[18/365] La verità spietata di alcune sere

Pochi giorni prima di rientrare in Puglia, quando ero a Milano e la vita sembrava sorridermi, ho fatto una playlist su Spotify raccogliendo tutte le canzoni legate a dei momenti e anche non. In realtà ho creato la playlist pensando ad una persona in particolare e alle canzoni che avrei voluto fargli ascoltare. 
Ci ho ricamato su una serie di momenti che avrei voluto vivere o anche solo immaginare. Un po' come quando la realtà si impasta alla fantasia. Nella combinazione del pensiero, tutto diventa luminoso. 
Inutile dire che quella playlist è rimasta su Spotify e che al momento ad ascoltarla sono solo io.

Come stasera. 
Mentre scrivevo la mia tesi, ho cliccato play lasciandomi andare ai ricordi. 
Non ho pensato solo a quella persona, ma mi sono venuti in mente alcuni particolari, belli e taglienti allo stesso tempo. Come quando apri un armadio e ci trovi tante scatole da dover rimettere in ordine. Sono loro, i ricordi, che si susseguono in un ordine tutto loro. Ti infastidisce questa entropia e ti illudi di poterla controllare con il pensiero.

C'è un vestito fiorato, un rossetto magenta, un vento caldo tra i capelli. Il sole che tramonta all'orizzonte tra i grattacieli di Gae Aulenti. Una fermata dell'autobus. Un gatto ciccione. Una bottiglia di vino rosso. Un quadratino di cioccolato fondente. Una notte senza coperte. Un risveglio lento. Una passeggiata di domenica mattina alla ricerca di un bar dove fare colazione. 

La playlist scorre. E io scrivo la tesi, concedendomi attimi di pausa tra i ricordi.
Sorrido e allo stesso tempo rimango sospesa tra quelle scatole. Non saprei come sistemarle. Se buttarle o spostarle solamente più in là.
Mi sembra passata una vita. Eppure quelle canzoni sembra che le abbia raccolte ieri. In fondo è solo questione di qualche mese.
Ma quanta vita è passata in questi mesi?
Tanta. Troppa.

Salto qualche canzone. Vorrei arrivare dritto a quelle che mi piacciono di più.
Nel frattempo continuo a scrivere per non scivolare troppo nei ricordi. 
A volte sono come fango, si attaccano alla pelle e sporcano. Tirano giù. E non ti lasciano respirare. 
Mi manca un po' il respiro, in effetti. Ma è solo questione di secondi. 

La verità spietata di alcune sere, come questa.
E' tutto ciò che so sul mio passato che rivive, prepotente, nella musica e nella mia mente. 

Commenti

  1. ...la vita tanta, la vita troppa, sintetizzata in breve tempo, è assolutamente bella
    ...lo ammetto...
    più quando la si vive che quando la si ricorda, che quando la si ricorda sono piccole spade che trafiggono...

    mi piacerebbe un sacco sapere cosa ci stava in quella playlist

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  2. Bel post la sincerità è la cosa più bella che esista.
    Complimenti Michela
    Maurizio

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