muretto a secco per poter avere una visuale ampia di quello che stavo per fotografare, sono caduta sbattendo il ginocchio. Ho accusato il colpo e ci ho riprovato. Ho fatto tutto in fretta perché piovigginava e dopo alcuni secondi la pioggia è diventata più insistente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre tornavo a casa, con gli occhi semi chiusi infastiditi dalla pioggia e il fiato corto, pensavo ad una serie di cose che in questo periodo della mia vita stanno succedendo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Pensavo al fatto che per la prima volta posso dire di aver provato amore per qualcuno. Non dico che mi sono innamorata, non sono così sicura su alcune questioni. Sento che è qualcosa di diverso.<br />In un libro che amo molto, <i>Che tu sia per me il coltello</i>, Grossman, l'autore, fa riferimento al <i>luz</i>. Secondo gli antichi saggi, nel corpo esiste un ossicino indistruttibile -luz- che non si decompone dopo la morte, né brucia con il fuoco. Riporto le parole del libro:<br /><i><div style="display: inline !important;">
<i>Per un certo periodo ho fatto un piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz delle persone che conoscevo. Voglio dire, quale fosse l'ultima cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati. Ovviamente ho cercato anche il mio, ma nessuna parte soddisfaceva tutte le condizioni. Allora ho smesso di cercarlo. L'ho dichiarato disperso finché l'ho visto nel cortile della scuola. Subito quell'idea si è risvegliata in me e con lei è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un'altra persona.</i></div>
</i><br />Ecco, ho trovato questo ossicino indistruttibile. E' fuori di me. In un'altra persona, a cui sento di volere bene come nessuno. E' una forma di amore, di devozione, di stima, di rispetto, di bene, di protezione. E' qualcosa che non riesco a definire bene con le parole, ma che associo a questo libro, così come a questa immagine così potente per me.<br />E' una storia complicata che non riuscirò mai a scrivere e che, a volte, faccio fatica anche a raccontare a me stessa.<br /><br />Pensavo a quanto la vita, a volte, sia ingrata con noi. Siamo noi che sbagliamo o lei che non riesce a starci dietro? Siamo noi che chiediamo troppo o lei che ci toglie molto? Non ho una risposta. </div>
<div style="text-align: justify;">
So solo che questo non è stato un anno semplice e che vorrei chiudere al più presto alcune pagine brutte. Non sarà la fine di un anno a darmi la benedizione, ma prego ogni giorno di arrivare con un cuore leggero all'inizio del nuovo anno. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />Dovremmo affidarci. Fidarci. Lasciarci accogliere. Accogliere. Amare nella misura in cui riusciamo a farlo e, dove non riusciamo, chiedere all'altro di farlo per noi. Aprire i nostri cuori, abbattere i muri che ci fanno essere aridi, piangere più spesso ammettendo che da soli non possiamo farcela. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non è un vademecum. E' che a volte vorrei davvero che la mia vita non avesse nessun freno. </div>
<div style="text-align: justify;">
In questi giorni, la parola che ho ascoltato maggiormente è stata "Stai attenta". Sì, lo ammetto. A volte sono così sprovveduta che non valuto le conseguenze dei miei gesti. Non penso mai a cosa ne potrebbe derivare da un passo falso. Ma voglio davvero vivere pesando ogni singolo gesto per paura di quello che possono pensare gli altri? No. No. No. Voglio essere libera. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non è una strada semplice, quella che ti porta ad essere come vuoi essere, non lo è affatto. Ci sono salite interminabili e solo il mio cuscino sa quante notti le passo piangendo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Anche ora, che scrivo senza rendermi conto di quanto lungo stia diventando tutto questo monologo, ho gli occhi umidi. </div>
<div style="text-align: justify;">
La mia vita non mi piace, ma io mi piaccio parecchio. Perché mi indago, forse troppo, e questo penso che sia uno dei più bei doni che l'essere umano possa avere. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho un flusso di coscienza interminabile. I pensieri sono troppi e molto spesso mi divorano. Come oggi. Come questi giorni. Ho una confusione che mi lascia molto spesso spaesata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Vorrei disporre di un manuale di istruzioni in cui cercare le risposte. Potrebbe essere tutto più semplice. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ma non c'è. E dubito che un giorno qualcuno su questo pianeta potrà disporne. E allora l'unica cosa che so è che voglio vivere. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-78508925670115354172018-09-11T12:58:00.003+02:002018-09-11T12:58:57.643+02:00[9/365] Le coperte giuste.L'estate è passata in fretta.<br />
L'ho sentita arrivare con il suo classico ritardo per poi vederla passare veloce senza avere tempo a sufficienza per poterne godere le sue mille sfumature.<br />
Ormai mi ci sono abituata, ma fa sempre un po' male prendere atto che il tempo dell'estate è così breve.<br />
<br />
Sono ritornata qui dopo un po' di tempo. Ho riletto il mio ultimo post ricollocandolo nella mia memoria emotiva. Era il 21 giugno, mi sembra passata una vita, ma in realtà sono solo tre mesi.<br />
Avevo conosciuto da poco un tipo, mi è piaciuto subito. Mi piace tutt'ora, ma forse un po' meno.<br />
Camminiamo in due direzioni diverse, ogni tanto ci incontriamo, per il resto del tempo ci ignoriamo.<br />
<br />
Non vorrei scrivere di essermi abituata, non mi piace rendere asettico e insensibile il mio microchip emozionale, però, del resto, è un po' così. Quando ti rendi conto di non andare da nessuna parte, l'unica soluzione che hai tra le mani è fermarti e ripensare un attimo alla strada da fare. Così ho deciso che questa strada devo percorrerla ancora un po' da sola, che se ci deve essere qualcuno deve essere per me un qualcosa in più e non un ostacolo.<br />
<br />
Il tempo. E' l'unico rimedio che conosco a questa esistenza.<br />
Ci vuole tempo per tutto. Soprattutto per se stessi.<br />
Questa estate me ne sono presa un bel po', dividendolo tra il mare della Sicilia e quello della Puglia.<br />
<br />
Un ennesimo urto da sopportare, con la valigia dietro a fare da anestetico.<br />
Servono a questo i viaggi. Ti permettono di allontanarti dallo schifo in cui ti ritrovi per raccogliere un po' di forze e ricominciare.<br />
<br />
E allora si ricomincia, nonostante fuori faccia ancora caldo e dentro invece si continuano ad avvertire brividi di freddo.<br />
Troverò anche questa volta le coperte giuste.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-nBVb1HCvznI/W5ef1VLRhRI/AAAAAAAABAg/vztiLP4akeYN0hdfMu73f2Nb4eDmnrRMQCLcBGAs/s1600/magritte.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1500" height="266" src="https://4.bp.blogspot.com/-nBVb1HCvznI/W5ef1VLRhRI/AAAAAAAABAg/vztiLP4akeYN0hdfMu73f2Nb4eDmnrRMQCLcBGAs/s400/magritte.jpg" width="400" /></a></div>
<br />AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-17745538455547198212018-06-21T18:27:00.000+02:002018-06-21T18:27:46.692+02:00[8/365] Non ho alternative. Ho diversi modi di reagire al dolore.<br />
Delle volte scrivo, altre volte pedalo. Altre, cammino senza meta. Quando trasformo il dolore in energia, corro.<br />
Altre ancora me ne sto nel letto a rimuginare pensieri e a cercare di cancellarli.<br />
<br />
Non è un dolore vero, quello forse lo provo solo in alcuni momenti proprio bui. Dovrei chiamarlo malessere. Una specie di continuo martellamento all'altezza del cuore.<br />
Dei colpi di piccola intensità costanti e frequenti, che scavano piano piano, erodendo le fibre del miocardio una per volta.<br />
Però fa male, soprattutto se sei lì a pensarci.<br />
<br />
Sono giorni strani, in cui ho una pesantezza dell'essere che mi divora dentro. Non so se esistono parole esatte per descrivere come mi sento. So solo che nuovamente degli equilibri ricostruiti con molta fatica si sono spostati. O forse rotti. A distanza di quasi un anno sono nuovamente punto a capo.<br />
Ogni volta ho paura di arrivare ad un punto di non ritorno, poi mi ricordo che è solo un copione -con qualche variazione- che si sta ripetendo e mi consolo con un "ce la farò anche questa volta".<br />
Del resto, è la vita. E devo farcela. Non ho molte alternative.<br />
<br />AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-63708981854453395632018-05-29T14:46:00.000+02:002018-05-29T14:46:49.518+02:00[7/365] Stream of consciousness<div style="text-align: justify;">
Non scrivo da molto tempo. Potrei dare la colpa alla vita che si è divorata letteralmente tutto il mio tempo, ma questa volta non lo farò.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non lo farò perché la verità è che di tempo ne ho avuto tantissimo ma molto spesso mi sono mancate le parole. Eppure quello che è successo in questi mesi è davvero tanta roba. </div>
<div style="text-align: justify;">
Adesso che sono un po' distante dai momenti no, così come da quelli yes, posso dire di aver vissuto intensamente ogni singola sensazione. E potrei raccontarla se solo avessi in tasca una manciata di parole giuste. Ma la verità è che in questi mesi sono rimasta spesso senza parole. Senza quella capacità di parlare e ragionare che mi contraddistingue da sempre.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'inverno non è passato inosservato e indolore, ho combattuto con un sacco di mostri che mi hanno abitato il cervello per mesi. Non se ne sono andati ma ho imparato ad ignorarli un po'. Perché del resto è così che si fa con i tarli che ci mangiano dentro. Bisogna lasciarli in pace per un po', magari torneranno più affamati di prima o nel frattempo ti scaveranno subdolamente dentro, però non pensarci potrebbe essere analgesico per un po'.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La primavera è arrivata, prima fuori, poi dentro me. Dentro me che stavo cambiando, che mi stavo lasciando andare, persino alle paure.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono stata via di casa per un po', sempre con una valigia tra le mani, mostrando la parte più banale e frivola, nascondendo quella più riflessiva e malinconica. Ho pensato spesso all'immagine di me che gli altri si sarebbero costruiti. Li ho lasciati fare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Passiamo la vita a preoccuparci continuamente degli altri. A cosa penseranno, a cosa potranno dire, a cosa faranno quando sapranno veramente chi siamo. Ma la verità è che non bisogna mai aspettarsi nulla. Nemmeno da se stessi. Dovremmo farci piccoli. Fare passi indietro. Metterci in discussione. Non pensare a quello che gli altri non faranno per noi, piuttosto chiederci cosa possiamo fare noi per gli altri.</div>
<div style="text-align: justify;">
Imparare l'umiltà, quella vera. Non quella da aggiungere al curriculum delle nostre autoreferenzialità.
