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Domenica-->casa-->febbre-->LA MORTE.

[On air: Still- Macy Gray ] Non pensavo che rimanere un giorno intero, per giunta domenica , chiusa in casa potesse essere deleterio. Mi sto annoiando, della serie che mi sono inventata poco per sopravvivere a questa domenica di merda e il risultato è che ho due palle tagliate alla julienne al posto della mia patatina.  Ops, scusate, è che ogni tanto divento scurrile.  Femminilità, questa sconosciuta. La verità è che è da venerdì che ho un malessere , sconosciuto anche lui, che mi ha fatto prima morire di freddo tutto il giorno, poi camminare per i corridoi del dipartimento con il camice usato a mo' di giacca, con una sciarpa che mi avvolgeva capelli, bocca, naso...insomma tutto, e strisciare da una stanza all'altra con occhi lucidi e un' aria da malata psichiatrica. La chiamano febbre , ma io non ci voglio credere. Ho un fisico resistente, io . Insomma, sono uscita prima da lavoro, mi sono ficcata sotto una doppia coperta, ho dormito dalle 6 alle 8, cenato ...

E' un periodo del cazzo.

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Sono diversi giorni che vorrei scrivere un post. Lo vorrei scrivere per diversi motivi.  Uno , perché starei sicuramente meglio se tutto il groviglio di emozioni negative che mi si è posizionato sullo stomaco si sciogliesse un po’; due , perché ricevere un conforto, seppure virtuale (o illudermi di riceverlo), non mi fa schifo; tre , perché almeno, così facendo, capirete che sono ancora viva, anche se questo può fregare a pochi, se non a nessuno. Punto uno . Questo è un periodo del cazzo. Oh, la dico proprio come mi viene. Non sono una persona negativa, anzi, ma direi che tutto l’entusiasmo che avevo quando sono arrivata qui di colpo è sparito.  Non voglio lamentarmi, ma comincio a sentire le fatiche di questo lavoro. E non parlo di stress, di turni assurdi o di stanchezza fisica, a quello credo si possa ancora trovare rimedio.  E poi chissenefrega se la sera torno stanca! Non è questo il problema.  Il problema è che questo è un mondo dove devi imparare a co...

Apatia portami via.

Cominciano i weekend di scazzo. Quelli in cui non ho voglia di fare nulla, sono tremendamente asociale, pigra, ma soprattutto apatica. Fondamentalmente il problema è uno: MI ANNOIO. Ma di brutto eh. Non so che fare. Magari vorrei fare tante cose, ma niente. Riesco solo a pensare che potrei farmi un giro in bici o un giro per negozi, poi se penso che devo vestirmi o semplicemente lavarmi i denti, infilarmi la giacca e uscire mi prende una sconfidenza che ciao. Magari ho anche da studiare, ma è da sfigati studiare il sabato pomeriggio. Così come è da sfigati rimanere a casa. E io che faccio? Rimango a casa e faccio finta di studiare. Semplice, no?! Elementare Watson.  O cosa peggiore...passo ore davanti al pc. Impassibile. A leggere tweet e ascoltare musica. Che tristezza infinita. Però oggi ho fatto una cosa diversa. Ho preso il tappetino e ho fatto 9 serie di addominali (3 alti, 3 bassi, 3 laterali). Quanto sono triste?? Domani, prometto, mi invento qualcosa di più al...

Che vita di merda.

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Vorrei lamentarmi. Vorrei gridare che la vita è una merda. Che non mi piacciono le macchie che mi sono uscite sulla faccia. Che la bioinformatica fa schifo. Che sono stanca di vedere chiappe piene di cellulite in mostra con molta nonchalance sulla spiaggia, mentre io mi faccio mille problemi per indossare uno slip normale. Che pure io voglio un uomo. Di quelli seri. Di quelli che mi danno un bacio sulla fronte e mi guardano negli occhi quando mi parlano. Che mi sono già rotta le palle dei weekend tutti uguali. Che è frustrante vivere pensando continuamente a cosa pensano gli altri di te. Che sono un po' invidiosa della felicità altrui. Perché la vorrei anche io. Almeno un po'. Che tu sei uno stronzo, però mi piaci. Che questi brufoli sul mento non me li merito, non ho mica 14 anni. Che le mie amiche non possono sposarsi facendomi sentire ancora più sfigata. E mica perché non ho un marito...no, no. Manco lo voglio, un marito. Però...provate ad immaginare come mi sento...

Sotto casa.

Qualche giorno fa ero sotto casa che aspettavo un'amica. Telefono alla mano, nervi a fior di pelle perché non arrivava (ma in realtà avevo capito male io il luogo dell'appuntamento), mando sms imprecando come non mai. Passa un vecchio compagno delle elementari in vespa, uno che... si salvi chi può . Ricordo solo che un giorno a scuola mi diede un pugno in faccia facendomi arrossire la guancia. E ho detto tutto. Ma il ragazzo non era/è tanto normale. Poveretto. Passa, si ferma. [Anche qui il rosario delle bestemmie continuava a scorrere nella mia mente] Ciao Michi, che stai a fare? (Acida più che mai) Sto aspettando una mia amica. Mi dai il tuo numero? E che devi fare? Ti chiamo e usciamo insieme qualche volta. Eh??? No, no, non do il numero agli sconosciuti e poi non me lo ricordo. Ah, va bene, ho capito, non vuoi darmelo. Hai capito benissimo. Ciao. Ciao. Inutile raccontarvi lo sconforto di una che si trova perennamente a che fare con degli sfigati.