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Visualizzazione dei post da novembre, 2014

Niente. Non si prova niente.

Guardo quella sigaretta tra le tue labbra. La tua barba, il tuo sguardo sospeso. Sei bello in questa foto. Non posso negarlo. Non riesco a guardarti di più. Sono arrabbiata. Perché sei un cumulo di bugie. E io sono stata scaltra da fuggire in tempo. Per fortuna . Questa volta, per la prima volta , sono stata io quella che è sparita. Adesso posso dire cosa si prova. Niente . Non si prova niente. Perché se una persona non ti piace abbastanza non hai paura di perderla. Anzi speri che avvenga presto. O che sia lei a dimenticarsi di te, in modo tale da non starci a pensare tu. Non è bello lasciare le cose così, indefinite. Ma forse, a volte, le parole non dette contano di più di quelle dette. E poi cosa avremmo dovuto ancora dirci? Tu, che io sono bella, la più bella cosa che ti è successa in questo ultimo periodo. Io, che le cose belle bisogna tenersele strette, e invece tu non hai fatto altro che farmi fuggire. Pensavo di essere io quella sbagliata, e invece no. Questa volta

Domenica distratta.

Guardo irrequieta l'orologio. Vorrei che questa giornata finisse al più presto. Poi penso che domani sarà lunedì e ho mille cose da fare e cambio idea. Ma la noia di questa giornata è arrivata al midollo. E io mi sento inquieta. Oggi ho scoperto che la mia patente scade tra 4 giorni e non so se ho tempo di fare la visita per il rinnovo. Questa settimana dovrei cominciare sul serio a lavorare e non so se è il caso di chiedere mezza giornata di permesso (considerando che per arrivare in università ci metto un'ora e mezza tra treno e autobus). Sono distratta, molto in questo ultimo periodo. Ne sono consapevole. Ma non riesco a farci nulla. E' un periodo in cui è la gente a fermarmi per strada, a dirmi ciao, a mettermi la mano in faccia per farmi ritornare con i piedi per terra. La vergogna. Il disagio. E altro. Non so cosa mi succede. Dormo più del solito, mi sembra di essere in un'altra dimensione. E poi con la testa proprio non ci sto. Vorrei una vacanza. E

Suggerimenti musicali.

Non riesco a farne a meno. Forse perché vorrei dedicarla a qualcuno, ma devo solo stare zitta.

Pillole di saggezza #15

Alla donna che sono stata voglio bene. Anche se era fragile non è mai stata debole, anche se era stanca e sfinita non ha mai smesso di lottare. Ha saputo resistere. Alla donna che sono stata sento di dover riconoscere dei meriti, molti: il coraggio di sbagliare, la volontà di esserci, la responsabilità di scegliersi.  (F. Volo - Le prime luci del mattino)

Basterebbe solo parlare chiaro.

Ieri la mia migliore amica mi ha detto che sono trasparente. Fin troppo .  Tu non hai zone d'ombra e per me non è una cosa positiva. Sono rimasta basita. Ho sempre pensato che la mia sincerità, il mio essere chiara, trasparente, lineare potesse essere un pregio. Infondo lo è e di questo ne sono convinta. Anche perché poi so che questo non c'entra molto con le zone d'ombra.  Io le mie zone d'ombra le ho, eccome se le ho. Ne ho tante. Ma non mi interessa né dirlo, né comunicarlo. Anzi, se proprio devo dire la verità- giusto per rimanere in tema- qui vengono raccontate tutte quelle zone oscure della mia mente che nessuno conosce. Quello che mi succede dentro, i grovigli di pensieri che mi passano per la testa li conosco solo io. A volte uso le parole -scritte e dette- per raccontarli, altre volte no. Preferisco il silenzio. Che posso assicurarvi fa molto più rumore di qualsiasi parola. Questo discorso è nato da una notte insonne, passata a pensare e ripens

Sospesi.

Di gente conosciuta in discoteca, che il giorno dopo mi contattava, ne ho incontrata poca nella mia vita.  Per fortuna aggiungo. Tra questi c'è il famoso siamosoloamici. Ma va beh.  Non faccio tanti giri di parole. Io e il pezzo grosso - che chiamarlo così proprio non mi piace- ci siamo visti. Una, due, tre, quattro volte. Forse saranno cinque. Forse sei. O forse i nostri incontri si fermeranno qui. Io mi sento impreparata. Per ora è tutto così indefinito. Non ci conosciamo e mi sta bene così.  Le mie barriere di difesa sono tutte erette. E io mi sento sicura. Perché questa volta è tutto diverso. Ho di fronte un uomo che ci sa fare, che mi riempie di attenzioni, non troppe ma sufficienti a farmi stare bene. Un uomo per il quale ci sono prima io e poi lui. Non ne voglio parlare, ma un lieve sorriso ebete mi accompagna ormai da giorni. Sto bene, anche se le classiche domande me le faccio ogni giorno. E' una storia senza inizio e senza fine. Viviamo sospes

Una giornata a letto.

