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Visualizzazione dei post da giugno, 2013

Prima o poi torno.

L'ho promesso a me stessa. Devo tornare qui.  Devo raccontarvi la mia vita.  Devo scrivere qualcosa. E mica perché voglio sputtanarmi così, in modo gratuito. Ma perché ho bisogno di distendere i fili della mia esistenza.  Prendere i fotogrammi uno per uno e guardarli da vicino.  Analizzarli con quella meticolosità di cui solo uno scienziato è capace.  E non perché mi sento tale, anche se vorrei esserlo. Eh, già. Quella parola fa così paura.  Vorrei . Un tempo verbale tra futuro e desiderio. Nel frattempo accumulo stanchezza, la porto con me, peggio di un segno indelebile sulla pelle. La coccolo, la nutro, la bestemmio. E lei rimane con me. A breve ho un esame, ne avrò fatti una quarantina nella mia vita. Ma le sensazioni non cambiano. Le ansie restano. Le domande esistenziali pure. Sembra che non si cresce mai abbastanza di fronte alle prove della vita. Che poi chissà che cosa può succedere. Potrò incassare una bocciatura e tornare a casa sconfitta.

Che vita di merda.

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Vorrei lamentarmi. Vorrei gridare che la vita è una merda. Che non mi piacciono le macchie che mi sono uscite sulla faccia. Che la bioinformatica fa schifo. Che sono stanca di vedere chiappe piene di cellulite in mostra con molta nonchalance sulla spiaggia, mentre io mi faccio mille problemi per indossare uno slip normale. Che pure io voglio un uomo. Di quelli seri. Di quelli che mi danno un bacio sulla fronte e mi guardano negli occhi quando mi parlano. Che mi sono già rotta le palle dei weekend tutti uguali. Che è frustrante vivere pensando continuamente a cosa pensano gli altri di te. Che sono un po' invidiosa della felicità altrui. Perché la vorrei anche io. Almeno un po'. Che tu sei uno stronzo, però mi piaci. Che questi brufoli sul mento non me li merito, non ho mica 14 anni. Che le mie amiche non possono sposarsi facendomi sentire ancora più sfigata. E mica perché non ho un marito...no, no. Manco lo voglio, un marito. Però...provate ad immaginare come mi sento

The summer is magic oh oh oh

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Confido nel potere dell'estate. Intanto oggi sono ritornata al mare dopo quasi 20 giorni di astinenza.

Domenica mattina.

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Domenica mattina. Il caffè è ancora sul fornello. Sento il suo odore dalla cucina. Ho il telefono tra le mani. Racconto la mia serata ad una delle poche amiche sveglie, fatta di Grey's Anatomy, Herman Hesse e Jeff Buckley. Santo Whatsapp. Fa sentire più vicini. Minimizza le distanze. Mi alzo, ho bisogno di una ricca colazione, anche se nel frigo non ci sono yogurt e l'unica cosa buona sono i biscotti integrali, rigorosamente biologici. Adesso mangiare bio è diventata un'ossessione. Ne prendo 3. Contati, come i desideri per questa mattina: buona musica, bici e mare. Ho bisogno di lasciare andare le gambe, insieme ai pensieri. Bevo il caffè, mentre leggo distratta il corriere che mio padre ha portato stamattina. Sempre belle notizie da questo paese allo sfascio. L'Italia derubata e colpita al cuore, viva l'Italia, l'Italia che non muore. Però mi piace questo paese, perché sa resistere. O forse mi illudo che sia così. Ma per oggi niente discorsi seri. I

Lover, you should've come over.

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Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse,  piove sui pini scagliosi ed irti, piove sui mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, sui ginepri folti di coccole aulenti, piove sui nostri volti silvani, piove sulle nostre mani ignude, sui nostri vestimenti leggeri, sui freschi pensieri che l'anima schiude novella, sulla favola bella che ieri  t'illuse, che oggi m'illude o Ermione. Mi vengono in mente questi versi mentre guardo la pioggia cadere dietro i vetri della mia finestra.  E' dalla terza media che me li porto dietro. Ricordo ancora la spiegazione del mio professore di italiano delle medie. Fu così passionale e poetico, che   ho ancora in mente la sua voce mentre leggeva i versi di D'Annunzio. E ricordo anche quella della mia professoressa del liceo. Una lagna che mi costrinse a cimentarmi in una lettura solitaria.  D'Annunzio è uno di quegli autori che o ami o niente. Lo ignori, arrivi per