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Visualizzazione dei post da 2017

[19/365] Film: The Place

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Cosa sei disposto a fare per ottenere quello che vuoi? E' questo il leitmotiv di The Place , il nuovo film di Paolo Genovesi, che ci ha sorpreso una seconda volta, dopo il successo di Perfetti Sconosciuti . C'è un uomo. Non si conosce il suo nome. Non si sa cosa faccia nella vita. Se sia sposato o se abbia figli. Di lui non si sa nulla, se non che passa le sue giornate seduto allo stesso posto all'interno di un locale di una città non identificata.  Ha con sé un enorme quaderno. Ogni tanto ci pastrocchia su qualcosa, ogni tanto legge le risposte da dare ai suoi interlocutori.  Sono loro i veri protagonisti del film, uomini e donne ossessionati dai loro desideri, che si rivolgono a quest'uomo disposto ad esaudirli. Tutto però ha un prezzo, e anche caro. E cosi si susseguono le vite di nove personaggi, alimentate da desideri comuni. Chi la ricchezza, chi la bellezza eterna, chi la fede, chi il sesso, chi la salute, chi la speranza, chi l'amore. Ognuno è m

[18/365] La verità spietata di alcune sere

Pochi giorni prima di rientrare in Puglia, quando ero a Milano e la vita sembrava sorridermi, ho fatto una playlist su Spotify raccogliendo tutte le canzoni legate a dei momenti e anche non. In realtà ho creato la playlist pensando ad una persona in particolare e alle canzoni che avrei voluto fargli ascoltare.  Ci ho ricamato su una serie di momenti che avrei voluto vivere o anche solo immaginare. Un po' come quando la realtà si impasta alla fantasia. Nella combinazione del pensiero, tutto diventa luminoso.  Inutile dire che quella playlist è rimasta su Spotify e che al momento ad ascoltarla sono solo io. Come stasera.  Mentre scrivevo la mia tesi, ho cliccato play lasciandomi andare ai ricordi.  Non ho pensato solo a quella persona, ma mi sono venuti in mente alcuni particolari, belli e taglienti allo stesso tempo. Come quando apri un armadio e ci trovi tante scatole da dover rimettere in ordine. Sono loro, i ricordi, che si susseguono in un ordine tutto loro. Ti inf

[17/365] In un ipotetico supermercato di felicità

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In un ipotetico supermercato di felicità, mi chiedo spesso che cosa comprerei. Sono sicura che rimarrei ore e ore a girovagare tra gli scaffali alla ricerca della combinazione giusta dei prodotti da comprare. Esattamente come quando sei al supermercato per la spesa settimanale.  Mi segnerei cosa mi serve, ma stravolgerei la lista della spesa nell'istante in cui metterei piede nel supermercato. Ho sempre fatto così, forse è qualcosa di insito nella mia natura, ma ogni volta che entro in un supermercato con una lista in mano, finisco sempre per metterla in tasca, perdermi tra gli scaffali e tirarla fuori solo al momento in cui devo pagare. Così, giusto per controllare che non mi sia dimenticata nulla. E' una passeggiata tra gli scaffali questo periodo della mia vita.  Passo molto tempo nel reparto indispensabili.  E' un reparto che nei supermercati veri, non si trova così spesso. Al massimo ci trovi qualche volantino che sponsorizza un'offerta imperdibile. Come

[16/365] Posso cambiare.

Da quando sono tornata da Milano (ma in realtà questo processo di autoanalisi-a tratti distruttivo- era cominciato già durante i mesi meneghini) ho cominciato a rivalutare le relazioni di cui mi ero circondata fino al giorno prima della partenza.  Non solo un'autoanalisi in cerca di risposte, che ovviamente non sono arrivate del tutto puntuali, ma anche un'attenta osservazione e comprensione di coloro che ritenevo importanti nella mia vita. Per semplificare il concetto, ho cercato di guardarmi dentro per capire cosa non va nel mio modo di vivere, ma allo stesso tempo, ho allontanato il cuore e messo sul piedistallo la testa, per capire cosa c'è/c'era negli altri che non va/andasse. Dove per altri intendo le persone che frequento con più o meno costanza.  Mi sono presa del tempo.  Le settimane post-Milano non sono state facili. Mi mancava persino quell'aria appiccicaticcia e insana dei mesi estivi!  Poi sono stata in vacanza, dove ho avuto la fortuna di co

[15/365] Conterò i giorni.

