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2014

In quest'anno che se ne va io ho perso. Un po' di certezze. Troppo tempo. Una persona che pensavo fosse onesta, sincera, pulita, un uomo d'altri tempi. Un po' di cd, diversi orecchini, la fiducia in alcune persone. I miei colleghi di Verona. Ho guadagnato. Una laurea. Un nuovo progetto di vita, qualche chilo, l'indipendenza, una dose maggiore di libertà, qualche notte folle, tanto coraggio. Una nuova amica. Un bacio di Roberto Angelini sulla guancia, diversi concerti, un biglietto per gli U2, dei nuovi colleghi. Non posso lamentarmi di questo anno che è stato una vera e propria rivoluzione. Come ogni passaggio, ha avuto la sua buona dose di sofferenza, ma oggi 31 dicembre, dico che ne è valsa la pensa. E voi?? [Post suggerito e ispirato da Chiara Gamberale] Buon anno a tutti! Un abbraccio.

On air #73

PS. Ascoltate il testo.

Buon Natale!

Domani è Natale e non mi sembra vero. Non mi sembra vero che quest'anno sia volato così in fretta.  Non è un post di bilanci, quelli magari ci saranno tra qualche giorno o forse no. Ho deciso di godermi l'atmosfera, di prendermi tutto il calore e l'energia di questo periodo. Ché, anche se non amo particolarmente stare lì a ripetere Auguri , qualche abbraccio non mi farà male. Così come qualche sorriso, qualche parola in più o semplicemente qualche sguardo familiare. Domani passerò la giornata al pranzo dei poveri della Caritas. Ho deciso che quest'anno vorrei donare il mio tempo a loro. Era un desiderio che avevo da anni. E finalmente lo realizzo. Due giorni fa ho incontrato testadic . Un incontro inaspettato che ha sottratto 4h alla vita di ciascuno di noi senza che ce ne accorgessimo. Ci siamo confrontati a lungo. Parlato, parlato, parlato. Come se tutto quello che avessimo da dirci fosse un balsamo per i nostri cuori. E io sono stata felice. Perché è

Ché io non ami particolarmente il Natale, a momenti, ne parlano anche i libri di storia.

Ché io non ami particolarmente il Natale, a momenti, ne parlano anche i libri di storia.  Ma questo è un Natale diverso. Sono letteralmente meno irrequieta (e inquieta) del solito, anche se quando mi fermo un attimo a pensare, il criceto del mio cervello mi ricorda quanto questo periodo non è particolarmente facile per me. I motivi reali non ve li so spiegare, ma ogni anno che passa sento sempre più il peso di una festa forzata che male riesco a digerire. Dentro me prego che arrivi subito il 6 gennaio, che la vita torni alla sua normalità, che il freddo passi, o meglio arrivi, visto che qui, in Puglia, non c'è manco un accenno di inverno. Non ho fatto nessun regalo. O quasi. Ho comprato un bracciale fatto a mano per mia sorella, ad un mio amico regalerò un poster di Rita Levi Montalcini, un paio di lacci fluo ad un'altra mia amica e poi ho realizzato dei segnalibri che regalerò ad cazzum. Nel senso che li regalerò a quelle persone che incontrerò il giorno di Natale. E

Ho tanto sonno. E forse dovrei andare a letto.

Ho tanto sonno. E forse dovrei andare a letto. Oggi sono andata al corso di teatro. Mi piace, ma forse non fa per me. Il maestro mi sta facendo lavorare un sacco sulle emozioni. Ha detto che scaverà dentro di me. Entrerà anche a costo della sua incolumità. Lo spero, perché io mi sento un tronco. Una pietra fredda senza possibilità di essere spostata o scolpita. Ho lo stomaco chiuso. Non ho visto il tg in questi giorni, e solo ora ho appreso quello che è successo. Stanotte me ne starò sotto il mio caldo piumone, mentre dall'altra parte del mondo c'è chi se la prende con dei bambini innocenti. E' uno schifo quello che un uomo è in grado di fare. Se questo è un uomo. Sono riuscita ad accedere al mio vecchio blog. Quanto mi piaceva quello che scrivevo. L'ho chiuso nel 2011, prima di aprire questo. Magari vi farò leggere qualcosa. Come sono cambiata in questi anni, anche se alla fine i tormenti interiori restano. E forse resteranno. Ho tanto sonno. E fors

E' nell'altro la vera ricchezza del nostro essere.

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Odio le persone che mettono il muso per farti sentire in colpa. Lo trovo infantile. Non solo. Ritengo che sia un modo per frenare la libertà altrui. O almeno io la vivo così. Non si possono avere le persone a proprio piacimento. Siamo diversi e quando ci relazioniamo dobbiamo sempre tenerlo a mente. Gli altri non saranno mai a nostra immagine e somiglianza. Non saranno neanche come il nostro io vorrebbe. Saranno semplicemente se stesse. Che ci piaccia o no. Può far male a volte scoprire una diversità abissale dal nostro modo di vedere e sentire le relazioni, ma in questi casi le scelte sono due: accogliere o prendere un'altra strada. Senza che né una né l'altra decisione riservi rancore.  Odio anche chi mette se stesso al centro dell'attenzione, soprattutto altrui. Se vuoi essere l'ombelico del tuo mondo, no problem. Ma non pretendere di essere l'ombelico del mondo altrui. Non sei la Vodafone, ergo non ruota tutto intorno a te. Quando mi relaziono c

Rewind.