Imparare a non rimanerci male se qualcosa non va come vogliamo. E se succede, di rimanerci male, chiederci perché. E se fa ancora più male, perché posso assicurarvi che le risposte non sono mai piacevoli, chiedere spiegazioni che possano diventare cure.
Non affidare agli altri le nostre frustrazioni. Non pensare che c'entrino sempre loro quando le cose non vanno nella nostra vita. Chiedersi, piuttosto, cosa non va in noi. Ripararlo. Averne cura come si fa con le ferite.
Cercare i perché ma senza ossessioni. Lasciare che le cose accadano e ogni tanto arrenderci, perché è quando smettiamo di cercare le risposte che esse arrivano.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In questi mesi ho scoperto che ci sono tante cose che non vanno in me. E non mi sto rimproverando, né autocommiserando. Ne ho preso atto. Come si fa da persone adulte. I cambiamenti non sono mai repentini, spesso hanno bisogno di tempo anche loro. Ma esserne consapevoli è sempre un buon punto di partenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sono ancora molto lontana dalla persona che vorrei essere ma sento dentro di me nidificare buone intenzioni. </div>
<div style="text-align: justify;">
In questi mesi ho imparato una cosa che davo per scontato: bisogna avere pazienza. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nessuna pianta germoglia subito. Ha bisogno di un terreno fertile, di acqua e nutrienti per venire su. E soprattutto ha bisogno di tempo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Me ne sono presa un bel po' e continuerò a prendermelo per far germogliare dentro me sempre cose belle che mi facciano sentire compiuta. </div>
<div style="text-align: justify;">
Del resto, forse, questa è l'unica cosa che possiamo augurarci sul serio. </div>
AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-21669141562584544042018-02-16T23:29:00.000+01:002018-02-16T23:29:25.006+01:00[6/365] I fiori che ti porti dentro<div style="text-align: justify;">
Se mi dovessero chiedere Ti sei mai innamorata? Credo che risponderei di no. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ci sono andata vicino, molto, ma non credo di aver mai perso completamente il cuore e la testa per qualcuno. Neanche quando ci ho speso i migliori anni della mia vita accanto a colui che credevo di amare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Potrei sembrare una pessima persona, ma ho da sempre avuto un'idea così nobile dell'amore che ho trovato difficile si potesse concretizzare facilmente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Però è successo che, in età adulta e non molto tempo fa, conoscessi una persona. Una di quelle che quando ho visto per la prima volta ho subito pensato che non avrei più rincontrato. E non chiedetemi perché, ma se lo avessi beccato per strada non li avrei dato due soldi per una serie di motivi che non sto qua ad elencare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Però poi mi ha baciato in una maniera inaspettata dopo qualche calice di vino. E io mi sono sentita diversa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non so spiegarvi cosa esattamente è cambiato dentro di me, ma ho sentito lo stomaco restringersi in una maniera quasi dolorosa. E non mi succedeva da tempo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho sempre coltivato il mio orticello arido di sentimenti ed emozioni. E non perché non avessi acqua per far germogliare il mio universo emotivo, ma ogni volta la primavera delle mie passioni si trasformava in un'estate rovente pronta a fare terra bruciata. Non ho mai conosciuto mezze stagioni, e quasi sempre ho vissuto catastrofi naturali rimanendo sempre senza difese. </div>
<div style="text-align: justify;">
Così ho imparato a mettere radici in terreni dove il mio cuore non avrebbe potuto pompare forte la linfa che avrebbe poi alimentato i miei sentimenti. E' stata una strategia di sopravvivenza che mi ha permesso di salvaguardarmi. E, purtroppo o per fortuna, a volte lo è tuttora. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi un giorno di inizio estate è arrivato lui. Non mi piaceva, ma ci ha messo pochissimo per farsi piacere. </div>
<div style="text-align: justify;">
Parlavamo molto e quasi sempre il tempo non ci bastava mai. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non abbiamo capito molto di entrambi quando ci siamo frequentati. Ed è per questo che abbiamo preso strade diverse lasciandoci alle spalle porte chiuse per un po'.</div>
<div style="text-align: justify;">
Però eravamo entrambi consapevoli del tesoro che la vita ci aveva riservato in quel poco tempo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non so se lo chiamerei amore. Forse è stato qualcosa un gradino più sotto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Direi, per semplicità, che è stata la vita. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ci siamo vissuti. Senza avere aspettative. E io in quel periodo ho capito che riuscirci - <i>a vivere senza aspettative </i>- è una cosa difficilissima. Può lacerarti dentro se ci metti la ragione ad orchestrare il tutto. Ma se ci riesci, è una cosa bellissima. Perché ti senti leggero e capisci che per essere felice hai bisogno veramente di poco. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi le porte piano piano si sono riaperte. </div>
<div style="text-align: justify;">
Succede quasi sempre così quando lasci qualcosa in sospeso. Vuoi tornare indietro per capire cosa hai lasciato. E lo fai ritornando da dove sei partito. Da quella porta che hai aperto, superato e poi chiuso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non ci siamo più rivisti. Ma ci siamo scritti molto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Per mesi non ho avvertito il bisogno di rincontrarlo. Sapevo che la prima domanda che gli avrei posto sarebbe stata <i>cosa ci siamo fatti.</i> </div>
<div style="text-align: justify;">
Ci siamo fatti del male, forse troppo. E io quel dolore non volevo guardarlo in faccia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Poi lui è partito e io ho perso per sempre quel bisogno che non riuscivo ad avvertire ma che sapevo dentro me latente. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi viviamo distanti. Non troppo, ma sicuramente ad una distanza fisica che non ci permette di incontrarci così facilmente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Però in un'ultima nostra chiacchierata mi sono resa conto di quanto ancora di sospeso sia rimasto tra noi. Ci sono un sacco di parole non dette, ma del resto nessuna storia che finisce ne rimane priva. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ci si porta sempre dietro un bagaglio di cose inespresse: sentimenti, parole, gesti, emozioni. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ed è successo anche a noi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Poi però, l'altra sera, ci siamo detti grazie. Perché siamo inciampati uno nella vita dell'altro donandoci qualcosa che non sapremo mai se qualcun'altro sarà in grado di donarci. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ed è stato bello. Perché a volte non importa come le cose finiscono - perché tanto finirebbero lo stesso- ma importa ciò che rimane dopo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Su quale terreno si dischiuderanno i fiori che ti porti dentro. E se il terreno non è arido, sbocceranno dei fiori bellissimi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-wfEq2cYkwl4/Wodauux5nSI/AAAAAAAAA_8/VDcSvPZD2sUSDnUNwSF4Eh-KRL1RCbwPgCLcBGAs/s1600/salvatore%2Bcappiello.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="767" height="182" src="https://1.bp.blogspot.com/-wfEq2cYkwl4/Wodauux5nSI/AAAAAAAAA_8/VDcSvPZD2sUSDnUNwSF4Eh-KRL1RCbwPgCLcBGAs/s400/salvatore%2Bcappiello.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="https://www.youtube.com/watch?v=_xQdgjq5P6s" target="_blank">Adesso - Diodato & Roy Paci</a></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-22828439248342699642018-02-13T17:43:00.000+01:002018-02-13T17:43:05.773+01:00[5/365] E' stato un compleanno triste.<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://thumbs.dreamstime.com/t/un-ragazzino-esamina-le-candele-su-un-dolce-festivo-e-fa-un-desiderio-88521777.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="160" data-original-width="284" src="https://thumbs.dreamstime.com/t/un-ragazzino-esamina-le-candele-su-un-dolce-festivo-e-fa-un-desiderio-88521777.jpg" /></a></div>