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Conterò i giorni. 1. Quello dello strappo. 2. Una bottiglia di vino per dimenticare. 3. Qualche lacrima. 4. La fatica di non pensare. 5. Una corsa al mare. 6. Qualche nota su cui ballare. 7. La paura di non farcela. 8. La paura di non saper dimenticare. 9. La paura che il tempo non servirà a ricucire le ferite. 10. Sorrisi finti con gli amici dicendo che va tutto bene. 11. Ma tutto bene non va perché non smette di piovere dentro da giorni. 12. Qualche goccia di En per rimetterti in riga. 13. Forse dovresti perdonarti un po' di più, volerti bene e dirti più spesso che ce la farai. 14. Due settimane. Due settimane senza te. Possono diventare tre. Quattro. Un mese. Un anno. Una vita.  Continuerò a contare. A chiedermi cosa è stato. Come si creano le distanze. E come si annullano. Come si sopravvive agli strappi. Come ci si reinventa quando una parte di te non esiste più. Poi imparerò che le soluzioni esistono. Basta trovarle. Basta crederci. Basta po

[14/365] Manuale di istruzioni.

Che la vita non sia semplice lo sappiamo. Ci vorrebbe un manuale di istruzioni.  Come gestire le relazioni, pag. 1.  Come sopravvivere agli urti della vita, pag. 2.  Come uscire da situazioni che non ci piacciono, pag.3.  E così via.  Sarebbe bello avere le istruzioni a portata di mano. Le soluzioni e le FAQ per qualsiasi situazione che nella vita non sappiamo gestire. Non sarebbe vita, ma ci illuderemmo comunque che lo sia.  Una strada in discesa che ci toglierebbe dalla fatica di dover decidere, pensare, prendere posizioni, anche difficili. Ci toglierebbe dalla fatica di doverci leccare le ferite, di cucirle, punto per punto, per non perdere pezzi di noi, per ritornare sani nel più breve tempo possibile. Ci farebbe risparmiare un sacco di tempo. Ci sentiremmo più giovani per tutto il tempo guadagnato e non speso per capire come si fa. Come si sopravvive. Come se ne esce. Come si impara ad essere se stessi senza dover incombere al giudizio degli altri, alle paure,

[13/345] Parto sola.

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Se c'è una cosa che amo tantissimo fare è prenotare viaggi da sola. Non amo molto la compagnia durante i miei spostamenti anche se, spesso, quando sono in fila all'imbarco o in stazione in attesa del treno, rimpiango di non avere nessuno accanto. Però nel mentre osservo tanto e scrivo nella mia mente pensieri favolosi. Comunque dicevamo. Domani parto. Sola. Raggiungo la mia coinquilina in Calabria. Poi di lì mi sposto, sola, in Sicilia dove re-incontrerò un blogger conosciuto qui anni fa. Una cosa strana, però non ci sto più nella pelle. Finalmente vado in Sicilia, sono anni che lo desidero. Non ho ancora capito dove starò, però poi mi sono anche dedicata dei giorni solo per me. Andrò a Siracusa e poi un po' più giù. Il biglietto di ritorno non c'è ancora. Lo farò ma non ho ancora deciso quando. Lo scorso weekend sono stata a Milano. E' stato strano tornarci. Pensavo l'avrei presa peggio.  In realtà, è stata la mia prova del nove. Ho c

[12/365] La chiave della felicità è la disobbedienza a quello che non c'è.

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#canzonedelgiorno Nell'ultimo periodo ho affidato molti miei stati d'animo alla musica.  Pensieri, emozioni, riflessioni, sono nati ascoltando semplicemente una canzone. Ho scritto, pedalato, rivolto lo sguardo fuori da un finestrino, macinato km, senza mai abbandonare il mio lettore mp3 o le mie playlist di Spotify.  E non posso nascondere che in molti casi la musica mi ha salvato.  Stasera sono inciampata in questa canzone. Mi ricorda molto il mio passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Del resto ho conosciuto gli Afterhours quando ero ancora una bambina, per poi innamorarmene completamente durante la mia adolescenza.  Ci sono tanti ricordi legati agli Afterhours.  Il mio primo cd di musica alternative . La prima canzone d'amore che mi è stata dedicata e che ascoltavo incessantemente mentre ero in Spagna.  Il mio primo fidanzato serio. La sua batteria. Le sue lettere scritte a mano. Un concerto a Conversano, dove abbiamo accomp

[11/365] E.