Ho deciso di prendermi una giornata tutta per me, nonostante le scadenze incombenti della prossima settimana. La riunione con il mio capo ieri è andata bene, potrei mettermi l'anima in pace e non essere più in tensione ogni volta che devo vederlo, perché lui è una persona tranquilla, perlomeno quando non ci sono pazienti nei paraggi. Ma ho nuovi compiti e come tali devo portarli a termine. In questi ultimi giorni sto ascoltando a manetta Paolo Nutini, ho sempre avuto un amore sconsiderato per le sue canzoni, ancor più dopo averlo visto dal vivo qualche anno fa. Qui in Puglia c'è un sole bellissimo, nonostante faccia un pochino freddo. E' un tempo che si sposa perfettamente con i miei pensieri, cullati dalle note di Rewind di Nutini. Why we can't just rewind? Già, perché non possiamo tornare indietro? Chi mi conosce sa che sono una nostalgica cronica, che se potessi I'll trade all my tomorrows for a single yesterday come dice la canzone di Janis Joplin.

Ciao.

Nella mia testa i neuroni stanno facendo la guerra. Ho molte cose da dirvi. Sono stata a Verona. Ho comprato due biglietti per gli U2. Domani ho una riunione con il mio capo e sono in tensione. Io e Lui ci siamo rivisti. Un tipo conosciuto quest'estate mi ha chiesto di passare il capodanno insieme. Potrei continuare fino a domani mattina. Ma starò in silenzio, sperando che tempi migliori passino a farmi visita. Ciao.

Un messaggio nella notte.

Dicono che il cel va spento durante la notte perché crea uno stato di vigilanza che non ti fa dormire bene. E' vero. Il mio sonno è disturbato anche da questo. Ogni notte mi sveglio per controllare se ho ricevuto qualche messaggio. C'è sempre qualcosa da leggere, ma della persona sbagliata o di persone di cui fondamentalmente non me ne frega niente. O magari me ne frega qualcosa ma poi non mi scrivono nulla di importante per cui valga la pena svegliarsi nel cuore della notte. Stanotte è successo di nuovo. Come ieri notte. Come l'altra ancora. Ma questa notte è stato diverso. Ho trovato un messaggio che non mi aspettavo. Un suo messaggio. Un semplice ti desidero . Non ho risposto. E non risponderò, perché se qualcosa la desideri sul serio te la vai a prendere. Non lasci che sia un messaggio a farlo. Ho pensato al discorso che ieri ho fatto con un blogger ( grazie Domenico! ) che mi ha detto una cosa che mi è rimasta impressa. La teoria della creazione del valore

Cronaca di un concerto bellissimo.

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Sabato scorso sono andata a sentire il trio più bello del mondo: Fabi- Silvestri- Gazzè.  L'amore non esiste , ma esistono loro che fanno delle canzoni stupende e che sul palco sono tre minchioni che fanno sorridere le donzelle come me, oltre a farle lacrimare quando pescano dal repertorio pezzi come Mentre dormi - cantata da Fabi, Costruire o Occhi da orientale . Il concerto è stato bellissimo. Punto. Non posso aggiungere altro a quello che le miei orecchie hanno ascoltato e quello che i miei occhi hanno visto.  Solo un consiglio. Magari vi piace solo uno dei tre, o magari nessuno. Non importa. Questo concerto va visto per la mole di bravura e poesia che si respira dal palco.  E poi quando vi ricapiterà di ascoltare 3 artisti in un solo concerto? Mai. Quindi non esitate a comprare il biglietto, che non costa poi tanto. Dicevamo che sabato sono andata al concerto, bellissimo, bla bla bla. Ero in terza fila, praticamente vicino alle transenne. Comincia lo spettacolo

Niente. Non si prova niente.

Guardo quella sigaretta tra le tue labbra. La tua barba, il tuo sguardo sospeso. Sei bello in questa foto. Non posso negarlo. Non riesco a guardarti di più. Sono arrabbiata. Perché sei un cumulo di bugie. E io sono stata scaltra da fuggire in tempo. Per fortuna . Questa volta, per la prima volta , sono stata io quella che è sparita. Adesso posso dire cosa si prova. Niente . Non si prova niente. Perché se una persona non ti piace abbastanza non hai paura di perderla. Anzi speri che avvenga presto. O che sia lei a dimenticarsi di te, in modo tale da non starci a pensare tu. Non è bello lasciare le cose così, indefinite. Ma forse, a volte, le parole non dette contano di più di quelle dette. E poi cosa avremmo dovuto ancora dirci? Tu, che io sono bella, la più bella cosa che ti è successa in questo ultimo periodo. Io, che le cose belle bisogna tenersele strette, e invece tu non hai fatto altro che farmi fuggire. Pensavo di essere io quella sbagliata, e invece no. Questa volta

Domenica distratta.