Da quando ho ricordi, ho sempre amato il mio compleanno. Lo attendevo con ansia mista a gioia perché, si sa, stare al centro dell'attenzione è sempre stato il mio modo per riscattarmi da tutto quell'amore che sentivo di non ricevere. </div>
<div style="text-align: justify;">
Così, già a partire da dicembre, pensavo al compleanno che si avvicinava, a come lo avrei festeggiato, alle persone che avrei voluto fossero con me, anche solo per cinque minuti. E mi stupivo nel constatare ogni volta che c'erano tutti. Ma proprio tutti. Dagli amici più cari, a quelli più lontani, ai parenti invadenti, agli ex dimenticati facilmente, alle persone che ho incrociato distrattamente lungo il mio cammino. In ordine sparso, ma ci sono sempre stati. Ogni anno. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E ieri il copione si è ripetuto. Sin dalle prime ore del mattino il telefono ha cominciato a squillare. Chiamate, messaggi, bacheche lampeggianti. E mentre tutto questo succedeva io me ne stavo sola per le strade di Milano a pensare alla mia vita. </div>
<div style="text-align: justify;">
E' stato un compleanno triste, non posso negarlo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Forse più di quello passato qualche anno fa in totale solitudine. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ho sentito per la prima volta tutta la pesantezza dei miei anni, e lo so che sono pochi, e pensare alla loro consistenza sembra quasi un ossimoro, però improvvisamente ho sentito il carico di una vita che non mi ha reso sempre e completamente felice. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ho sbagliato tanto, ma sono stata brava a cercare le risposte. Anche quando non ci sono state domande. E questa credo sia stata la mia vittoria. </div>
<div style="text-align: justify;">
Però questo non sarà l'ennesimo post di introspezione emotiva. </div>
<div style="text-align: justify;">
Alla fine sono qui, il giorno dopo il mio compleanno, a raccogliere le sensazioni provate ieri e a cercare di metterle in ordine. E sono comunque grata. Perché la vita è strana, ma nella sua stranezza rimane bella. Ed è questo quello che vorrei: non perdere mai lo stupore nel guardarla investirmi con tutta la sua bellezza e stranezza, perché sono sicura che ci saranno compleanni migliori. </div>
AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-36136824552771380332018-01-26T22:50:00.000+01:002018-01-26T22:50:55.554+01:00[4/365] Te lo ricordi lo zucchero filato?C'è un profumo d'estate che arriva dalla finestra in questa sera umida di gennaio.<br />
Il freddo lo preserva, il naso ne avverte l'essenza.<br />
E' il profumo di una serie di sere che se ne stanno allineate nei ricordi.<br />
<br />
<i>Te lo ricordi lo zucchero filato? </i><br />
Di quando eravamo sotto il palco a cantare a squarciagola quel motivetto così scemo, dall'accento psichedelico e dai ritmi adolescenziali?<br />
<br />
Ti raccontai, dopo il concerto, di quando, da piccola, mia madre non mi comprava mai lo zucchero filato perché aveva paura delle carie ai denti. E io avevo paura dei dentisti.<br />
Che poi in realtà ce l'ho anche adesso questa assurda paura.<br />
Siamo scoppiati a ridere.<br />
<br />
E allora ho cominciato a comprarmi lo zucchero filato da grande. Quando di sabato sera andavo al luna park con le mie amiche di scuola. Era buonissimo.<br />
C'era anche al gusto fragola, ma io preferivo il classico. Mi piaceva sporcarmi le labbra di zucchero appiccicoso e poi leccarmi le dita.<br />
<br />
E poi mi hai dato un bacio.<br />
<i>Non è al sapore di zucchero filato, ma è molto più buono. </i><br />
Siamo di nuovo scoppiati a ridere.<br />
E a ribaciarci.<br />
Mi hai preso per mano e mi hai portato oltre le luci di quel locale friendly in cui eravamo.<br />
Le nostre facce erano gialle, rosa, blu. Eravamo come gli unicorni. Un po' scemi, un po' creature fatate, mitiche, improbabili. Eravamo noi. E qualche birra in circolo.<br />
<br />
Però era tutto bello. E buono. Molto più buono dello zucchero filato.<br />
<i><br /></i>
<br />
<iframe allowtransparency="true" frameborder="0" height="380" src="https://open.spotify.com/embed/track/4I5HtXTNTo8sSddYqcl6xe" width="300"></iframe>AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-49102476712684877612018-01-19T12:51:00.000+01:002018-01-19T12:51:18.818+01:00[3/365] Bolivia.<div style="text-align: justify;">
Il nuovo disco della Michelin mi piace. Non lo avrei detto come non avrei mai detto che avrei ascoltato la Michelin. Ma è successo. E devo dire che non mi dispiace.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Bolivia è una canzone dell'ultimo album, una di quelle che ho ascoltato con più attenzione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
All'inizio dell'anno mi sono promessa di farmi un regalo. E' un periodo di merda, sono due mesi senza lavoro, anche se scrivere una tesi può essere considerato altrettanto un lavoro. Soprattutto se ti costringe a stare 8-9 ore davanti al pc.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non vedo l'ora che questo periodo si concluda. </div>
<div style="text-align: justify;">
Se mi dovessero chiedere, in questo momento, <b>qual è l'errore più grande commesso nella tua vita? </b></div>
<div style="text-align: justify;">
Risponderei sicuramente <b>il dottorato</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sto pensando di fuggire solo che fino alla discussione dovrò restare qui. E allora dicevo....all'inizio dell'anno mi sono promessa un viaggio. Soldi permettendo, certo.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' il regalo che voglio farmi per essere riuscita a sopportare questo periodo per 3 anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho pensato all'America Latina. Colombia-Bolivia-Perù-Belize.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma non escludo anche il Sud-Est Asiatico.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E allora ecco perché questa canzone. Che mi porta molto più in là con la testa. </div>
<div style="text-align: justify;">
In Bolivia. </div>
AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-65806727176012253662018-01-13T17:20:00.000+01:002018-01-13T17:20:23.120+01:00[2/365] Sottovuoto.<div style="text-align: justify;">
E' una sensazione strana. E' come un pugno alla pancia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Stringe, blocca i muscoli, poi il respiro. Sale fino alla gola, poi riscende ripercorrendo tutto l'esofago fino allo stomaco di nuovo. </div>
<div style="text-align: justify;">
E' la visione di una fotografia. Un sorriso immaginato, degli occhi verdi che non hai dimenticato. </div>
<div style="text-align: justify;">
E' una testa appoggiata a quella pancia che diffonde calore. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una domanda violenta, che non lascia risposte, che assilla l'anima. Ti chiedi perché. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un cerchio che non riesci a chiudere, neanche con il viaggio più lontano che ti imponi di fare. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sottovuoto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Chiudere gli occhi, addormentare i pensieri.</div>
<div style="text-align: justify;">
Basterebbe andare sottovuoto per un po' per non sentire quel pugno alla pancia. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' così che vorrei stare. Sottovuoto. Giusto il tempo di lasciare che quel pugno faccia meno male. Che quegli occhi verdi impressi nei miei circuiti cerebrali smettano di essere verdi e diventino del colore di tutti gli occhi che non ho mai guardato. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il tempo che quella domanda, così violenta e invadente, smetta di tormentare gli altri miei perché, togliendoli spazio e importanza. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sottovuoto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Chiudere gli occhi, fermare il respiro, disconnettere i neuroni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Basterebbe andare sottovuoto per un po' per pensare poi di risalire da quella superficie senz'aria più forte di sempre. Per non sentire mai più quel pugno alla pancia. Che fa male. Tanto male. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-52795276057092202192018-01-02T10:16:00.003+01:002018-01-02T10:16:47.676+01:00[1/365] Ricominciare.<div style="text-align: justify;">
Buon anno. Comincio così, con l'augurio più prevedibile, il mio primo post di questo 2018.</div>
<div style="text-align: justify;">
