[9/365] Le coperte giuste.
L'estate è passata in fretta.
L'ho sentita arrivare con il suo classico ritardo per poi vederla passare veloce senza avere tempo a sufficienza per poterne godere le sue mille sfumature.
Ormai mi ci sono abituata, ma fa sempre un po' male prendere atto che il tempo dell'estate è così breve.
Sono ritornata qui dopo un po' di tempo. Ho riletto il mio ultimo post ricollocandolo nella mia memoria emotiva. Era il 21 giugno, mi sembra passata una vita, ma in realtà sono solo tre mesi.
Avevo conosciuto da poco un tipo, mi è piaciuto subito. Mi piace tutt'ora, ma forse un po' meno.
Camminiamo in due direzioni diverse, ogni tanto ci incontriamo, per il resto del tempo ci ignoriamo.
Non vorrei scrivere di essermi abituata, non mi piace rendere asettico e insensibile il mio microchip emozionale, però, del resto, è un po' così. Quando ti rendi conto di non andare da nessuna parte, l'unica soluzione che hai tra le mani è fermarti e ripensare un attimo alla strada da fare. Così ho deciso che questa strada devo percorrerla ancora un po' da sola, che se ci deve essere qualcuno deve essere per me un qualcosa in più e non un ostacolo.
Il tempo. E' l'unico rimedio che conosco a questa esistenza.
Ci vuole tempo per tutto. Soprattutto per se stessi.
Questa estate me ne sono presa un bel po', dividendolo tra il mare della Sicilia e quello della Puglia.
Un ennesimo urto da sopportare, con la valigia dietro a fare da anestetico.
Servono a questo i viaggi. Ti permettono di allontanarti dallo schifo in cui ti ritrovi per raccogliere un po' di forze e ricominciare.
E allora si ricomincia, nonostante fuori faccia ancora caldo e dentro invece si continuano ad avvertire brividi di freddo.
Troverò anche questa volta le coperte giuste.
L'ho sentita arrivare con il suo classico ritardo per poi vederla passare veloce senza avere tempo a sufficienza per poterne godere le sue mille sfumature.
Ormai mi ci sono abituata, ma fa sempre un po' male prendere atto che il tempo dell'estate è così breve.
Sono ritornata qui dopo un po' di tempo. Ho riletto il mio ultimo post ricollocandolo nella mia memoria emotiva. Era il 21 giugno, mi sembra passata una vita, ma in realtà sono solo tre mesi.
Avevo conosciuto da poco un tipo, mi è piaciuto subito. Mi piace tutt'ora, ma forse un po' meno.
Camminiamo in due direzioni diverse, ogni tanto ci incontriamo, per il resto del tempo ci ignoriamo.
Non vorrei scrivere di essermi abituata, non mi piace rendere asettico e insensibile il mio microchip emozionale, però, del resto, è un po' così. Quando ti rendi conto di non andare da nessuna parte, l'unica soluzione che hai tra le mani è fermarti e ripensare un attimo alla strada da fare. Così ho deciso che questa strada devo percorrerla ancora un po' da sola, che se ci deve essere qualcuno deve essere per me un qualcosa in più e non un ostacolo.
Il tempo. E' l'unico rimedio che conosco a questa esistenza.
Ci vuole tempo per tutto. Soprattutto per se stessi.
Questa estate me ne sono presa un bel po', dividendolo tra il mare della Sicilia e quello della Puglia.
Un ennesimo urto da sopportare, con la valigia dietro a fare da anestetico.
Servono a questo i viaggi. Ti permettono di allontanarti dallo schifo in cui ti ritrovi per raccogliere un po' di forze e ricominciare.
E allora si ricomincia, nonostante fuori faccia ancora caldo e dentro invece si continuano ad avvertire brividi di freddo.
Troverò anche questa volta le coperte giuste.
ma speriamo sia finita l'estate, basta clima tropicale.....
RispondiEliminaChe cosa vuol dire "deve essere qualcosa in più e non un ostacolo" ?
RispondiEliminaTi lascio una poesia di antonia pozzi, poetessa morta suicida a 26 anni - che amo.
Forse la poesia ti può dare qualcosa in più?
La rampa
Vidi un'altissima luna
per dune di nebbia versarsi
in limpidi laghi
d'aria.
E il tuo sorriso mi cadeva in volto,
dall'alto,
da fresche fontane
dentro urne di pietra
grondanti:
mentre ai ginocchi ci serrava l'alito
giovane
dei sambuchi
e profondavano nell'ombra
lunghe scale
di terra.
14 maggio 1935