Ieri è successa una cosa strana. Che poi tanto strana non è. Direi più piacevole, che strana. O forse piacevolmente strana. Ho risentito E. Era da un paio di mesi che non lo facevamo, del resto FB mi informava che la sua vita sentimentale andava a gonfie vele, mentre la mia faceva fatica a decollare. Gli unici tentativi di comunicazione erano legati a questioni lavorative, congressi, incontri, robe da medici insomma. Ieri però, non so per quale motivo, abbiamo cominciato a scriverci con la scusa di una foto su IG. Mi sono ricordata subito di un’altra foto che mi aveva mandato quando abbiamo cominciato a frequentarci e che conservo ancora. Del resto, di uno in camice bianco super abbronzato non si butta niente. Si chiama devozione alla divisa ospedaliera . E poi non posso negare che è stato uno dei ragazzi più belli che abbia mai frequentato. Abbiamo parlato di cazzate prima, di cose serie poi. E ho scoperto che la sua storia con la tipa del limone non va poi così tanto be

[10/365] Milano, ventricolo destro, piano di sopra.

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Da quando sono rientrata da Milano, mi capita spesso di volgere i pensieri al contrario, di arrotolare il nastro di questa esperienza e rivivere i momenti che ho lasciato alla voce Milano, ventricolo destro, piano di sopra.  Faccio questo esercizio più o meno tutti i giorni, mi basta guardare il calendario o l'agenda, guardare un numero e dirmi un mese fa ero qui, tre settimane fa stavo facendo questo. Insomma, l'app Accadde oggi di FB, ce l'ho anche io, nella mia testa. (Ma per favore non ditemi che sono una persona che guarda al passato perché io nella mia vita riconosco di avere il problema opposto).  Oggi, per esempio, è un giorno di quelli. Uno di quei giorni che mi hanno riportato violentemente indietro di un mese. A quando ero seduta in un baretto sui Navigli a sorseggiare uno spritz. Con il sole alle spalle e di fronte una persona che non avrei più rivisto. A quando, nonostante la mia jumpsuit fiorata, le zanzare si cibavano di me. A quando sorseggiavo Falag

[9/365] Una bugia.

Il brutto di chi non riesce a mentire è che glielo si legge in faccia. E se hai degli occhi che non passano inosservati, perché lo dico, lo ammetto e me ne vanto, io ho degli occhi così trasparenti, così grandi, così sinceri che delle menzogne non conoscono neanche il significato, capire che non stai bene viene facile. Ed oggi è così. Sarà per via del ciclo. Sarà per via delle canzoni che sto ascoltando. Sarà per via dei libri che sto leggendo. Sarà per il lavoro che continua a non piacermi ma ad affascinarmi (questa poi un giorno ve la spiegherò). Sarà per una serie di motivi che è presto scrivere, raccontare e sviscerare. Ma oggi ho degli occhi gonfi, stanchi, distrutti, struccati, pieni di lacrime. Perché sì, non mi vergogno a dirlo che proprio nel mezzo di una mattina che sembrava togliermi tutte le energie, sono scoppiata in un pianto senza freno. E ho ringraziato lo schermo del pc dietro il quale mi sono nascosta. Mi sono detta che passerà, perché tutto passa , del re

[8/365] Di ritorni.

