Avrei una tesi da scrivere e invece passo il tempo ad intristirmi.

Mi chiedo come i veronesi, e quelli del nord in genere, riescano a sopravvivere al caldo torrido senza mare. Mettiamoci dentro anche quelli che vivono sui monti o in culonia dove più o meno si perse Cristo e l'acqua salata non arriva manco per miracolo. Beh, allora come fate a sopravvivere?

Per tutto il giorno mi sono fatta questa domanda cercando di darmi delle risposte.

1) Prendono la macchina e vanno al mare più vicino. Magari sparandosi anche due ore di tangenziale.
2) Si illudono che il lago possa essere una buona alternativa alla mancanza del mare (e sticazzi! ma non lo è!)
3) Rimangono chiusi in casa con il condizionatore sparato a mille.
4) Si lavano in una vasca di acqua sporca, aka piscina, insieme ad altri simili.
5) Non sopravvivono.

E se per voi la questione sembra banale, così tanto che magari non vi siete posti neanche il problema, io oggi ho sfiorato la depressione.

Il mare mi manca. Diciamolo chiaramente. E non mi manca solo il sole, il sale sulla pelle, il costume da bagno che mi sta stretto, le guance rosse, i capelli al vento. No, cioè sì. Anche quello. 
Ma è proprio una questione di sensazioni. Non so come spiegarvelo e mi convinco sempre più - non vogliatemi male- che è un qualcosa di inspiegabile e che difficilmente potrebbe capire chi non è nato e cresciuto al mare. 
Io ci provo, ma poi mi blocco perché potrei anche usare architetture filosofiche per dirvi quanto è bello un tramonto, avere il vento in faccia, il sole che ti fa tenere gli occhi costantemente socchiusi. Ma queste cose voi le sapete già. E' come mi sento io che non riesco a raccontarvelo. 
E' la sensazione che mi attraversa il cuore, la mente, il fegato che vorrei cercare di spiegarvi. 
Ma va bene così. Va bene anche non farlo. Perché le emozioni non si scrivono, si vivono. O si ricordano. 
E in questi giorni, quando dovrei pensare alla mia tesi e invece penso a quanto mi manca il mare, le ricordo spesso. Ricordo a come stavo bene un anno fa. Alle pedalate e alle corse in riva al mare.
Ai tramonti. Ai bagni nelle spiagge deserte. 
Alle birre ghiacciate bevute sugli scogli.
Ai vestiti bianchi e la pelle abbronzata. 
(Ai chili persi- e poi ripresi).
Insomma, cose così. Cose semplici. Ma che mi facevano stare bene.
Non so perché vi ho sparato l'ennesimo pippone su quanto mi faccia schifo e sentire depressa vivere qua, ma avevo bisogno di farlo. Perché scrivere mi fa bene, o meglio mi fa stare meglio.
Non voglio lamentarmi, ma non riesco a stare tranquilla qui. Forse non lo sarei neanche in Puglia, visto che sono un'irrequieta di natura. Alle volte mi sembra di essere un'ingrata nei confronti della vita. Dovrei essere felice per come le cose stanno andando, tra un mese (se tutto va bene) dovrei pure laurearmi...e invece? 
E invece sono qui che scrivo, mi intristisco e mi affido al dio dei carboidrati. 
Non va bene. Non va affatto bene.

Commenti

  1. Dio quanto ti capisco.
    Per me il primo giorno di mare è un rito, ma questo lo hai appena letto :-D

    E il lago??? No, non fa per noi, gente di mare...

    Io mi intristisco per il dopo laurea in cui non saprò che cazzo fare della mia vita. Per il momento passo tante belle giornate davanti al pc in attesa della corona d'alloro...

    In bocca al lupo, per la tesi e per la vita senza mare.

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  2. il dio dei carboidrati sta giocando dei bruttissimi scherzi pure a me... anche io con tristezza e incazzatura latente... basta una stupidata a buttarmi giù... uff! e il mare che ce l'ho a 500 metri da casa... non ho avuto voglia di godermelo! :(

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  3. Michi dici una grande verità su "come fanno a sopravvivere le persone al caldo torrido senza mare". Io a Ferrara posso solo affidarmi agli squallidissimi lidi ferraresi... dove guarda, forse l'acqua della piscina sarebbe più pulita. Quindi ti rispondo da persona del nord che non ha mai conosciuto - ma da amante del mare può provare a immaginarlo - come sia vivere accanto al mare: si sopravvive MALISSIMO. Un abbraccio e buon ultimo mese di tesi!

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