Penso di essere una pessima padrona di casa. Una di quelle che va via, lasciando un po' in disordine, ricordandosi di ritornare a casa solo quando è necessario, solo per controllare che va tutto bene. Mi sento un po' così nei confronti di questo blog, ma devo ammettere che il tempo per la scrittura per gli altri si è molto ridotto negli ultimi due anni, per lasciare spazio a foto da condividere su Instagram o pagine da riempire nella mia Moleskine.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' stato un anno difficile e bello allo stesso tempo, ma non ho voglia di fare bilanci. Ho riassunto il mio 2018 <a href="https://www.instagram.com/p/BdXIRYyBXPJ/?taken-by=adriana_meis86" target="_blank">qui</a>. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sono tornata qui per vedere come sto. Per dirmi che, sebbene il 2017 non si sia concluso nel migliore dei modi, da questo 2018 mi aspetto tanto e che, in fondo, andrà tutto bene.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho terminato il dottorato, sono senza lavoro da un mese, e ogni giorno mi sforzo di credere che ce la farò. Me lo merito, continuo a ripetermi. Sono fiduciosa, ho una carica positiva nelle vene che non fa che attirarmi verso pensieri belli e ricchi di fiducia in un futuro migliore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono qui per scrivere quei famosi buoni propositi che dovranno farmi compagnia per quest'anno e spero per il resto della mia vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quello che mi auguro per questo nuovo anno è di avere sempre il coraggio di lasciare andare. Di non guardare più al passato con quel sentimento angosciante di aver perduto qualcosa che non posso riavere più. </div>
<div style="text-align: justify;">
Di non entrare nel loop dell' <i>hic et nunc</i>. Pensando che non possa avere di meglio o che non possa trovare sul serio qualcosa che possa rendermi felice. Approfittando, invece, di momenti transitori e felicità effimere. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mi auguro di non avere mai paura dei no, degli urti della vita che con molta facilità potranno scaraventarmi su rive di fango. Perché so che arriveranno quei momenti, so che ci saranno anche quest'anno. Ma su quelle rive voglio rimanerci un po', per sentire dentro le narici la puzza di quel fango e irrobustirmi i muscoli fino ad opporre resistenza urto dopo urto. Sarà il mio modo di salvarmi. Che le fughe non sempre servono. </div>
<div style="text-align: justify;">
Di non indurirmi il cuore che, sebbene troppo grande per amare e per amarmi, ultimamente ha smesso di pompare un po', abituato a tanto schifo di cui per anni mi sono nutrita.</div>
<div style="text-align: justify;">
Di non smettere mai di leggermi dentro perché è l'unico motore che tiene in vita la mia esistenza. Di darmi sempre risposte senza fuggire in ripari confortevoli e ingannatori. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Io mi auguro questo dal 2018. Di ricominciare la vita di sempre, facendo un po' di passi più in là. </div>
AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-67270779187471218152017-11-15T22:14:00.000+01:002017-11-15T22:16:03.966+01:00[19/365] Film: The Place<div style="text-align: justify;">
<i>Cosa sei disposto a fare per ottenere quello che vuoi?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
E' questo il leitmotiv di <i>The Place</i>, il nuovo film di Paolo Genovesi, che ci ha sorpreso una seconda volta, dopo il successo di <i>Perfetti Sconosciuti</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
C'è un uomo. Non si conosce il suo nome. Non si sa cosa faccia nella vita. Se sia sposato o se abbia figli. Di lui non si sa nulla, se non che passa le sue giornate seduto allo stesso posto all'interno di un locale di una città non identificata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ha con sé un enorme quaderno. Ogni tanto ci pastrocchia su qualcosa, ogni tanto legge le risposte da dare ai suoi interlocutori. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sono loro i veri protagonisti del film, uomini e donne ossessionati dai loro desideri, che si rivolgono a quest'uomo disposto ad esaudirli. Tutto però ha un prezzo, e anche caro.</div>
<div style="text-align: justify;">
E cosi si susseguono le vite di nove personaggi, alimentate da desideri comuni. Chi la ricchezza, chi la bellezza eterna, chi la fede, chi il sesso, chi la salute, chi la speranza, chi l'amore. Ognuno è mosso da un desiderio che lo spinge a sedersi su una sedia, davanti a quell'uomo. Qualcuno pensa che lui sia un mostro o forse è, semplicemente, come lui stesso afferma nel film, qualcuno che dà da mangiare ai mostri.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Siamo questo quando vogliamo ottenere a tutti i costi quello che desideriamo?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Non ci sono risposte nel film, solo spunti di riflessione. </div>
<div style="text-align: justify;">
La coscienza, forse, è l'unica che potrebbe risponderci.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' un'analisi sull'ambizione umana, sul pericolo che si potrebbe celare dietro un desiderio comune, sull'intricato labirinto quale è la mente umana quando è alla scoperta di quello che siamo. </div>
<div style="text-align: justify;">
I desideri, se ascoltati, sviscerati, realizzati, possono essere lame affilate pronte a tagliarci dentro. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ed è questo quello che fa quest'uomo distinto, con gli occhi quasi sempre stanchi, interpretato da Valerio Mastandrea: taglia <i>dentro</i> la vita di chi gli si siede di fronte. </div>
<div style="text-align: justify;">
Coloro che si interfacciano con lui sono spesso tagliati in due, divisi tra un'anima mossa da un desiderio travolgente e infinitamente umano e un'altra che tenta invano di ristabilire i margini destabilizzati dalla prima. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una perfetta fotocopia del genere umano di fronte agli impulsi che lo rendono tale e ai moti che lo portano a realizzare quegli impulsi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il film, sullo stampo di Perfetti sconosciuti, si articola su una struttura semplice e lineare. E' un invito alla riflessione sulla natura umana che prende voce solo attraverso la narrazione degli attori, in un dialogo semplice ed emozionale. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non si torna a casa insoddisfatti. Solo tante domande e un po' di amaro in bocca. </div>
<div style="text-align: justify;">
Chi siamo quando abbiamo a che fare con i nostri desideri?</div>
<div style="text-align: justify;">
Dove siamo disposti a spingerci per ottenere quello che vogliamo?</div>
<div style="text-align: justify;">
Quanto è giusto desiderare e quanto arrenderci di fronte all'impossibilità di avere quello che desideriamo così tanto?</div>
<div style="text-align: justify;">
Queste solo alcune domande che probabilmente la notte dopo aver visto il film non vi faranno dormire. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-hhF9xpBm_og/WgytWQ-qgAI/AAAAAAAAA_E/cqBPP2AxdE4UVZ6bLFJOPCVeqbzQZlgNgCLcBGAs/s1600/theplace%2B2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="225" src="https://3.bp.blogspot.com/-hhF9xpBm_og/WgytWQ-qgAI/AAAAAAAAA_E/cqBPP2AxdE4UVZ6bLFJOPCVeqbzQZlgNgCLcBGAs/s400/theplace%2B2.jpg" width="400" /></a></div>
<br />AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-8901498859816084582017-11-06T23:49:00.001+01:002017-11-06T23:49:39.117+01:00[18/365] La verità spietata di alcune sere<div style="text-align: justify;">
Pochi giorni prima di rientrare in Puglia, quando ero a Milano e la vita sembrava sorridermi, ho fatto una playlist su Spotify raccogliendo tutte le canzoni legate a dei momenti e anche non. In realtà ho creato la playlist pensando ad una persona in particolare e alle canzoni che avrei voluto fargli ascoltare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ci ho ricamato su una serie di momenti che avrei voluto vivere o anche solo immaginare. Un po' come quando la realtà si impasta alla fantasia. Nella combinazione del pensiero, tutto diventa luminoso. </div>
<div style="text-align: justify;">