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Il ritorno in Puglia è stato traumatico. A dire il vero lo è stato anche la partenza da Milano, che mi ha lasciato un'amarezza in bocca e non solo. Ho le ossa impregnate di delusione mista a stupore, ma va beh, è la vita, gli strappi non sono stati mai facili da sopportare, le distanze ancora meno. Del resto era tutto preventivato e altri luoghi comuni che continuo a ripetermi ormai da cinque giorni. Ho disfatto la valigia il giorno dopo essere tornata, non avrei voluto farlo, non ero pronta. Era il gesto conclusivo di questa esperienza durata così poco per le innumerevoli emozioni che il mio muscolo cardiaco ha dovuto sopportare. E non volevo concludere proprio nulla. Ma dovevo. Mi scorrevano in mente i momenti vissuti a Milano, più o meno intensamente, riponevo la roba nel mio armadio ricordando esattamente il momento in cui l'avevo indossata. Ho chiamato qualche amica, chiedendo aiuto. Lo so, sono plateale quando devo affrontare il dolore. Ma la verità è che f

[7/365] Le parole sono solo parole.

Le parole sono solo parole. A volte speriamo che siano l’espressione dei sentimenti che desideriamo ricevere. Il racconto del mondo che gli altri ci regalano. Il dono di loro. Ma sono solo parole. Valgono del valore che hanno. Che è temporaneo ed effimero. Spesso non sono neanche opinioni articolate. Quando vengono scritte poi, valgono anche meno che dette. Perché le parole pronunciate sono anche fiato, la vibrazione di una corda, se non altro la difficoltà di intonarle e di muoverle attraverso le labbra. Sono un bacio dato all’aria che costa più fatica.  E le persone sono solo persone. Non sono guide, non sono santi, non sono mostri, non sempre almeno. Solo Persone. Valgono il valore che li diamo, e neanche per tutto il tempo in cui glielo diamo. Le persone non sono i personaggi che dipingiamo su di loro. Non sono le presenze di cui abbiamo bisogno per riempire gli spazi della nostra vita. Non sono mezzi, ne fini, ne scopi, per dire a noi chi siamo noi. Non sono mai come saremmo

[6/365] Libri: Attraversare i muri - un'autobiografia- Marina Abramovic

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[Foto scattata dalla sottoscritta mentre aspettavo il solito treno in ritardo] Non avrei mai potuto attraversare i muri da sola. Comincia così l'autobiografia della grandmother della performance art, all'anagrafe Marina Abramovic, artista di origine serba.  Il libro si apre con una pagina di ringraziamenti, in cui la stessa artista ringrazia coloro che l'hanno aiutata in questo percorso di riscoperta e lettura di sé, nero su bianco.  Una storia fatta di racconti sorprendenti che si snodano a partire dall'infanzia di Marina, dal rapporto con la sua terra di origine -la Jugoslavia di Tito, a quello turbolento (e violento) con sua madre, partigiana estremista nel sangue, per poi abbracciare tutta la sua giovinezza, le storie più importanti della sua vita- quella con Ulay e quella con Paolo, fino a concludersi ai giorni nostri, che vedono l'artista ormai settantenne. Tutto definito e contornato dai successi (e insuccessi) artistici collezionati nel tempo: l

[5/365] Milano a volte è un filtro che invecchia.

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Cammino per le strade di Milano. Sola, con la musica nelle orecchie, sgattaiolando tra la gente qua e la, presa dalle vetrine, dalla fretta di prendere la metro, da quest’aria che sa di primavera, mista ad inverno, ad autunno scaduto, a estate lontana.  Non mi lascio scalfire da questa atmosfera metropolitana, decadente e festaiola.  Viaggio con la mia testa al mare, alle persone lontane, a te che hai qualcosa da dirmi ma non so cosa.  Milano a volte è un filtro che invecchia e me ne accorgo quando, facendomi un selfie, osservo la mia pelle grigia e spenta. Sembra che abbia assorbito, oltre allo smog, tutti i pensieri di questi mesi. Riguardo la foto, sono quasi compiaciuta dalla bellezza dei miei occhi.  E’ stupido ammetterlo, lo so bene, ma riconosco che sono l’unico tesoro di cui posso andare fiera. Perché, in fondo, nascondono –forse non troppo bene- tutto quello che mi porto dentro.  Continuo a camminare mentre penso che quella foto avrei potuto scattarla con q

[4/365] Ho detto NO al cioccolato.