Guardo irrequieta l'orologio. Vorrei che questa giornata finisse al più presto. Poi penso che domani sarà lunedì e ho mille cose da fare e cambio idea. Ma la noia di questa giornata è arrivata al midollo. E io mi sento inquieta. Oggi ho scoperto che la mia patente scade tra 4 giorni e non so se ho tempo di fare la visita per il rinnovo. Questa settimana dovrei cominciare sul serio a lavorare e non so se è il caso di chiedere mezza giornata di permesso (considerando che per arrivare in università ci metto un'ora e mezza tra treno e autobus). Sono distratta, molto in questo ultimo periodo. Ne sono consapevole. Ma non riesco a farci nulla. E' un periodo in cui è la gente a fermarmi per strada, a dirmi ciao, a mettermi la mano in faccia per farmi ritornare con i piedi per terra. La vergogna. Il disagio. E altro. Non so cosa mi succede. Dormo più del solito, mi sembra di essere in un'altra dimensione. E poi con la testa proprio non ci sto. Vorrei una vacanza. E

Suggerimenti musicali.

Non riesco a farne a meno. Forse perché vorrei dedicarla a qualcuno, ma devo solo stare zitta.

Pillole di saggezza #15

Alla donna che sono stata voglio bene. Anche se era fragile non è mai stata debole, anche se era stanca e sfinita non ha mai smesso di lottare. Ha saputo resistere. Alla donna che sono stata sento di dover riconoscere dei meriti, molti: il coraggio di sbagliare, la volontà di esserci, la responsabilità di scegliersi.  (F. Volo - Le prime luci del mattino)

Basterebbe solo parlare chiaro.

Ieri la mia migliore amica mi ha detto che sono trasparente. Fin troppo .  Tu non hai zone d'ombra e per me non è una cosa positiva. Sono rimasta basita. Ho sempre pensato che la mia sincerità, il mio essere chiara, trasparente, lineare potesse essere un pregio. Infondo lo è e di questo ne sono convinta. Anche perché poi so che questo non c'entra molto con le zone d'ombra.  Io le mie zone d'ombra le ho, eccome se le ho. Ne ho tante. Ma non mi interessa né dirlo, né comunicarlo. Anzi, se proprio devo dire la verità- giusto per rimanere in tema- qui vengono raccontate tutte quelle zone oscure della mia mente che nessuno conosce. Quello che mi succede dentro, i grovigli di pensieri che mi passano per la testa li conosco solo io. A volte uso le parole -scritte e dette- per raccontarli, altre volte no. Preferisco il silenzio. Che posso assicurarvi fa molto più rumore di qualsiasi parola. Questo discorso è nato da una notte insonne, passata a pensare e ripens

Sospesi.

Di gente conosciuta in discoteca, che il giorno dopo mi contattava, ne ho incontrata poca nella mia vita.  Per fortuna aggiungo. Tra questi c'è il famoso siamosoloamici. Ma va beh.  Non faccio tanti giri di parole. Io e il pezzo grosso - che chiamarlo così proprio non mi piace- ci siamo visti. Una, due, tre, quattro volte. Forse saranno cinque. Forse sei. O forse i nostri incontri si fermeranno qui. Io mi sento impreparata. Per ora è tutto così indefinito. Non ci conosciamo e mi sta bene così.  Le mie barriere di difesa sono tutte erette. E io mi sento sicura. Perché questa volta è tutto diverso. Ho di fronte un uomo che ci sa fare, che mi riempie di attenzioni, non troppe ma sufficienti a farmi stare bene. Un uomo per il quale ci sono prima io e poi lui. Non ne voglio parlare, ma un lieve sorriso ebete mi accompagna ormai da giorni. Sto bene, anche se le classiche domande me le faccio ogni giorno. E' una storia senza inizio e senza fine. Viviamo sospes

Una giornata a letto.

Non ce l'ho fatta ad alzarmi. Non era sonno, quanto piuttosto una mancanza di energie. Sono rimasta a letto fino ad ora. E sono così stanca, pur non avendo fatto nulla, che credo salterò il corso di teatro di stasera.  Per non parlare del mal di testa insistente che non mi sta dando tregua da stamattina. Mi sono autodiagnosticata l' emicrania a grappolo . Non troverei spiegazioni diverse. Ho deciso però di rivolgermi da un neurologo e di annotarmi i casi al mese. I concerti sono stati bellissimi. Emozioni diverse, ma entrambe belle. Che dire? Rinnovo la mia devozione a Samuel e mi congratulo con Cesare. 

Oggi Subsonica, domani Cremonini.

Ho un weekend intenso, fatto di concerti e tanta voglia di lasciare i pensieri alle spalle. Sulla pelle mancanze, odori di baci, desideri, dubbi e passioni. Non mi fido, ma mi lascio andare.  Mi faccio avanti e poi faccio tre passi indietro.  Ermetismi che un giorno spiegherò. Cercherò risposte nella musica.  Nelle canzoni che stasera e domani canterò a squarciagola.

Mamme, ma che cazzo fate?

