No title.


Uno ci prova a scrivere qualcosa. C'è sempre quell' imbarazzo inspiegabile di fronte allo schermo bianco.
E' come quello della prima volta. Solo che dalla prima volta di cose ne sono cambiate.
Ho raccontato storie e parti di me. Tante, diverse, alcune vere, altre no.
Altre troppo romanzate, troppo oniriche oppure maledettamente troppo sincere.
I tempi passano e faccio sempre i conti con quella me che rimane lì, intrappolata con le sue parole, in goffi tentativi per farle uscire.
Metto un attimo da parte l'imbarazzo, provando a scandire l'ultimo mese della mia vita.
Sono stata a Londra. Bellissima città nella quale non vivrei a lungo.
Gli inglesi sono zozzi. Ma very polite.
Al mio ritorno è successa una cosa strana.
Un bacio che non mi aspettavo, e poi un altro ancora. E poi ancora.
Senza che io dicessi nulla, senza che io decidessi se mi piacesse o no.
Sono rimasta così, quasi disarmata.
Con la testa pensavo cose, con il corpo ne facevo altre.
Per la prima volta ho frequentato una persona senza che mi importasse nulla.
E mi chiedevo dove ero? 
Dove ero quando lo baciavo?
Dove ero quando passavo le serate con lui?
Dove ero quando ascoltavo tutte le sue storie?
Dove ero quando mi stupivo per una carezza inattesa?
Dove ero quando lo ascoltavo parlare dell'America?
Dove ero quando non me ne importava nulla se non mi chiamava?
Dove ero quando non ho avuto dubbi sul fatto di non sentirlo per nulla?
Già dove ero?
Non c'ero e basta.
Per fortuna la vita non si smentisce mai, e decide lei per te se tu non riesci a farlo.
Infatti, come se tutto questo non bastasse, è arrivato lui.
E' bastata una sera. Anzi due. Uno dei più bei colpi di testa di tutta la mia vita.
Con uno degli uomini più belli che abbia mai conosciuto.
Ché la vita a volte è più sorprendente di quanto uno creda.
Ché raccontare quello che è successo sarebbe un po' come sfidare quelle famose 50 minchiate di grigio.
Ché il belloccio non era mica single come credevo. E allora ti chiedi il perché di quegli occhi puntati addosso,  di quelle mani così benevoli tra i tuoi capelli, di quegli abbracci troppo confidenziali per essere la prima volta.
E capisci che il problema è sempre quello. Che gli uomini sono tutti uguali. E' inutile raccontarsi balle.
Basta prendersi il bello, quello che ci piace, quello che ci fa stare bene. Quello che forse ci rende felici. E basta.
Portarsi dietro due parole: libertà e responsabilità.
La libertà delle proprie azioni, la responsabilità dell'essere adulti e sapere cosa fare.
Ché le conseguenze ci sono sempre. E devi essere forte nell'accettarle.
Testa alta, ché essere se stessi ha un prezzo. Forse troppo caro, ma vale la pena rischiare.


Commenti

  1. Ciao! passo di qui per la prima volta e rimango colpita da quanto mi identifichi nelle situazioni che tu descrivi- quasi addirittura accadute nello stesso lasso temporale.
    Quindi non solo tu scrivi benissimo, ma direi anche che siamo un po' tutte sulla stessa barca?
    C'e un modo per contattarti in privato?ho un "favore" da blogger da chiederti :)

    RispondiElimina

Posta un commento

E ora dimmi cosa pensi...

Post popolari in questo blog

Color cervone

Intermezzo soft-porno. E anche soft-incazzato.

Settembre, il lunedì dell’anno