Non ce l'ho fatta ad alzarmi. Non era sonno, quanto piuttosto una mancanza di energie. Sono rimasta a letto fino ad ora. E sono così stanca, pur non avendo fatto nulla, che credo salterò il corso di teatro di stasera.  Per non parlare del mal di testa insistente che non mi sta dando tregua da stamattina. Mi sono autodiagnosticata l' emicrania a grappolo . Non troverei spiegazioni diverse. Ho deciso però di rivolgermi da un neurologo e di annotarmi i casi al mese. I concerti sono stati bellissimi. Emozioni diverse, ma entrambe belle. Che dire? Rinnovo la mia devozione a Samuel e mi congratulo con Cesare. 

Oggi Subsonica, domani Cremonini.

Ho un weekend intenso, fatto di concerti e tanta voglia di lasciare i pensieri alle spalle. Sulla pelle mancanze, odori di baci, desideri, dubbi e passioni. Non mi fido, ma mi lascio andare.  Mi faccio avanti e poi faccio tre passi indietro.  Ermetismi che un giorno spiegherò. Cercherò risposte nella musica.  Nelle canzoni che stasera e domani canterò a squarciagola.

Mamme, ma che cazzo fate?

Attenzione . Questo post potrebbe offendere qualche mamma che è qui di passaggio, per questo motivo si prega di prendere molto con le pinze ciò che sto per scrivere o, se facilmente suscettibile, permalosa, ecc, di non leggere questo post. Non voglio offendere nessuno, semplicemente esprimere il mio parere, in virtù di una scena a cui ho assistito qualche giorno fa mentre ero dalla parrucchiera. Ad un certo punto, è arrivata una signora, sulla quarantina, che ha cominciato a parlare con la parrucchiera. Si conoscevano anche al di fuori di quel contesto in quanto mamme di due ragazzine di terza media frequentanti la stessa classe.  Hanno cominciato, ovviamente , a parlare di scuola, di compiti in classe, di prove INVALSI (di cui ignoravo l'esistenza), e di tutto l'universo scolastico che ruota intorno a delle 13enni. In realtà la mia parrucchiera ed io eravamo abbastanza in silenzio, la prima perché intenta a lavorare e ad ascoltare, la seconda, ovvero io, semplicemente p

Il problema non sei tu, sono io.

[ You know I'm no good - Amy Winehouse ] E' bastato un caffè per scoprire tutta l'aridità che mi portavo dentro.  Tu mi parlavi ed io facevo finta di ascoltarti. Pensavo a quanto potessi essere sgradevole mentre con gli occhi ti mentivo. Tu sei un uomo, non hai nessuna colpa. Stai facendo il tuo. Magari mi stai solo corteggiando per portarmi a letto. Mi stupirebbe il contrario. Sei come tutti gli altri, né più né meno. E non è una colpa. Siamo animali, siamo fatti per usarci e consumarci. Alla balla che non vuoi farti scappare una come me ci credo poco. Anzi non ci credo affatto. Sarò io a scappare come al solito. Perché non ci so stare nelle relazioni.  E mentre sorseggiavo il caffè, pensavo a questo.  Non al peso delle tue parole.  Non al peso del tuo passato. Che mi spaventa pure quello. Eh, se mi spaventa. Pensavo a come architettare la fuga per farla sembrare il più naturale possibile. Pensavo alla scusa che ti avrei raccontato quando mi avresti chiesto

Pezzi grossi.

Sono andata a letto alle 6. C'era un accenno di sole nel cielo. Stanca e non ubriaca per fortuna. Ho conosciuto un tipo ieri sera. Carino. Famoso. Un pezzo grosso insomma. Si è presentato, mi ha corteggiato, si è dimenticato il mio nome. Ma ha il mio numero di telefono e io i suoi complimenti. I suoi insistenti complimenti. Gli ho riso in faccia all'ennesimo sei bella . L'alcol distorce la visione. E amplifica le sensazioni. Si farà vivo lui, non ho voluto il suo numero appositamente. Nel frattempo partono le ricerche su internet. Qui abbiamo a che fare con gente di un certo livello.