Attenzione . Questo post potrebbe offendere qualche mamma che è qui di passaggio, per questo motivo si prega di prendere molto con le pinze ciò che sto per scrivere o, se facilmente suscettibile, permalosa, ecc, di non leggere questo post. Non voglio offendere nessuno, semplicemente esprimere il mio parere, in virtù di una scena a cui ho assistito qualche giorno fa mentre ero dalla parrucchiera. Ad un certo punto, è arrivata una signora, sulla quarantina, che ha cominciato a parlare con la parrucchiera. Si conoscevano anche al di fuori di quel contesto in quanto mamme di due ragazzine di terza media frequentanti la stessa classe.  Hanno cominciato, ovviamente , a parlare di scuola, di compiti in classe, di prove INVALSI (di cui ignoravo l'esistenza), e di tutto l'universo scolastico che ruota intorno a delle 13enni. In realtà la mia parrucchiera ed io eravamo abbastanza in silenzio, la prima perché intenta a lavorare e ad ascoltare, la seconda, ovvero io, semplicemente p

Il problema non sei tu, sono io.

[ You know I'm no good - Amy Winehouse ] E' bastato un caffè per scoprire tutta l'aridità che mi portavo dentro.  Tu mi parlavi ed io facevo finta di ascoltarti. Pensavo a quanto potessi essere sgradevole mentre con gli occhi ti mentivo. Tu sei un uomo, non hai nessuna colpa. Stai facendo il tuo. Magari mi stai solo corteggiando per portarmi a letto. Mi stupirebbe il contrario. Sei come tutti gli altri, né più né meno. E non è una colpa. Siamo animali, siamo fatti per usarci e consumarci. Alla balla che non vuoi farti scappare una come me ci credo poco. Anzi non ci credo affatto. Sarò io a scappare come al solito. Perché non ci so stare nelle relazioni.  E mentre sorseggiavo il caffè, pensavo a questo.  Non al peso delle tue parole.  Non al peso del tuo passato. Che mi spaventa pure quello. Eh, se mi spaventa. Pensavo a come architettare la fuga per farla sembrare il più naturale possibile. Pensavo alla scusa che ti avrei raccontato quando mi avresti chiesto

Pezzi grossi.

Sono andata a letto alle 6. C'era un accenno di sole nel cielo. Stanca e non ubriaca per fortuna. Ho conosciuto un tipo ieri sera. Carino. Famoso. Un pezzo grosso insomma. Si è presentato, mi ha corteggiato, si è dimenticato il mio nome. Ma ha il mio numero di telefono e io i suoi complimenti. I suoi insistenti complimenti. Gli ho riso in faccia all'ennesimo sei bella . L'alcol distorce la visione. E amplifica le sensazioni. Si farà vivo lui, non ho voluto il suo numero appositamente. Nel frattempo partono le ricerche su internet. Qui abbiamo a che fare con gente di un certo livello.

Le cose belle accadono.

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Oggi ho ricevuto una bella notizia.  Una notizia che aspettavo.  Una notizia che mi fa tremendamente paura, ma che infondo è quello che desidero. Credo che la vita mi abbia regalato tanto in questo ultimo anno. Prima Verona, poi la laurea e adesso...adesso si ricomincia.  In una nuova città, con un nuovo progetto. Sono stata ammessa al dottorato di ricerca. Continuerò a lavorare per quello in cui mi sono impegnata negli ultimi mesi e che è stato oggetto della mia tesi. Un progetto che ho avuto a cuore sin da subito, ma questa volta sarà ancora più bello perché lavorerò sull'uomo anziché sul topo. Che dire...le cose belle accadono. Non mi sono fidata di me stessa né di chi ha creduto in me. Sono stata ingrata nei confronti della vita, ne sono consapevole. Ma spero potrò essere perdonata. Intanto mi godo tutta la bellezza della novità che adesso allieta e movimenta la mia vita.

Vuoi un passaggio?

Guardo la città muoversi dietro i vetri bagnati: macchine in fila ad un semaforo, grembiuli blu sotto ombrelli colorati, tappeti di foglie colorate sui marciapiedi, maglioni di lana su manichini ultra small.  Non ci crede nessuno a questa storia che bisogna essere ossa ricoperte da uno strato sottile di muscoli per essere all’altezza di una moda che è fuori moda.  Ma neanche a quella che agli uomini piacciono le ragazze in carne. Ma quando mai. Interrompo subito questa vena polemica. Continuo a guardare dietro i vetri. Tutto scorre, senza un apparente motivo.  Un flusso continuo di luci, colori, gente.  Sono la spettatrice passiva di uno spettacolo che prende vita sotto i miei occhi.  Nessun palco, né poltrone da dove guardare il tutto. Solo un vetro. La fisica separazione di quello che accade fuori da me. Oltre me.  Poi arrivi tu. Ti infili in un pensiero. Nelle macchine in fila al semaforo, nei grembiuli blu sotto gli ombrelli colorati, nei tappeti di foglie colorate s

Pausa sigaretta.

Avevo ormai dimenticato cosa significasse passare intere giornate sui libri. Credo che l'ultima volta risali al 6 maggio, il giorno prima dell'ultimo esame all'università. Le ore spese per la stesura della tesi non le considero, anche perché nonostante fossi visivamente stressata, il periodo è volato così velocemente, che ora faccio fatica anche a ricordarlo. Dicevo, in ogni caso, che ho quasi dimenticato cosa significhi studiare un intero giorno. E infatti, ieri e oggi, sto facendo un' enorme fatica a rimanere incollata alla sedia. Come una minchiona professionista, mi sono ridotta agli ultimi giorni a studiare come una matta per il concorso di domani. Quale concorso? Quello per cui i vincitori sono già noti, e ovviamente io non rientro nella graduatoria. In ogni caso, incrociamo le dita della mano, e anche quelle dei piedi, non si sa mai. Proverò il terzo concorso di dottorato, con una modalità tutta diversa da quelli che ho già fatto.  Il colloquio v

Al prossimo lavaggio.

