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Visualizzazione dei post da giugno, 2014

Dalla mia scrivania.

Che bello scrivervi dalla mia scrivania, qui in Puglia.  Sì, sono nella mia terra. La terra del mare, del buon cibo, del sole in faccia, del vento e il sale tra i capelli, della gente calorosa e accogliente, dei negozi aperti fino a tardi, e di tutte quelle cose che mi riempiono il cuore.  Sono ritornata per un motivo. Forse mi laureo. E domani consegno la tesi. Guardo la copertina rossa e mi commuovo, la sfoglio e sento l'odore dell'inchiostro entrarmi nelle narici e mi sento super felice. Non è stato un periodo facile. Volete sapere quanti pianti mi sono fatta? Meglio di no. Del resto la mia assenza da questo blog, dai vostri e da Twitter è l'emblema della vita di merda degli ultimi 15 giorni.  Riassumendo: il mio relatore (il prof che mi segue da Unicazz) è in America e lo incontrerò 2 giorni prima della seduta (capite bene che qualsiasi modifica non potrò più farla?!), il mio correlatore (il prof di Verona) non vuole che mi laurei a luglio, quindi sta face

New Balance verdi.

Sono quattro giorni che corro con una certa costanza. Sento proprio il bisogno fisico di espellere le tossine (non potete capire quanta merda si respira in un laboratorio di ricerca) e anche quello di rilassare i pensieri. Anche se, in verità, a me la corsa fa sempre un effetto contrario. Amplifica le mie paranoie e induce i miei neuroni a fare voli pindarici.  L'altro ieri ero letteralmente a pezzi. Tra le quattro e le cinque del pomeriggio credo mi sia crollato il mondo addosso. Per fortuna ho delle spalle forti e ho cercato di prenderla con filosofia. Non vi starò a dire cosa è successo, anche perché mi sembra prematuro e sinceramente non ho voglia di pensare al peggio adesso. Fatto sta che il mondo universitario è un mondo di merda .  Sono andata al parco, non avevo molta voglia di correre e neanche di camminare. Ma i Kasabian , insieme ai Subsonica , mi hanno invitato a mettere in moto le gambe. Mentre correvo, ho notato un tipo. Me lo ricordavo perché, tempo fa, l

Pensavo che.

Pensavo che mi piacerebbe ritornare a scrivere. Che anche se ho un’ispirazione pari a zero, potrei impegnarmi per scrivervi dell’ultimo libro letto o della mostra di Frida, o ancora del mio ultimo viaggio che ho fatto a Roma. Che mi piacerebbe tornare a leggervi con costanza, interessarmi alle vostre vite come facevo un tempo. Ma poi guardo le scartoffie sulla mia scrivania, il lavoro immane da fare, gli esperimenti da organizzare e dico che…dai, ci provo!

Avrei una tesi da scrivere e invece passo il tempo ad intristirmi.

Mi chiedo come i veronesi, e quelli del nord in genere, riescano a sopravvivere al caldo torrido senza mare. Mettiamoci dentro anche quelli che vivono sui monti o in culonia dove più o meno si perse Cristo e l'acqua salata non arriva manco per miracolo. Beh, allora come fate a sopravvivere? Per tutto il giorno mi sono fatta questa domanda cercando di darmi delle risposte. 1) Prendono la macchina e vanno al mare più vicino. Magari sparandosi anche due ore di tangenziale. 2) Si illudono che il lago possa essere una buona alternativa alla mancanza del mare ( e sticazzi! ma non lo è!) 3) Rimangono chiusi in casa con il condizionatore sparato a mille. 4) Si lavano in una vasca di acqua sporca, aka piscina, insieme ad altri simili. 5) Non sopravvivono. E se per voi la questione sembra banale, così tanto che magari non vi siete posti neanche il problema, io oggi ho sfiorato la depressione. Il mare mi manca. Diciamolo chiaramente. E non mi manca solo il sole, il s