Inutile dire che quella playlist è rimasta su Spotify e che al momento ad ascoltarla sono solo io.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Come stasera. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre scrivevo la mia tesi, ho cliccato play lasciandomi andare ai ricordi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non ho pensato solo a <i>quella</i> persona, ma mi sono venuti in mente alcuni particolari, belli e taglienti allo stesso tempo. Come quando apri un armadio e ci trovi tante scatole da dover rimettere in ordine. Sono loro, i ricordi, che si susseguono in un ordine tutto loro. Ti infastidisce questa entropia e ti illudi di poterla controllare con il pensiero.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
C'è un vestito fiorato, un rossetto magenta, un vento caldo tra i capelli. Il sole che tramonta all'orizzonte tra i grattacieli di Gae Aulenti. Una fermata dell'autobus. Un gatto ciccione. Una bottiglia di vino rosso. Un quadratino di cioccolato fondente. Una notte senza coperte. Un risveglio lento. Una passeggiata di domenica mattina alla ricerca di un bar dove fare colazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La playlist scorre. E io scrivo la tesi, concedendomi attimi di pausa tra i ricordi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sorrido e allo stesso tempo rimango sospesa tra quelle scatole. Non saprei come sistemarle. Se buttarle o spostarle solamente più in là.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi sembra passata una vita. Eppure quelle canzoni sembra che le abbia raccolte ieri. In fondo è solo questione di qualche mese.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma quanta vita è passata in questi mesi?</div>
<div style="text-align: justify;">
Tanta. Troppa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Salto qualche canzone. Vorrei arrivare dritto a quelle che mi piacciono di più.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel frattempo continuo a scrivere per non scivolare troppo nei ricordi. </div>
<div style="text-align: justify;">
A volte sono come fango, si attaccano alla pelle e sporcano. Tirano giù. E non ti lasciano respirare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mi manca un po' il respiro, in effetti. Ma è solo questione di secondi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La verità spietata di alcune sere, come questa.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' tutto ciò che so sul mio passato che rivive, prepotente, nella musica e nella mia mente. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-12779312256138595352017-11-03T20:34:00.001+01:002017-11-03T20:36:59.609+01:00[17/365] In un ipotetico supermercato di felicità<div style="text-align: justify;">
In un ipotetico supermercato di felicità, mi chiedo spesso che cosa comprerei. Sono sicura che rimarrei ore e ore a girovagare tra gli scaffali alla ricerca della combinazione giusta dei prodotti da comprare. Esattamente come quando sei al supermercato per la spesa settimanale. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mi segnerei cosa mi serve, ma stravolgerei la lista della spesa nell'istante in cui metterei piede nel supermercato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho sempre fatto così, forse è qualcosa di insito nella mia natura, ma ogni volta che entro in un supermercato con una lista in mano, finisco sempre per metterla in tasca, perdermi tra gli scaffali e tirarla fuori solo al momento in cui devo pagare. Così, giusto per controllare che non mi sia dimenticata nulla.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' una passeggiata tra gli scaffali questo periodo della mia vita. </div>
<div style="text-align: justify;">
Passo molto tempo nel reparto <i>indispensabili.</i> E' un reparto che nei supermercati veri, non si trova così spesso. Al massimo ci trovi qualche volantino che sponsorizza un'offerta imperdibile. Come se davvero non comprando quel prodotto potresti perdere qualcosa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma di reparti <i>indispensabili</i> nemmeno una traccia. Forse perché tutto potrebbe servire. O molto più concretamente, nulla è davvero indispensabile.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nella vita, in una animata da un moto costante di ricerca della felicità, gli <i>indispensabili</i> sono fondamentali. Sono quei prodotti che definiscono l'abc della sopravvivenza. Ognuno li chiama a proprio piacimento, mettendoli in una scala arbitraria definita in base ai propri desideri e aspirazioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel reparto dei miei <i>indispensabili, </i>esistono diverse figure di me. Le vedo esposte e composte su scaffali ben puliti, in un ordine scandito da precisi attraversamenti d'animo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sono gli anni passati ad elemosinare amore, approvazione, stima, conforto, sicurezze. Le guardo, decido di portarle con me. Non mi renderanno felice, ma mi ricorderanno chi sono. </div>
<div style="text-align: justify;">
Poi ci trovo qualche confezione di coraggio, scarseggia sempre un po'. Forse perché per essere davvero ciò che vuoi e ciò che sei, ne devi usare un bel po'. E allora termina subito. </div>
<div style="text-align: justify;">
In alto ci sono gli affetti. Difficili da prendere, però sono lì. Li vedo benissimo. Un po' impolverati, ma solo perché sono lì da sempre. Qualcuno è nascosto dietro, qualcun altro sì è rovinato. Credo che tra quelli rovinati ci siano quelli che hanno abusato della frase <i>ti voglio bene.</i> Ne conosco un bel po' e ho deciso di lasciarli sullo scaffale. Sarà la polvere a logorarli.</div>
<div style="text-align: justify;">
Cammino un po' più avanti. Rivedo gli anni passati, i momenti felici. Hanno dei volti, dei nomi, degli occhi. Sono belli, hanno animi di velluto, contorni di seta. Sono sicura che non basterebbe un carrello per metterli tutti dentro, ma non posso tornare a casa senza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel reparto <i>offerte,</i> ci sono dei viaggi, libri, cd, penne e Moleskine. Hanno le copertine colorate, come piace a me. Ci ho trovato anche delle scarpe. Adoro quelle basse, per camminare senza mai stancarmi. Ne faccio scorta, servono soprattutto per quella che si chiama <i>felicità quotidiana.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel supermercato della felicità, esiste anche una sezione dedicata ai prodotti a lunga conservazione e un'altra dedicata ai prodotti a scadenza breve.</div>
<div style="text-align: justify;">
Alcuni di loro hanno l'etichetta <i>indispensabile</i>, perché davvero potrebbero dare un senso all'esistenza. </div>
<div style="text-align: justify;">
I primi sono quelli che vivono con te. Fanno parte di te. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sono delle doti innate che però ogni tanto bisogna rigenerare o sostituire. Come delle vere e proprie pile. Sono anche le persone che ti amano, quelle che tu ami. I tuoi sogni, la fatica che ci metti nel custodirli. Ci sono anche le paure. Nessuno comprerebbe le paure, ma quelle servono sempre. Forse semplicemente per ricordarti che non devi averne. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tra questi rientrano anche gli incontri. Quelli belli, quelli su cui costruire qualcosa. Sono i terreni in cui investire, dove poter poggiare i mattoni della tua casa felice.</div>
<div style="text-align: justify;">
I prodotti a scadenza breve, invece, sono quelle cose superflue che però addolciscono la giornata. Esattamente come gli snack vicino alle casse. </div>
<div style="text-align: justify;">
C'è una marea di prodotti a scadenza breve, devi solo saperli scegliere con cura, altrimenti rischi di farti male.</div>
E così vado avanti e indietro, indecisa su cosa prendere, ma molto attenta a cosa comprare.<br />
Non so se in questo tipo di supermercato si arriva mai alle casse. La felicità, a volte, sembra avere prezzi esagerati che non sempre siamo disposti a pagare. Ma abbiamo tutti bisogno di rifornimenti. E' la nostra linfa vitale. Tiro avanti il carrello, pesa un po', ma voglio essere felice.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-nio3mv88Ttc/WfzFUUgkDBI/AAAAAAAAA-0/5Cz7voOvjnY-Rx17cxmH7tJt4FVA9IUmgCLcBGAs/s1600/Vaso-della-felicita.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="801" data-original-width="1200" height="266" src="https://3.bp.blogspot.com/-nio3mv88Ttc/WfzFUUgkDBI/AAAAAAAAA-0/5Cz7voOvjnY-Rx17cxmH7tJt4FVA9IUmgCLcBGAs/s400/Vaso-della-felicita.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-12439552650038317202017-10-07T20:18:00.002+02:002017-10-07T20:18:59.863+02:00[16/365] Posso cambiare. <div style="text-align: justify;">