E' una vita che mi sforzo di capire le logiche del cuore. Cerco di mettere ordine al caos delle emozioni che lo abitano. Organizzo i sentimenti in modo tale che ognuno abbia il suo posticino. Fallisco. Ci riprovo.  E fallisco nuovamente. Dovrei non sforzarmi più. Smetterla sul serio di tenere tutto sotto controllo. Perché poi il tempo fa il suo. La vita sceglie strade diverse da quelle che scegliamo noi. Si diverte.  E l'ho capito ieri sera, mentre ti osservavo silenziosa. Mentre con il fumo della sigaretta cercavo di cancellare tutto quello che ho pensato e provato per te. Volevo cancellare anche il tuo volto. E il mio per avergli permesso di guardarti così tanto. Non ci sono riuscita.  Ma la vita sorprende sempre. E questa volta la lucidità ha lavato via tutto. Nessuna macchia. Tutto perfettamente pulito. Solo un puntino che faccio fatica anch'io a notare. Andrà via anche quello al prossimo lavaggio.

Mare e ancora mare.

C'è un richiamo alle mie origini. Al liquido amniotico che mi ha tenuta, coccolata, protetta, avvolta per nove mesi nell'utero di mia madre. E' il mare , Senza il quale non so stare. E se imparo a starci, non ci sto poi così bene. E i mesi a Verona ne sono stati la più chiara dimostrazione. I miei malesseri erano dettati anche da quello. Sono andata al mare. A prendere il sole. A sentire ancora una volta il sapore dell'estate sulla pelle. Acqua fredda, ma non così tanto da evitarla. Tuffarmi non è stato mai così bello. Un bagno rigenerante di cui avevo bisogno. Come se quel sale, quel fresco sulla pelle potesse far rotolare tutti i macigni che porto addosso. Evito incontri , oppure sono loro che evitano me. Ma io sono tornata. E le strade si attraversano, si incrociano, si intersecano. Sarà difficile evitarsi a lungo. Mi sembra di essere in una bolla, fluttuo nei miei mondi. Prima o poi scoppierò. Ho mille cose per la testa. Un trasloco per esempio. Sì,

GreyGoose.

Pensavo fosse una canzone d'amore. E invece ci sono rimasta malissimo quando ho pesato le parole.  Quando mi sono accorta che quel  quando ti levi di torno   non vedo l'ora che esci e non torni più è il pensiero di un uomo dopo una notte di sesso con una conosciuta la sera prima. Carino, eh?! Quando mi sono accorta che quel scendi più giù vieni a darmi il "buongiorno"  è un elegante invito ad una fellatio . Sticazzi , aggiungerei. Insomma, io ieri la canticchiavo, ero felice mentre raccontavo alle mie amiche di aver comprato il biglietto per il concerto di Cremonini, e invece ho subito smesso di sorridere quando la mia amica mi ha detto: ma hai capito che buongiorno vuole Cesare? Veramente no. Io pensavo che lei si trovasse al piano di sopra, e lui le chiedeva di scendere per darle il buongiorno. Mi ero immaginata una casa su due piani, con il parquet, il divano in disordine, i libri sparsi un po' ovunque, i posaceneri pieni di sigarette lasciate a metà,

Quanta vita passa tra e negli oggetti che accumuliamo.

Ho rimesso in ordine la mia stanza. Una scatola per i libri letti. Per quelli non letti non bastava la libreria. Credo che per il prossimo anno non comprerò libri. Ne ho così tanti da leggere che potrei stare tranquilla fino alla fine del 2016. Mi sono stupita anch'io nel vedere come la mia libreria pullula di libri non letti. Ho messo un'etichetta su tutto. Sulle scatole, sui quaderni, sulle custodie di vecchi appunti.  Sui raccoglitori contenenti le mille cazzate: biglietti di concerti, treni, mostre, opuscoli di musei, mappe di città che ho visitato. C'era un po' di tutto tra le mensole della mia libreria. Mi è tornato in mente il principio del vuoto di Joseph Newton e l'esigenza di dover fare spazio al nuovo. Di lasciare un vuoto per le cose nuove che arriveranno. Non ho buttato molto, infondo si trattava di libri universitari, di appunti di 8 anni di vita, di biglietti legati a viaggi, di foto varie. Non ho avuto il coraggio di buttare

Nell'ameno paesello.

