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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

[4/365] Te lo ricordi lo zucchero filato?

C'è un profumo d'estate che arriva dalla finestra in questa sera umida di gennaio. Il freddo lo preserva, il naso ne avverte l'essenza. E' il profumo di una serie di sere che se ne stanno allineate nei ricordi. Te lo ricordi lo zucchero filato?  Di quando eravamo sotto il palco a cantare a squarciagola quel motivetto così scemo, dall'accento psichedelico e dai ritmi adolescenziali? Ti raccontai, dopo il concerto, di quando, da piccola, mia madre non mi comprava mai lo zucchero filato perché aveva paura delle carie ai denti. E io avevo paura dei dentisti. Che poi in realtà ce l'ho anche adesso questa assurda paura. Siamo scoppiati a ridere. E allora ho cominciato a comprarmi lo zucchero filato da grande. Quando di sabato sera andavo al luna park con le mie amiche di scuola. Era buonissimo. C'era anche al gusto fragola, ma io preferivo il classico. Mi piaceva sporcarmi le labbra di zucchero appiccicoso e poi leccarmi le dita. E poi mi hai dato un

[3/365] Bolivia.

Il nuovo disco della Michelin mi piace. Non lo avrei detto come non avrei mai detto che avrei ascoltato la Michelin. Ma è successo. E devo dire che non mi dispiace. Bolivia è una canzone dell'ultimo album, una di quelle che ho ascoltato con più attenzione. All'inizio dell'anno mi sono promessa di farmi un regalo. E' un periodo di merda, sono due mesi senza lavoro, anche se scrivere una tesi può essere considerato altrettanto un lavoro. Soprattutto se ti costringe a stare 8-9 ore davanti al pc. Non vedo l'ora che questo periodo si concluda.  Se mi dovessero chiedere, in questo momento, qual è l'errore più grande commesso nella tua vita?  Risponderei sicuramente il dottorato . Sto pensando di fuggire solo che fino alla discussione dovrò restare qui. E allora dicevo....all'inizio dell'anno mi sono promessa un viaggio. Soldi permettendo, certo. E' il regalo che voglio farmi per essere riuscita a sopportare questo periodo per 3 anni

[2/365] Sottovuoto.

E' una sensazione strana. E' come un pugno alla pancia.  Stringe, blocca i muscoli, poi il respiro. Sale fino alla gola, poi riscende ripercorrendo tutto l'esofago fino allo stomaco di nuovo.  E' la visione di una fotografia. Un sorriso immaginato, degli occhi verdi che non hai dimenticato.  E' una testa appoggiata a quella pancia che diffonde calore.  Una domanda violenta, che non lascia risposte, che assilla l'anima. Ti chiedi perché.  Un cerchio che non riesci a chiudere, neanche con il viaggio più lontano che ti imponi di fare.  Sottovuoto.  Chiudere gli occhi, addormentare i pensieri. Basterebbe andare sottovuoto per un po' per non sentire quel pugno alla pancia.  E' così che vorrei stare. Sottovuoto. Giusto il tempo di lasciare che quel pugno faccia meno male. Che quegli occhi verdi impressi nei miei circuiti cerebrali smettano di essere verdi e diventino del colore di tutti gli occhi che non ho mai guardato.  Il tempo che

[1/365] Ricominciare.

Buon anno. Comincio così, con l'augurio più prevedibile, il mio primo post di questo 2018. Penso di essere una pessima padrona di casa. Una di quelle che va via, lasciando un po' in disordine, ricordandosi di ritornare a casa solo quando è necessario, solo per controllare che va tutto bene. Mi sento un po' così nei confronti di questo blog, ma devo ammettere che il tempo per la scrittura per gli altri si è molto ridotto negli ultimi due anni, per lasciare spazio a foto da condividere su Instagram o pagine da riempire nella mia Moleskine. E' stato un anno difficile e bello allo stesso tempo, ma non ho voglia di fare bilanci. Ho riassunto il mio 2018 qui .  Sono tornata qui per vedere come sto. Per dirmi che, sebbene il 2017 non si sia concluso nel migliore dei modi, da questo 2018 mi aspetto tanto e che, in fondo, andrà tutto bene. Ho terminato il dottorato, sono senza lavoro da un mese, e ogni giorno mi sforzo di credere che ce la farò. Me lo merito, continuo a