Da quando sono tornata da Milano (ma in realtà questo processo di autoanalisi-a tratti distruttivo- era cominciato già durante i mesi meneghini) ho cominciato a rivalutare le relazioni di cui mi ero circondata fino al giorno prima della partenza. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non solo un'autoanalisi in cerca di risposte, che ovviamente non sono arrivate del tutto puntuali, ma anche un'attenta osservazione e comprensione di coloro che ritenevo importanti nella mia vita. Per semplificare il concetto, ho cercato di guardarmi dentro per capire cosa non va nel mio modo di vivere, ma allo stesso tempo, ho allontanato il cuore e messo sul piedistallo la testa, per capire cosa c'è/c'era negli altri che non va/andasse. Dove per <i>altri </i>intendo le persone che frequento con più o meno costanza. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi sono presa del tempo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Le settimane post-Milano non sono state facili. Mi mancava persino quell'aria appiccicaticcia e insana dei mesi estivi! </div>
<div style="text-align: justify;">
Poi sono stata in vacanza, dove ho avuto la fortuna di conoscere persone a cui ho voluto bene sin da subito e che mi hanno-a loro volta- voluto bene. E questa cosa per me è stata bellissima. </div>
<div style="text-align: justify;">
E' stato questo il tempo per rivalutare le mie priorità, i miei desideri, le cose di cui ho bisogno, quelle che mi fanno stare bene e quelle che vorrei allontanare dalla mia vita. Non solo, ho capito che ci sono cose che mi piacciono un sacco e altre di cui potrei fare a meno. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non voglio ammorbarvi con pipponi chilometrici, <i>ergo </i>cercherò di essere breve il più possibile. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Queste le mie conclusioni:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1. Ho capito che esistono persone in grado di intossicarti. Non lo fanno appositamente. E' questo il vero pericolo. <i>Cosa voglio dire? </i>Che a volte basta anche la complessità di una persona incompatibile con i tuoi ideali, le tue aspettative, la tua stessa complessità, a insinuare un germe di negatività che è difficile scrollarsi di dosso. E io non ho una corazza così forte e impermeabile da esserne immune. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
2. Il concetto di amicizia nel 90% dei casi è sopravvalutato. Soprattutto tra donne. E non è un caso se io sto sempre bene con gli uomini (non è neanche un caso che loro riescono sempre a vedermi come amica e mai come amante, soprattutto quelli che mi piacciono!). Quando leggete tutti quei pipponi sulle donne che sanno essere amiche, beh, non credeteci. Le donne sanno essere delle ottime nemiche, soprattutto quando riescono ad essere sincere. E nella maggior parte dei casi tra di loro non lo sono mai. Ergo, definiscono amicizia, ciò che in realtà è solo una facciata perbenista di un affetto che amano ostentare. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
3. Ho scoperto che, fondamentalmente, con le persone che frequento, non riesco ad essere genuina, ma soprattutto libera. E questo, guarda caso, succede quasi sempre con le mie amiche. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ho superato l'epoca dei selfie per racimolare like, per sentirmi dire che sono bella, così come ho superato quella fase in cui mi serve un abito succinto per sentirmi femminile e figa al tempo stesso. Ho una buona dose di autostima, così come di sicurezza in me stessa, che mi permette di essere fuori da qualsiasi politica femminile in cerca di approvazione e consenso. E mi sono resa conto che le mie amiche sono troppo indietro rispetto a me. Credetemi snob, ma adesso ho bisogno di persone con cui parlare di cose serie durante le mie cene o uscite in città. Ho bisogno di contesti stimolanti in cui confrontarmi ed essere me stessa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ovviamente tutto questo sta apportando non poca asocialità alla mia vita. Ma sto bene. Eccome se sto bene. E comunque continuo a indossare abiti chic e di classe che mi permettono di guardami allo specchio e dirmi quanto sono figa. Così, giusto per alimentare la mia autostima.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
4. Ho capito che dentro di me, proprio dentro, in quella me profonda che forse conosco solo io e pochi intimi, esistono dei doni immensi di cui andare fiera. Non li elencherò altrimenti rischio di diventare come le mie amiche (quelle di cui sopra), però ho cominciato a ringraziare la vita ogni giorno per quello che mi ha donato. Sarà la saggezza dei 30 anni? Non lo so. So solo che crescendo mi sono resa conto che tutto ciò che conta alla fine siamo noi a costruirlo. E se riesci a mettere delle basi solide nella tua vita, metà del lavoro è fatto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi fermo qua. Voi direte...e ti sei presa tutto questo tempo per scoprire queste cose banalissime? Sì. </div>
<div style="text-align: justify;">
E non sapete che fatica ammetterlo e cominciare a fare qualcosa per cambiare alcune logiche. </div>
<div style="text-align: justify;">
Perché ovviamente in questi mesi non mi sono fermata solamente a prendere nota delle considerazioni che stavo facendo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Gandhi diceva "Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo". Non posso cambiare il mondo, ma posso cambiare io. E allora perché non farlo? </div>
AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-44861137061700162302017-09-27T20:29:00.002+02:002017-09-27T20:30:29.423+02:00[15/365] Conterò i giorni.<div style="text-align: justify;">
Conterò i giorni.</div>
<div style="text-align: justify;">
1. Quello dello strappo.</div>
<div style="text-align: justify;">
2. Una bottiglia di vino per dimenticare.</div>
<div style="text-align: justify;">
3. Qualche lacrima.</div>
<div style="text-align: justify;">
4. La fatica di non pensare.</div>
<div style="text-align: justify;">
5. Una corsa al mare.</div>
<div style="text-align: justify;">
6. Qualche nota su cui ballare.</div>
<div style="text-align: justify;">
7. La paura di non farcela.</div>
<div style="text-align: justify;">
8. La paura di non saper dimenticare.</div>
<div style="text-align: justify;">
9. La paura che il tempo non servirà a ricucire le ferite.</div>
<div style="text-align: justify;">
10. Sorrisi finti con gli amici dicendo che va tutto bene.</div>
<div style="text-align: justify;">
11. Ma tutto bene non va perché non smette di piovere dentro da giorni.</div>
<div style="text-align: justify;">
12. Qualche goccia di En per rimetterti in riga.</div>
<div style="text-align: justify;">
13. Forse dovresti perdonarti un po' di più, volerti bene e dirti più spesso che ce la farai.</div>
<div style="text-align: justify;">
14. Due settimane. Due settimane senza te. Possono diventare tre.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quattro. Un mese. Un anno. Una vita. </div>
<div style="text-align: justify;">
Continuerò a contare. A chiedermi cosa è stato. Come si creano le distanze. E come si annullano. Come si sopravvive agli strappi. Come ci si reinventa quando una parte di te non esiste più.</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi imparerò che le soluzioni esistono. Basta trovarle. Basta crederci. Basta portarsi dietro il bello senza lasciarsi intossicare dalla rabbia. Basta saper ricucire i pezzi con molta pazienza e dedizione. Farà male quel filo che passerà tra i tagli dell'anima. Sarà un'operazione chirurgica dolorosa. Il miocardio potrebbe non farcela. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ma continuerò a contare. 15, 16, 17, 18, 19, 20....</div>
<div style="text-align: justify;">
Sarà il mio modo per tenerti in vita. E per sentirmi viva, pensando che in fondo, non ti avrò perso del tutto.<br />
<br />
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-eb8zr-aQ5p4/Wcvt_fh83XI/AAAAAAAAA-k/A4F-HNDR8OAifuvFzkVFU5HMB48dUBCpgCLcBGAs/s1600/paula5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="520" data-original-width="520" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-eb8zr-aQ5p4/Wcvt_fh83XI/AAAAAAAAA-k/A4F-HNDR8OAifuvFzkVFU5HMB48dUBCpgCLcBGAs/s400/paula5.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Paula Bonet</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-24583233915757547012017-09-25T20:10:00.000+02:002017-09-25T20:10:31.716+02:00[14/365] Manuale di istruzioni.<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
Che la vita non sia semplice lo sappiamo.