Sono tornata all'ameno paesello. Con la speranza di non rimanerci per molto. E non perché non mi piace il posto dove abito, sia chiaro eh. Ma voglio un lavoro. Rischio la depressione se resto senza far nulla. E poi mi sono appassionata così tanto al mio progetto di tesi che, lasciarlo lì, tra i banconi del laboratorio dove ho passato 9 mesi della mia vita, proprio non mi va. Due mie colleghe sono ad un convegno dove sarà presentato anche il mio progetto di tesi. Sono contenta per loro e per me. Le ho appena sentite e ho dovuto trattenere le lacrime. L'ho dovuto fare anche ieri quando tutti i miei colleghi mi hanno regalato un cartellone con le foto più belle di questi 9 mesi. Ci mancherai, Wikinella. Ci mancherà il tuo sorriso. Sei una bella persona. Frasi che ho messo in valigia. Nella valigia del cuore. Avevo gli occhi umidi. Ma sono felice. Sono felice perché ho incontrato loro per strada. Per questa esperienza che ora sarà archiviata nei capitoli della mia vita.

Vorrei

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Nell'arco della mia vita ho collezionato molti vorrei. Alcuni sono rimasti tali, altri sono diventati qualcosa di più di un semplice condizionale. Ieri, mentre sbirciavo la home di FB sotto le lenzuola prima di andare a letto, mi sono soffermata su una foto di Comeprincipe. Devo ammettere che l'ispirazione per questo post è nata proprio da quella foto. Ho pensato alla lista delle cose da fare. A quelle che vorrei fare, soprattutto. Ora che avrò un po' di tempo per me. Un tempo che mi spaventa tantissimo, che dovrò riempire in tutti i modi per non sentirne il vuoto. Un tempo che spero non si riduca solo al lancio sfrenato del curriculum. Trovare un lavoro. Sarebbe perfetto. Leggere di più. Organizzare un viaggio. Disintossicarmi dal cibo spazzatura e cominciare a mangiare sano. Scrivere qualcosa di serio. Andare più spesso in biblioteca. Impegnarmi in uno sport. Ma seriamente eh. Cambiare la mia stanza. Creare nuovi spazi, rimettere in ordine la libreria, bu

Background.

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Mancano ancora pochissimi giorni alla mia partenza da Verona. Già domani comincerò a fare il trasloco. Non ho molta roba in realtà, o almeno credo di non averne. Spero che due valigie siano sufficienti.  Sono giorni pesanti, non solo per quello che sta per accadere.  Ad essere sincera, non sono dispiaciuta di andare via da questo posto. A Verona non mi ci sono mai affezionata, è stato sempre un rapporto di odio e amore il nostro. Un rapporto piuttosto complicato, eppure ora la guardo di sera e mi pento di non averla amata fino in fondo.  Mi pento di non averla vissuta in toto, di essere sempre fuggita da lei quando potevo, di aver detestato il grigiore del suo cielo senza apprezzare le sfumature dei suoi tramonti, l'apatia dei weekend senza aver mai creato qualcosa di nuovo da quei momenti di crisi.  Passeggio per Via Mazzini e mi sembra di vedere le sue luci per la prima volta, ne assaporo la bellezza e mi godo la meraviglia che solo una prima volta sa darti. Eppure

La rabbia, questa sconosciuta.

Sono una persona abbastanza pacifica. E non lo dico perché voglio vantarmi del mio essere peace&love, ma perché il sentimento della rabbia è a me sconosciuto. O quasi. Insomma, sono poche le volte in cui mi vedrete sbraitare contro qualcuno perché incazzata nera. Sì, mi incazzo come tutti gli esseri umani su questa terra, ma con molta moderazione. Così tanto che dopo 5 minuti ho già dimenticato tutto. Alcuni mi parlano di oggetti lanciati in aria, di pugni alle pareti e altre cose del genere. Ecco, io ste cose le vedevo fare al mio ex e scoppiavo a ridere (ovviamente con un rincaro dell'incazzatura di quel poverino). Ho sempre pensato che arrabbiarsi non ha senso. Che poi a stare male sei tu che ti porti quel groviglio sullo stomaco. E quando ho capito che stavo più male se mi incazzavo, piuttosto che se non lo facevo, ho smesso. Peccato che la delusione, quella proprio non sono ancora riuscita a capire come gestirla. Quella fa un male cane. Mi sento profondamente del

Questa cosa delle liste, che infondo non mi dispiace.

Da un po’ di settimane gira su FB questo giochino –stupido ma allo stesso tempo curioso e divertente- di stilare liste (al momento ne ho viste principalmente di due tipi, libri e cd) e nominare qualcuno per continuare la catena. Sebbene io non ami le catene (l’avete notato, eh?!), per la prima volta mi sono dovuta arrendere. Questa cosa di rispolverare i ricordi e pensare a quali libri mi hanno segnato, mi piaceva troppo. E così ho ceduto. Ho stilato la lista dei 10 libri che più mi avevano colpito. E mentre pensavo a quali libri inserire nella top ten, ho pensato anche che questa cosa delle liste mi piaceva così tanto che avrei potuto stilarne altre. Discostarmi dalle solite liste, ovvero quella della spesa e delle cose da fare, per poter cominciare ad elencare tutto quello che mi passa per la mente. Magari liste già sentite, ma che però io non ho mai fatto. Perché poi sembra una cosa stupida, ma restringere il campo dei libri, dei cd, dei viaggi fatti o magari di quelli che vorre

Tornare alla vita di sempre con l'imperativo di cambiarla.