Ho fatto un patto con la mia coinquilina: ho detto NO al cioccolato. Premessa: io non sono credente. O meglio, sono in un periodo in cui non mi chiedo più se esiste un Dio o meno. Cerco di fare il mio meglio, di dare il massimo in quello che faccio e di essere una persona onesta. Poi se Dio esiste o meno, non lo so.  Dopo anni passati tra i banchi di una chiesa, ho cominciato a rendermi conto che non era né la fede, né la religione a rendermi una persona migliore.  E' un discorso complesso, magari ve ne parlo in un altro momento. Anyway, oggi, per chi è cristiano, comincia la quaresima e io e la mia coinquilina abbiamo deciso di fare questo fioretto. L'idea che ci sia qualcuno che con me condivide questa scelta mi stimola e mi spinge ad impegnarmi sul serio. So che vi starete già chiedendo se sia matta o cosa. Però, per me rinunciare al cioccolato è grave. Credo che sia il cibo di cui sono più dipendente, roba che se non ne mangio un pezzettino al giorno risc

[3/365] San Valentino.

E' San Valentino e nessuno mi ha portato a cena fuori. Non ho ricevuto fiori, né regali. Neanche un ciondolo Pandora. Che merda di fidanzato! , direi- se solo avessi qualcuno. I social sono infestati di massime, per lo più banali, su questa festa, che dovrebbe ricordare l'amore e invece a me fa così tanta tristezza che sono venuta qui, a parlarne con voi. Sediamoci ad un tavolino, vi offro una tisana, con dei pezzettini di mela e lavanda. Anche del cioccolato fondente, ché a me piace un sacco e non posso andare a letto senza. Non sono così arida come qualcuno pensa. Ho fatto anche io i miei pensieri sull'amore, oggi. Cosa credete! Ho pensato a quegli amori inespressi. A quelli nascosti. A quelli che si nascondono nelle chat dei nostri telefoni. A quelli che vivono nei nostri sogni. Nelle nostre vite immaginarie. Nei nostri film mentali. Agli amori lontani. A quelli che non abbiamo vissuto a pieno. A quelli dimenticati in fretta. Agli amori che non proveremo mai. O

[2/365] Di quando pensi di essere pronta e invece.

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L'altra sera sono andata ad una festa di compleanno di una delle mie più care amiche. Una bellissima festa in cui ho bevuto un po' troppo e mi sono divertita così tanto che a momenti mi sentivo io la festeggiata. Mi hanno mandato un video in cui ballavo sulle sedie, e ho detto tutto. Ero preparata a tutto: a divertirmi, a bere molto, a mangiare poco, a farmi selfie e foto a go go. Insomma, cose mainstream che si fanno durante le feste. Ma dopo circa un'oretta che ero nel locale, la porta si è aperta ed è entrata una coppia. Era E. con il suo nuovo cane da guardia . Non me ne sono accorta subito e ci è voluto un bel po' affinché ci trovassimo vicini per i soliti convenevoli del ciao come stai.  Ho fatto la brillante come mio solito. E ho affidato all'alcol tutto il mio disagio. E. non era da solo, ma in compagnia di una tappetta bruna dai capelli lunghi e una personalità anonima, che non ha fatto altro che guardarmi per tutta la serata, mettendosi accanto

[1/365] HNY 2017

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Arrivo un po' in ritardo con gli auguri e con questo post. Scusate.  Ma il 2017 mi ha dato il benvenuto con una bella febbre di 38 gradi. Del resto, se la notte l'ho passata con un vestitino leggero e un super raffreddore, non potevo aspettarmi altro. Sono contenta di questo 2017 che finalmente è arrivato. Per diversi motivi: 1. le vacanze di natale sono terminate e per un anno circa posso stare tranquilla 2. il 2016 non mi ha entusiasmato molto se non per i miei viaggi e qualche conoscenza che mi è rimasta nel cuore 3. sentivo la necessità fisica e spirituale di chiudere con un anno che mi ha dato parecchio filo da torcere 4. last but non least , tra 10 giorni mi trasferisco a Milano e questa, al momento, è la più grande novità del nuovo anno.  Sono contenta ovviamente, ma non riesco ancora a metabolizzare tutto l'entusiasmo, misto a paura e ansia. E' come se avessi congelato il pensiero al giorno della partenza, anche se dentro di me sono