Ci vorrebbe un manuale di istruzioni. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
Come gestire le relazioni, pag. 1. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
Come
sopravvivere agli urti della vita, pag. 2. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
Come uscire da situazioni che non ci
piacciono, pag.3. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
E così via. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
Sarebbe bello avere le istruzioni a portata di
mano. Le soluzioni e le FAQ per qualsiasi situazione che nella vita non
sappiamo gestire. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
Non sarebbe vita, ma ci illuderemmo
comunque che lo sia. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
Una strada in discesa che ci toglierebbe dalla fatica di
dover decidere, pensare, prendere posizioni, anche difficili. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
Ci toglierebbe dalla fatica di doverci
leccare le ferite, di cucirle, punto per punto, per non perdere pezzi di noi,
per ritornare sani nel più breve tempo possibile. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Ci farebbe
risparmiare un sacco di tempo. Ci sentiremmo più giovani per tutto il tempo
guadagnato e non speso per capire come si fa. Come si sopravvive. Come se ne
esce. Come si impara ad essere se stessi senza dover incombere al giudizio
degli altri, alle paure, alle ansie inutili. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Basterebbero alcune pagine, riga
per riga seguire le direttive di un libricino disposto a dirci come
comportarci, come stare, dove andare. Le domande da fare, quelle da evitare. Sarebbe
bello anche solo per un momento trovare già qualcosa di pronto. Come un
pulsante nel nostro cervello da schiacciare al momento giusto.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Ci sono
giorni in cui vorrei quel manuale. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Sfogliare la pagina giusta che mi fornisca
la strada da seguire. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Lasciarmi andare ad automatismi cerebrali per non dover
soccombere alla fatica di dover mettere d’accordo testa e cuore. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Affidare le
mie emozioni a direttive stampate e universali, che potrebbero non andarmi
bene, ma farmele andare bene comunque. Così, per il solo gusto di non pensare
fino in fondo a quello che mi succede, ma lasciare che succeda e basta, senza
metterci nulla di me, nemmeno una connessione sinaptica, se non quella
automatica dettata da lettere messe in riga, una dietro l’altra, a formare
frasi da seguire senza grandi sforzi.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Ci sono
giorni in cui vorrei che quel manuale mi dicesse come si fa. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Come si fa a lasciarsi
il passato alle spalle. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Come si fa ad andare a dormire cercando di non pensare
al marcio che ci intossica. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Come si fa a trovare il bello e a nutrirci di
quello. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Come si fa ad accettare i cambiamenti, soprattutto quelli che ci fanno
male. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Come si fa a perdonare, quando le ferite sono ancora aperte e le
cicatrici sanguinanti. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Come si fa a scegliere la roccia su cui costruire
qualcosa. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Come si fa….</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Come si
fanno tante cose. La verità, l’amore, la felicità. Come si costruiscono giorno
per giorno. Le dosi di pazienza, quelle di aspettative, quelle di incazzatura,
da usare. I tempi di attesa senza rischiare che tutto vada in fumo. </div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Ci sono
giorni in cui vorrei quel manuale. E oggi è un giorno di quelli. </div>
AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-71829065831143743082017-08-05T20:35:00.003+02:002017-08-05T20:35:52.504+02:00[13/345] Parto sola.<div style="text-align: justify;">
Se c'è una cosa che amo tantissimo fare è prenotare viaggi da sola. Non amo molto la compagnia durante i miei spostamenti anche se, spesso, quando sono in fila all'imbarco o in stazione in attesa del treno, rimpiango di non avere nessuno accanto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Però nel mentre osservo tanto e scrivo nella mia mente pensieri favolosi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque dicevamo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Domani parto. Sola. Raggiungo la mia coinquilina in Calabria. Poi di lì mi sposto, sola, in Sicilia dove re-incontrerò un blogger conosciuto qui anni fa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una cosa strana, però non ci sto più nella pelle.</div>
<div style="text-align: justify;">
Finalmente vado in Sicilia, sono anni che lo desidero.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non ho ancora capito dove starò, però poi mi sono anche dedicata dei giorni solo per me.</div>
<div style="text-align: justify;">
Andrò a Siracusa e poi un po' più giù.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il biglietto di ritorno non c'è ancora.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo farò ma non ho ancora deciso quando.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo scorso weekend sono stata a Milano. E' stato strano tornarci. Pensavo l'avrei presa peggio. </div>
<div style="text-align: justify;">
In realtà, è stata la mia prova del nove. Ho capito che certe corde si sono spezzate, mentre altre sono così salde che non si spezzeranno mai.</div>
<div style="text-align: justify;">
E che certe cose possono scivolare dall'anima, mentre altre possono radicarsi così bene che nessuno potrà mai toglierle via.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi sono regalata del tempo. Di quello sano, che sa di cornetti al bar, di acqua fresca e caffè, di chiacchierate fino a tarda sera, di mattine passate sul letto a guardare la tv, di giri in centro, di occhi al cielo, di occhiali da sole e caldo sulla pelle, di poesie lette in metro. </div>
<div style="text-align: justify;">
E' stato tutto bello e inaspettato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E vorrei che fossero così anche questi giorni. </div>
<div style="text-align: justify;">
Belli e inaspettati. </div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-3nC8RPu6RNI/WYYP6Mx6ZYI/AAAAAAAAA-Q/OZ1aE4mG5UU5cjSJ4MsHftUJOQPPLxkVgCLcBGAs/s1600/closed_for_vacation.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="662" data-original-width="1000" height="263" src="https://4.bp.blogspot.com/-3nC8RPu6RNI/WYYP6Mx6ZYI/AAAAAAAAA-Q/OZ1aE4mG5UU5cjSJ4MsHftUJOQPPLxkVgCLcBGAs/s400/closed_for_vacation.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-59502190655908813402017-07-26T22:44:00.000+02:002017-07-26T22:44:07.449+02:00[12/365] La chiave della felicità è la disobbedienza a quello che non c'è.<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/DVRf6zoFbyE" width="560"></iframe></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
#canzonedelgiorno</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nell'ultimo periodo ho affidato molti miei stati d'animo alla musica. </div>
<div style="text-align: justify;">
Pensieri, emozioni, riflessioni, sono nati ascoltando semplicemente una canzone.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho scritto, pedalato, rivolto lo sguardo fuori da un finestrino, macinato km, senza mai abbandonare il mio lettore mp3 o le mie playlist di Spotify. </div>
<div style="text-align: justify;">
E non posso nascondere che in molti casi la musica mi ha salvato. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Stasera sono inciampata in questa canzone. Mi ricorda molto il mio passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Del resto ho conosciuto gli Afterhours quando ero ancora una bambina, per poi innamorarmene completamente durante la mia adolescenza. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci sono tanti ricordi legati agli Afterhours. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il mio primo cd di musica <i>alternative</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
La <a href="https://www.youtube.com/watch?v=zEt7j0XDglk" target="_blank">prima canzone d'amore</a> che mi è stata dedicata e che ascoltavo incessantemente mentre ero in Spagna. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il mio primo fidanzato serio. La sua batteria. Le sue lettere scritte a mano.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un concerto a Conversano, dove abbiamo accompagnato a casa uno sconosciuto che era là fuori a fare l'autostop. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una vacanza in Salento, dove <i>I milanesi ammazzano il sabato</i> faceva da colonna sonora. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il concerto a Gallipoli e le foto con i musicisti incontrati per caso dopo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le notti passate a scrivere d'amore. E quelle, invece, in cui l'amore lo si faceva sul serio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Voglio un pensiero superficiale</i> cantato nei momenti più bui.</div>
<div style="text-align: justify;">
Verona e Milano.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una maglia rossa e dei Rayban finti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Gli Afterhours sono un po' la mia vita. Il mio passato, presente e forse futuro. Perché le loro canzoni non te le scordi facilmente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-17182844364315281642017-07-24T14:08:00.003+02:002017-07-24T14:09:21.768+02:00[11/365] E.<div style="text-align: justify;">
Ieri è successa una cosa strana. Che poi tanto strana non è. Direi più piacevole, che strana. O forse piacevolmente strana.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho risentito E.
