Sabato provinciale.

Non sono mai stata amante del weekend in genere. Anzi, soffro un po' di quella sindrome del che cavolo faccio? quando arrivano quei maledetti giorni come il sabato e la domenica. 
So che quello che sto dicendo suona un po' come una bestemmia per chi invece vive in funzione del weekend. Proprio come Dio che il settimo giorno si riposò. E so anche che tutto questo è un po' il frutto di un mio stile di vita non ancora frenetico e stressante come quello di un qualsiasi lavoratore a tempo pieno. Insomma, non impazzisco per il weekend per un semplice motivo: l'ansia di dover riempire il tempo
Non sono una a cui piace stare senza far nulla e avere 48h a disposizione da poter gestire così, senza obblighi e doveri, non mi fa impazzire particolarmente. Preferisco di gran lunga i ritmi scanditi dalle cose da fare settimanali. Lo so, sono una persona noiosa. Poi, in realtà, sono una che, anche nel periodo più incasinato (come quello che precede un esame per esempio), riesce sempre a ritagliarsi dei piccoli momenti di piacere, vedi la lettura di un libro, un caffè con le amiche, lo shopping consolatorio, una corsa al mare. Insomma, non mi faccio mancare nulla. Sono del parere che se uno impara a gestire e ad organizzare i propri tempi riesce a fare tutto. Poi magari quando lavorerò come una matta per vincere il premio Nobel (credici!), questa cosa non sarà più valida, ma almeno non avrò il rimorso di non aver vissuto bene i miei anni. 
Questo non voleva essere un post sul dimmi cosa pensi del weekend e ti dirò chi sei. No. Anzi. Scusatemi se mi sono dilungata. 
Il discorso è un altro. 
Il discorso è che sto cominciando a non sopportare più il sabato. 
Il sabato in un piccolo paese di provincia (che poi in realtà così piccolo non è). 
Il sabato in un piccolo paese di provincia in compagnia di gente che fa sempre le stesse cose (ormai mi risulta più divertente rimanere a casa a guardarmi una puntata di Grey's Anatomy).
Il sabato sera in un piccolo paese di provincia si articola in questo modo (siete pronti ad una descrizione da sballo?!):
ore 23/23.15 passano a prenderti le amiche (se sei patentato e soprattutto automunito ti tocca fare il contrario, cioè sei tu che passi a prendere loro. Io sono patentata e automunita, ma faccio valere queste condizioni solo quando voglio essere indipendente, ovvero quando so che la serata potrebbe rivelarsi una cagata e allora posso sempre giocare la carta del domani devo svegliarmi presto e quindi preferisco andare via prima).
Ore 23.30 appuntamento al bar dove si fa un piccolo pre-serata a base di caffè. Altrimenti come pretendi di rimanere sveglio fino alle 4-5 di notte?! Il caffè non dura mai il tempo di un caffè. Il pre-serata al bar diventa sempre una tavola rotonda sul che cosa facciamo? Dove andiamo?
Le proposte sono tantissime: dal bungee jumping sul ponte del cavalcavia nella zona industriale alla corsa in monopattino su tacco 12, dalla gara di cucina con 4 salti in padella a quella di rutti post sbronza da birra Peroni. 
Alt! Tutto questo sarebbe davvero troppo esaltante. Persino la gara di rutti, che non mi si addicerebbe (o addirebbe? mistero della lingua italiana!) neanche un pochino.
Noi , giovani di provincia, amiamo fare cose più easy. 
Scegliere il locale più figo dove fare l'uovo, per esempio. Questa è una scelta fondamentale. 
Perché per noi provinciali il luogo dove passare la serata è tutto. 
Non fa niente se poi scegliamo sempre lo stesso posto.
Non fa niente se la tipologia del locale è la stessa.
L'importante è che sia un locale figo. Un locale dove la cosa più esaltante che tu possa fare è stare con un mojito in una mano e la sigaretta nell'altra, su un tacco 12 se sei donna, e con la bocca a becco di piccione pronta ad essere immortalata da un IPhone da uno/a che non ha capito un ICazz.
