Incontinenza dialettica.

Se c'è una cosa che so fare bene, o quasi, è raccontare. 
Parlare. Parlare. Parlare.

Per esempio, questa è una di quelle sere in cui mi attaccherei al telefono e comincerei a parlare. Oppure inviterei qualcuno a casa da me, e sdraiata sul divano, con le gambe incrociate, comincerei a sincronizzare i gesti delle mie mani con le parole che arieggiano nella testa. Mi toccherei i capelli, una, due, cento volte. 
Oppure mi farei venire a prendere e, con sneakers ai piedi, macinerei km al freddo. 

Che poi cosa dovrei raccontare?
Niente. Tutto.

Tutto quello che mi passa per la testa.
Per esempio che sono stressata, stanca e demotivata.
Che quando torno a casa, dopo una giornata di lavoro, vorrei solo sparire. Un paio di ore. Oppure fare l'amore, come quella volta in quella villa settecentesca, con quel tipo lì che mai mi sarei immaginata di incontrare.
Che ho prenotato un viaggio per Lisbona e non so se ho fatto bene. So solo che è stato l'ennesimo colpo di testa.
Che c'è uno studente a cui piaccio. Ma con i 20enni #ancheno.
E che ce n'è un altro che non fa che chiedermi quando ci vediamo.

Io li ammiro questi ragazzini. Ammiro la loro intraprendenza, la loro sfacciataggine, la loro caparbia. Che se fosse un po' dei trentenni che mi capita di incontrare, mi innamorerei ogni 10 secondi.

Racconterei, per esempio, di quanto il mio capo mi faccia sorridere. 
Di quanto sia indecifrabile, eppure così simile a me. 
Di come entrambi, oggi, ci siamo ritrovati a parlare del Natale e dei regali, facendo un pezzo di strada insieme. Di come odiamo le feste comandate. Di quanto, in fondo, ci sentiamo soli.

Racconterei altre cose. Cose inutili, stupide, così, giusto per incontinenza dialettica.
Ma poi mi rendo conto che è tardi. 
Che non posso chiamare chi vorrei. 
Che a casa ci sono i miei e il divano non è libero.
Che è tardi e dovrei andare a letto, altrimenti domani rischio l'ennesima figura di merda con il controllore che mi sveglia al capolinea.
Che ci sono cose che puoi dire e altre che puoi scrivere.

E allora ho scritto questo post, così, solo per incontinenza dialettica.


Commenti

  1. Puoi scrivere anche a me così ti rispondo a raffica e ti passa la voglia:)))

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  2. Lisbona e' una citta' molto bella... quando ci andrai?
    Ora sei a casa con i tuoi genitori?
    Un abbraccio,

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  3. sto cercando di capire come si sta sul divano sdraiati con le gambe incrociate... me lo fai un disegno?

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    1. io non riesco a tenerle distese dritte, devo incrociarle o sovrapporle, fai tu :-)

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  4. vai a cais do sodrè, la sera.
    almeno una sera.
    e non mancare cascais.
    attenta a non diventare ginjinha-dipendente.


    concordo sui ventenni.
    molto più intraprendenti, meno traumatizzati dalla vita.
    però dietro tanta spavalderia, talvolta, si cela il nulla assoluto.
    la differenza d'età si fa sentire sotto tanti punti di vista.

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    1. A Lisbona vado a casa di un ragazzo che ci abita da un paio di anni. Mi farò portare! :-)

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  5. "però dietro tanta spavalderia, talvolta, si cela il nulla assoluto"

    Come fossi acqua ti butta sempre 'ste frasi pregne di pessimismo. XD

    A me è piaciuto molto il post, spero la tua incontinenza peggiori.

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