Il ritorno porta addosso mal di testa e mal d’anima, nei silenzi ognuno piano fruga dentro di sé .  Ho in testa questa frase da un bel po’ di giorni ormai, da quando sul sito di Trenitalia ho cliccato Acquista il biglietto.  Pensavo che i postumi del rientro sarebbero stati catastrofici. Tipo che mi sarei trovata sul divano a versare lacrime invano, con la sigaretta in una mano e un fazzoletto bianco nell’altra.  L’ultima volta che sono ritornata dalla Puglia, dopo la laurea, sono stata così male che un giorno sì e l’altro pure ero lì con la valigia in mano pronta a scappare . E invece questa volta è andata peggio, no scherzo.  E’ stato un rientro soft, uno di quelli che non mi aspettavo, uno di quelli senza gravi conseguenze psicologiche.  E poi in parte volevo ritornare, volevo riprendere in mano la mia vita, le mie abitudini, i miei ritmi, i miei spazi veronesi. Non si può vivere sempre in vacanza.  Mentre me ne stavo come una lucertola al sole, cacciavo dalla testa i

Benvenuto stressembre.

Non è un inizio simpatico per questo mese. Piove. E mica due gocce. Sembra che qualcuno lassù abbia dimenticato i rubinetti aperti. Io odio settembre. In realtà non so spiegarvi se è proprio un odio. So solo che mi infastidisce perché si porta via tutte quelle cose belle dell’estate e mi lascia addosso un magone fatto di nostalgia, malinconia, ansia…depressione. Avete presente L’Urlo di Munch? Ecco, l’immagine di me nello specchio le somiglia tantissimo. Però io ho dei bei capelli lunghi e diciamo che sono anche un po’ più carina. Giusto un po’, perché con l’angoscia stampata sulla faccia pochi lo sarebbero. Mi tocca abituarmi all’idea che l’estate è finita. E non solo perché stasera non farò le 4, non berrò la mia birra stordi-neuroni e domani non andrò al mare all’ora di pranzo. Accanto alla mia scrivania c’è una valigia rossa che aspetta di essere riempita. Domani ritorno a Verona, è questo il mio congedo dall’estate. Il ritorno in questa città amata e odiata. Domani sarà aut

Non voglio che arrivi settembre.

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L'estate mi si è stampata sulla pelle.  Agosto è stato un mese intenso.  Mi sono innamorata ventordici volte. Del sole, del mare, della salsedine, dei costumi di Calzedonia, delle maglie bianche, dei sandali ultra flat, dei tramonti, delle angurie mangiate in ogni dove, dei concerti, delle canzoni di Levante, degli uomini. Non voglio che arrivi settembre. Non lo voglio nella mia vita adesso.

Attese.

Succede che quando vado a letto molto presto (il concetto di molto presto è relativo) dopo 3-4 ore mi risveglio nel cuore della notte che sono già bella e riposata. E' successo adesso e non chiedetemi il perché. Mi sono svegliata con l'ansia di controllare il telefono e non ci ho trovato nulla, né una chiamata persa, né un messaggio su whatsapp, né l'sms fidato dell'amica lontana. Niente di niente.  La cosa non mi dispiace, né mi fa star male, ma in un certo senso sono rimasta delusa.  Perché sono andata a letto con la speranza che al mio risveglio avrei trovato un messaggio, avrei trovato qualcuno che nel cuore della notte mi avrebbe cercato, anche solo per dirmi ciao, come stai . Sono una di quelle persone che vive perennemente in attesa. Non so se questa sia una cosa positiva o negativa. Di certo, pensare ad una persona ferma ad un binario, in attesa di un treno, non mi mette tutta questa gioia. Perché io sono una che ai binari si sente felice, osserva la vita

Il blog va in vacanza.

Passata la sbornia amorosa per il toyboy, ho deciso che stare a martellare il cuore con il mio autoerotismo concettuale non è il caso. Domani parto. Destinazione Salento. E' tutto all'avventura. Senza una meta precisa, senza orario, senza programmi. Solo mare e tante risate. Quest'estate, a parte quella triste parentesi durata - per fortuna- pochissimo, mi sta piacendo troppo. Ah, testadic è risorto. E' in Puglia anche lui. Ma giocheremo ad evitarci. Credo sia la scelta giusta per me. Anche perché...volete sapere una cosa?? Di uomini davvero non ne posso più. Il blog perciò va in vacanza! Buon ferragosto!

Il peso di un rifiuto è devastante.

Il peso di un rifiuto è devastante. Stamattina si è posizionato sul mio stomaco e mi sono svegliata di merda. Ho dormito circa due ore, male per giunta. Ieri sera sono stata ad una festa e mi sono ritrovata il toyboy. Ci siamo scambiati una buona dose di indifferenza reciproca, solo che io non sono fatta per questi giochetti. E così ho cercato di fare l' amica . Con scarsi risultati ovviamente. Non contenta di quello che mi aveva detto l'ultima volta, gli ho chiesto spiegazioni. Volevo capire. E stamattina mi chiedo cosa?   Cosa volevo capire? Che ho di fronte un ragazzino che è appena uscito da una storia e vuole divertirsi? Che si è buttato in qualcosa di più grande di lui e poi è scappato? Che sono stata un pensiero settimanale con il quale è sfuggito per alcuni momenti alle sue giornate di noia, tutte uguali? Cosa??? La storia è questa: lui mi conosce il giorno della mia festa di laurea.  Mi cerca il giorno dopo.  Mi chiede il numero.  Mi tempesta di messag

La notte porta conigli.

