Digitalism mode on.
Sono piuttosto abitudinaria nei miei momenti di pausa a lavoro (in realtà non si tratta di una vera e propria pausa, ma di due ore di incubazione del mio solito esperimento).
In ordine sparso:
1.coccolo un po' la macchinetta del caffè e le concedo di viziarmi a sua volta;
2.mando messaggi random su whatsapp;
3.accendo spotify e scrivo;
4.controllo la posta;
5.lavoro, ovvero leggo paper che potrebbero tornarmi utili per quello che sto facendo;
6.mangio (e a dismisura anche).
Lo so, sono degna di un Pulitzer del fancazzismo.
Oggi, per esempio, sono arrivata al punto 3. Ho messo su musica elettronica, e non chiedetemi perché, ma ultimamente mi piace più del solito, e ho cominciato questo post. Che in realtà non doveva cominciare proprio così. Ma chi mi legge sa che io soffro di anoressia dialettica quando si tratta di cominciare un post. E se non lo sa, adesso ne sarà consapevole.
Che volevo dirvi? Niente. Che oggi sto messa male più del solito. E che la musica elettronica non basta. E neanche il sorriso che riesce a strapparmi il barista tatuato del bar che mi chiama la sua bbbiologa con un numero imprecisato di B. E neanche la brioche con noci e acero che oggi mi sono mangiata alla faccia della dieta. Niente.
Passerà, mi dico. Certo. E perché non dovrebbe passare? E' solo un giorno nero come mille altri.
E invece, passerà è una frase del cazzo. Perché non passerà.
Perché se qualcosa si è rotto dentro, non basta il tempo ad aggiustarlo. E allora quel passerà non vale niente. Non vale neanche un conforto momentaneo.
Dipende da cosa si rompe il tempo non è sempre uguale.
RispondiEliminaun abbraccio bbbiologa :-)
Il tempo non aggiusta niente. E' la vita che ci metti dentro che a volte lo fa. Ce la metti?
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