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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

Vorrei

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Nell'arco della mia vita ho collezionato molti vorrei. Alcuni sono rimasti tali, altri sono diventati qualcosa di più di un semplice condizionale. Ieri, mentre sbirciavo la home di FB sotto le lenzuola prima di andare a letto, mi sono soffermata su una foto di Comeprincipe. Devo ammettere che l'ispirazione per questo post è nata proprio da quella foto. Ho pensato alla lista delle cose da fare. A quelle che vorrei fare, soprattutto. Ora che avrò un po' di tempo per me. Un tempo che mi spaventa tantissimo, che dovrò riempire in tutti i modi per non sentirne il vuoto. Un tempo che spero non si riduca solo al lancio sfrenato del curriculum. Trovare un lavoro. Sarebbe perfetto. Leggere di più. Organizzare un viaggio. Disintossicarmi dal cibo spazzatura e cominciare a mangiare sano. Scrivere qualcosa di serio. Andare più spesso in biblioteca. Impegnarmi in uno sport. Ma seriamente eh. Cambiare la mia stanza. Creare nuovi spazi, rimettere in ordine la libreria, bu

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Mancano ancora pochissimi giorni alla mia partenza da Verona. Già domani comincerò a fare il trasloco. Non ho molta roba in realtà, o almeno credo di non averne. Spero che due valigie siano sufficienti.  Sono giorni pesanti, non solo per quello che sta per accadere.  Ad essere sincera, non sono dispiaciuta di andare via da questo posto. A Verona non mi ci sono mai affezionata, è stato sempre un rapporto di odio e amore il nostro. Un rapporto piuttosto complicato, eppure ora la guardo di sera e mi pento di non averla amata fino in fondo.  Mi pento di non averla vissuta in toto, di essere sempre fuggita da lei quando potevo, di aver detestato il grigiore del suo cielo senza apprezzare le sfumature dei suoi tramonti, l'apatia dei weekend senza aver mai creato qualcosa di nuovo da quei momenti di crisi.  Passeggio per Via Mazzini e mi sembra di vedere le sue luci per la prima volta, ne assaporo la bellezza e mi godo la meraviglia che solo una prima volta sa darti. Eppure

La rabbia, questa sconosciuta.

Sono una persona abbastanza pacifica. E non lo dico perché voglio vantarmi del mio essere peace&love, ma perché il sentimento della rabbia è a me sconosciuto. O quasi. Insomma, sono poche le volte in cui mi vedrete sbraitare contro qualcuno perché incazzata nera. Sì, mi incazzo come tutti gli esseri umani su questa terra, ma con molta moderazione. Così tanto che dopo 5 minuti ho già dimenticato tutto. Alcuni mi parlano di oggetti lanciati in aria, di pugni alle pareti e altre cose del genere. Ecco, io ste cose le vedevo fare al mio ex e scoppiavo a ridere (ovviamente con un rincaro dell'incazzatura di quel poverino). Ho sempre pensato che arrabbiarsi non ha senso. Che poi a stare male sei tu che ti porti quel groviglio sullo stomaco. E quando ho capito che stavo più male se mi incazzavo, piuttosto che se non lo facevo, ho smesso. Peccato che la delusione, quella proprio non sono ancora riuscita a capire come gestirla. Quella fa un male cane. Mi sento profondamente del

Questa cosa delle liste, che infondo non mi dispiace.

Da un po’ di settimane gira su FB questo giochino –stupido ma allo stesso tempo curioso e divertente- di stilare liste (al momento ne ho viste principalmente di due tipi, libri e cd) e nominare qualcuno per continuare la catena. Sebbene io non ami le catene (l’avete notato, eh?!), per la prima volta mi sono dovuta arrendere. Questa cosa di rispolverare i ricordi e pensare a quali libri mi hanno segnato, mi piaceva troppo. E così ho ceduto. Ho stilato la lista dei 10 libri che più mi avevano colpito. E mentre pensavo a quali libri inserire nella top ten, ho pensato anche che questa cosa delle liste mi piaceva così tanto che avrei potuto stilarne altre. Discostarmi dalle solite liste, ovvero quella della spesa e delle cose da fare, per poter cominciare ad elencare tutto quello che mi passa per la mente. Magari liste già sentite, ma che però io non ho mai fatto. Perché poi sembra una cosa stupida, ma restringere il campo dei libri, dei cd, dei viaggi fatti o magari di quelli che vorre

Tornare alla vita di sempre con l'imperativo di cambiarla.

Il ritorno porta addosso mal di testa e mal d’anima, nei silenzi ognuno piano fruga dentro di sé .  Ho in testa questa frase da un bel po’ di giorni ormai, da quando sul sito di Trenitalia ho cliccato Acquista il biglietto.  Pensavo che i postumi del rientro sarebbero stati catastrofici. Tipo che mi sarei trovata sul divano a versare lacrime invano, con la sigaretta in una mano e un fazzoletto bianco nell’altra.  L’ultima volta che sono ritornata dalla Puglia, dopo la laurea, sono stata così male che un giorno sì e l’altro pure ero lì con la valigia in mano pronta a scappare . E invece questa volta è andata peggio, no scherzo.  E’ stato un rientro soft, uno di quelli che non mi aspettavo, uno di quelli senza gravi conseguenze psicologiche.  E poi in parte volevo ritornare, volevo riprendere in mano la mia vita, le mie abitudini, i miei ritmi, i miei spazi veronesi. Non si può vivere sempre in vacanza.  Mentre me ne stavo come una lucertola al sole, cacciavo dalla testa i

Benvenuto stressembre.

Non è un inizio simpatico per questo mese. Piove. E mica due gocce. Sembra che qualcuno lassù abbia dimenticato i rubinetti aperti. Io odio settembre. In realtà non so spiegarvi se è proprio un odio. So solo che mi infastidisce perché si porta via tutte quelle cose belle dell’estate e mi lascia addosso un magone fatto di nostalgia, malinconia, ansia…depressione. Avete presente L’Urlo di Munch? Ecco, l’immagine di me nello specchio le somiglia tantissimo. Però io ho dei bei capelli lunghi e diciamo che sono anche un po’ più carina. Giusto un po’, perché con l’angoscia stampata sulla faccia pochi lo sarebbero. Mi tocca abituarmi all’idea che l’estate è finita. E non solo perché stasera non farò le 4, non berrò la mia birra stordi-neuroni e domani non andrò al mare all’ora di pranzo. Accanto alla mia scrivania c’è una valigia rossa che aspetta di essere riempita. Domani ritorno a Verona, è questo il mio congedo dall’estate. Il ritorno in questa città amata e odiata. Domani sarà aut