Notti inquiete. Sto dormendo poco. Nel frattempo scrivo libri con i miei pensieri, le mie paturnie, la mia immaginazione che fluttua tra uno sguardo teso al soffitto e uno soffocato dal cuscino e dai capelli. Mi drogo di musica, cerco lì l'ispirazione per rendere queste vacanze migliori. Mi godo il sole e il vento, poi sprofondo sul divano e con un dito mi arriccio i capelli. Vorrei essere bella e stupida. Avrei meno problemi. E invece ho il difetto di un cervello pensante. Esigente. Forse troppo (e non sono per niente bella). E' anche nostalgico e malinconico come il suo collega, con il quale non va molto d'accordo, il cuore. Litigano sempre. Ma al momento vincono i neuroni. Al momento. Magari sabato il gioco delle parti potrebbe cambiare. Intanto la notte porta conigli e non consigli. Forse dovrei bere di meno.

Can you lose what you never did have?

[ Did I lose you - Giorgia ] E' da un po' di giorni che ho in testa questa canzone. Mi dà una carica anche se ha un testo molto triste. Tristissimo. Chissà perché alcuni cantanti pompano con la musica testi che a leggerli ti viene la depressione. Mah. E' il mio terzo giorno in Puglia. Ieri ho incontrato il toyboy . Non sapete chi è? Bene, non vi perdete nulla. L'ennesimo stronzo entrato nella mia vita e sparito con molta nonchalance. C'ho proprio il radar eh.  Non ti sei fatta più sentire. Eh??? Scusa, ripeti che ti do un calcio nelle palle e vediamo se ti viene in mente di dirmi un'altra stronzata del genere. E lì mi ha sparato un po' di cazzate, in primis il battesimo di sua nipote.  Ma che cazzo dice? Mah. Avevo un gocciolone a lato destro della fronte. Gli uomini in materia di cazzate, certe volte, sono insuperabili. Ah bello , non sono la tipa a cui devi dare giustificazioni, ma se le dai, cerca almeno di non sparare cazzate. Esclus

Booking.

Neanche 24 ore in Puglia e già sto sognando una via di fuga. I miei amici e i miei parenti mi hanno regalato un viaggio per la mia laurea. Avevo pensato ad ottobre come periodo per andarci. Ma in questi giorni ho capito che progettare qualcosa a lunga scadenza (anche se in realtà non è così) non è possibile. A settembre/ottobre avrei il concorso di dottorato e in più (INCROCIATE LE DITA!) dovrei avere la risposta per un colloquio che ho fatto la settimana scorsa. Ergo, ottobre potrebbe non essere il mese ideale. Così mi son detta o ci vado adesso o mai più. Destinazione??? Ve lo farò sapere subito. Di sicuro non prenderò nessun aereo, a meno che non decida di vendere un rene!

Poche ore.

Mancano ormai poche ore al mio ritorno in Puglia. Sono in tensione. Confusa e felice. Un po’ malinconica. Un po’ ansiosa. Un po’ tutto. Qui in laboratorio sono cominciati i saluti. Un ragazzo parte per Londra, io resterò fino a settembre a Verona e poi ciao, un’altra mia collega ha accettato un posto a Milano. Penso a come diventano fragili le relazioni quando cominci a diventare grande. A come la stabilità sia un miraggio e il nomadismo cominci a prendere forma nella mia vita. Sono contenta per loro e per me. In questi mesi sono cresciuta tanto, forse così tanto che è necessario fermarmi un po’. Ho bisogno di staccare un po’ da tutto. Dopo la laurea sono tornata subito qui, senza pensare a cosa stesse succedendo nella mia vita. I giorni in Puglia sono stati un terremoto di emozioni, incontri, sguardi, abbracci, baci... Ho incontrato chi non vedevo da tempo, ho visto quanto è bello leggere negli occhi dei miei genitori la soddisfazione e la gioia, mi sono goduta il mare, i miei tramon

Non me ne voglio andare.

E' tempo di fare un'altra valigia. Ho lasciato la mia roba sparsa per casa con la speranza che ricordi di mettere via tutto.  Domani riparto. Ritorno a Verona. Mi pesa questo rientro perché ormai è estate, qui in Puglia la gente vive come se non ci fosse un domani, le spiagge sono affollate, il sole è caldo, il tempo è dilatato, si dorme poco pur di rimanere a ridere e scherzare con gli amici di sempre in riva al mare... ...è tutto così bello, così magico che la serenità la mangi con gli occhi, ti entra nelle vene, nella testa, nel cuore...e poi c'è questo contatto strano con la gente, che anche se non la conosci ti ritrovi a ballare, scherzare, fumare, parlare come se vi conosceste da sempre... Ecco, credo che è questo che mi manca a Verona. Più del mare, più del sole, più delle mie cose, della mia stanza, dei posti del cuore che ho qui nella mia Puglia. E' il contatto con la gente che ti fa sentire a casa, amata...che ti fa sentire te stessa.