Era da un paio di mesi che non lo facevamo, del resto FB mi informava che la sua vita sentimentale andava a gonfie vele, mentre la mia faceva fatica a decollare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Gli unici tentativi di comunicazione erano legati a questioni lavorative, congressi, incontri, robe da medici insomma.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ieri però, non so per quale motivo, abbiamo cominciato a scriverci con la scusa di una foto su IG. Mi sono ricordata subito di un’altra foto che mi aveva mandato quando abbiamo cominciato a frequentarci e che conservo ancora. Del resto, di uno in camice bianco super abbronzato non si butta niente. Si chiama <i>devozione alla divisa ospedaliera</i>. E poi non posso negare che è stato uno dei ragazzi più belli che abbia mai frequentato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Abbiamo parlato di cazzate prima, di cose serie poi. E ho scoperto che la sua storia con la tipa del limone non va poi così tanto bene come FB ostenta(va).</div>
<div style="text-align: justify;">
Anzi pare che sia giunta al capolinea.
Gli ho chiesto come mai le sue storie d’estate andassero tutte a puttane. Compresa quella con la sottoscritta. Ha cominciato a farfugliare discorsi ermetici, ma non ho insistito perché in fondo sapevo la risposta.</div>
<div style="text-align: justify;">
E so anche perché con questa ragazza le cose si siano bloccate.
Non mi suonavano nuovi certi discorsi, del resto, E. rappresenta un prototipo di ragazzo che conosco benissimo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Prevedibile nelle risposte, nei gesti, un po’ meno nei discorsi, ancor meno quando mi ha detto che <b>mi vuole bene</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono scoppiata a ridere quando ho letto quelle tre parole. E non perché io non gliene voglia. Ma perché non mi sono mai posta veramente il problema. Quando esattamente un anno fa mi chiedevo cosa provassi per questa persona, non riuscivo a vederci sentimenti. Ma un forte attaccamento di natura sicuramente emotiva, che mi trascinava verso di lui senza grandi domande esistenziali. Ero attratta, ci facevo del gran e bel sesso (forse il migliore), mi incuriosiva e allo stesso tempo volevo incuriosirlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Certo, non posso nascondere che quando è finita, senza troppi giri di parole, anzi semplicemente con un’uscita di scena non troppo rumorosa, ci sono rimasta di merda.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho persino pianto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho persino chiamato i miei amici maschi pretendendo da loro delle risposte. E non mi sono risparmiata nel dirgli che era stato un codardo. Ma del resto non mi doveva nulla, forse non doveva neanche darmi delle spiegazioni. Erano le nostre premesse. Non chiediamoci nulla, non aspettiamoci nulla, lasciamo solo che le cose accadano.</div>
<div style="text-align: justify;">
E poi come lo fai a giustificare un interesse che un giorno c’è e il giorno dopo svanisce? No, non si può spiegare. Ma forse, anzi sicuramente, si può ammettere. Si può ammettere che no,<i> non mi piaci più</i>. Che no, <i>non ho più voglia di vederti</i>. Che <i>forse ho sbagliato tutto</i>. Che <i>non ci vedo un futuro</i>. Che <i>non ho voglia</i>. Che <i>del sesso anche basta</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si possono dare miliardi di motivi, perché quelli ci sono.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non possiamo spiegarli razionalmente, delle volte. Ma possiamo ammetterli. Possiamo dichiararli. Perché in fondo è questo che significa essere adulti. Ammettere che le cose non vanno e non possono andare. E che si sa che non sono cose belle da dire, ma se le diciamo, forse siamo delle persone migliori. Più coraggiose. Meno codarde.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo quelle tre parole sono rimasta un po’ interdetta. Non gli ho nascosto che mi sembrava strano ma che comunque mi faceva piacere. Del resto non posso negare che grazie a lui si sono aperte alcune porte che credevo di aver chiuso a chiave.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non posso negare che ho conosciuto la persona che più mi ha fatto sentire desiderata a letto. E tante altre emozioni che ho raccolto durante quei mesi estivi.</div>
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Poi ci avevo visto già una fine, forse sarà per questo che dopo il malessere per quel saluto mancato, non ci ho messo molto a girare pagina.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi sembra tutto leggero adesso, anche se, forse, leggendo vecchi post e pagine della mia Moleskine, potrebbe non risultare così.</div>
<div style="text-align: justify;">
La verità è che il tempo in questo caso ha fatto il suo dovere. Ha ridimensionato gli ardori, le passioni, le emozioni, le persone. Me e lui. Ci ha rimessi ognuno al proprio posto, nelle vite che ci spettano.
</div>
AdrianaMeishttp://www.blogger.com/profile/03914563213750297504noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1574124263211094700.post-24042853942569932962017-07-21T21:25:00.000+02:002017-07-21T21:54:43.659+02:00[10/365] Milano, ventricolo destro, piano di sopra. Da quando sono rientrata da Milano, mi capita spesso di volgere i pensieri al contrario, di arrotolare il nastro di questa esperienza e rivivere i momenti che ho lasciato alla voce <i>Milano, ventricolo destro, piano di sopra. </i><br />
Faccio questo esercizio più o meno tutti i giorni, mi basta guardare il calendario o l'agenda, guardare un numero e dirmi <i>un mese fa ero qui, tre settimane fa stavo facendo questo. </i>Insomma, l'app <i>Accadde oggi</i> di FB, ce l'ho anche io, nella mia testa.<br />
<i>(Ma per favore non ditemi che sono una persona che guarda al passato perché io nella mia vita riconosco di avere il problema opposto). </i><br />
<br />
Oggi, per esempio, è un giorno di quelli. Uno di quei giorni che mi hanno riportato violentemente indietro di un mese.<br />
A quando ero seduta in un baretto sui Navigli a sorseggiare uno spritz. Con il sole alle spalle e di fronte una persona che non avrei più rivisto.<br />
A quando, nonostante la mia jumpsuit fiorata, le zanzare si cibavano di me.<br />
A quando sorseggiavo Falaghina in un giardinetto carino, pieno di gelsomini e zanzare. Sì, sempre loro.<br />
Alla magia di Milano anche con l'afa alle 12 di sera. Ad una boccetta di Narciso Rodriguez. Alle canzoni scoperte tramite <i>Shazam</i>. A tante cose che frullavano nella mia testa.<br />
<br />
Insomma, ad una serie di cose che sembravano farmi stare bene.<br />
<br />
Non so se mi abituerò mai al tempo che passa, così in fretta, così violento a volte, così indifferente ai nostri cuori invertebrati, molluschi involontari, rossi buffoni. Lui passa e fa tutto da solo. Forma e deforma. Costruisce e demolisce.<br />
Funziona così. E funzionerà così sempre.<br />
Che arriviamo ad un punto. Lo viviamo, più o meno.<br />
Poi andiamo avanti. E se rimaniamo fermi, è il tempo ad andare avanti per noi.<br />
E' come un'onda: scompiglia, risucchia, leviga, butta via.<br />
E tu sei lì, con il tuo cuore invertebrato, mollusco involontario, rosso buffone.<br />
Che anche se è buffone non è detto che non si faccia male.<br />
Non è detto che non si scompigli.<br />
Non è detto che non venga risucchiato da chissà quale onda.<br />
Non è detto che non venga levigato. Come una pietra.<br />
Che si può spaccare. Perché anche le pietre si spaccano. O magari essere buttato via.<br />
<br />
La scelta opportuna sarebbe non curarsene. Vivere e basta.<br />
Perché tanto il tempo farà il suo dovere.<br />
<br />
La mia testa è ancora lì, in quel giardinetto. Rivedo la scena perfettamente scolpita nella retina. Mi accendo una sigaretta mentre metto su una delle mie playlist preferite di <i>Spotify</i>. Mi distraggo così ultimamente.<br />
<br />
Milano ha lasciato i suoi segni, se mi guardo dentro, vedo germogli in fiore.<br />
E sono contenta. Perché adesso penso a quel giardinetto. E ci trovo tante domande. Ad alcune comincio a dare risposte, altre preferisco lasciarle lì.<br />
<br />
E' il tempo, mi dico. E' lui che svela tutto.<br />
Ed è lui che, anche questa volta, farà il suo dovere.<br />
<br />
<br />
[#canzonedelgiorno]<br />
<br />
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