Wow, che sballo!
E mica ci puoi andare con la prima cosa che hai trovato nell'armadio. Come minimo devi essere acconciata da notte degli Oscar. Altrimenti sei davvero una sfigata come me. Che l'unica cosa da Oscar che riesce a permettersi sono i brillantini dell'ombretto Kiko.
Altrimenti te lo sogni uno che ti chiede il numero da collezionare nella sua rubrica telefonica. 
Già, perché non sapete che l'ultima tendenza in fatto di approcci è proprio questa? Chiedere numeri di telefono da non usare mai. O usare male. Tipo bollettini medici su Whatsapp della serie Ciao, che fai, ci sei, ok, ti va?
Sì, mi va di darti un calcio nelle palle in modo da ridurtele a zero.
E quindi dopo il lunghissimo caffè, verso l'una ci si mette in macchina direzione luogo figo.
Si posa per un paio di ore. Si scherza, si ride, si beve, ci si guarda intorno. Non si sa mai che per qualche strana congiunzione astrale dovessi incontrare l'uomo della tua vita.
Se sei fortunato riesci anche a farti un discorso serio con qualche anima in pena come te che si sente un po' un pesce fuor d'acqua in tutto quel provincialismo omologato.
Intorno alle 3 ci si comincia a stufare (e ci credo! Io in genere mi stufo anche prima) e le opzioni sono due: cambiare locale (ovviamente stesso genere e rigorosamente situato nel raggio dei 50m) o morire di sonno, ma almeno con la pancia contenta, dentro l'ennesimo bar a far colazione.
Ore 4-5 ci si saluta e si torna a casa confusi e infelici. 
Tutti con la stessa domanda in testa mentre cerchiamo di addormentarci guardando il soffitto: che cazzo ho capito stasera? 
Ok, forse non tutti. 
Ma la sottoscritta sì. Sì, perchè io sono 5 mesi che faccio questa vita e già non ne ho più voglia. 
E mi chiedo per quanto tempo potrò continuare a farla. Perché ho 27 anni e ok il divertimento, ok beviamo per dimenticare, ok il tacco 12 chissà incontri uno stallone, ok le risate con i compagni delle tue serate. Ma poi??? Insomma, non sono mica l'abito che indosso il sabato sera, il mio rossetto rosso, il mojito che non bevo. 
Sono quello, ma sono anche altro. E lo rivendico quell'altro. Sì, che lo rivendico, in uno spazio che invece ti vorrebbe solo come una bambolina pronta ad elargire sguardi ammiccanti e sorrisi a 32 denti. E ieri l'ho fatto, ho tirato fuori le palle. Ho detto che non ci si può accontentare di fare sempre le stesse cose. 
Ché siamo giovani e dobbiamo pretendere di più. 
Che possiamo continuare a girare locali all'infinito, ma che dobbiamo anche sperimentare. 
Che dobbiamo  conoscerci. Andare oltre i nostri soliti discorsi, fatti molto spesso di vuoto, di pettegolezzi, di borse firmate e cazzate inesistenti. 
Perché i tormenti e le inquietudini che mi porto dentro io, sono sicura che se le portano dentro anche gli altri. Altrimenti ieri qualcuno non mi avrebbe fatto i complimenti, non si sarebbe sbilanciato così tanto da dover palesare la sua stima nei miei confronti. Nei confronti di una che pensava fosse solo compagna di sabati provinciali.
E gli altri non mi venissero a raccontare balle del tipo non è così. Che non ci credo. 
Perché altrimenti saremmo degli stupidi. E non tutte le persone con cui esco sono stupide. Altrimenti mi sentirei tale anche io. E io non mi sento stupida
Mi sento solo un po' indifesa. Un po' vigliacca. Un po' vittima e un po' carnefice. Un po' sola.

Commenti

  1. non sai quanto ti capisco, io sono astemia e per di più vesto casual. Quando mi dicono 'mah...al massimo si va al Chiringuito -che non si sa perchè ci si veste fighi- preferisco restare a casa. La conseguenza è che l'estate, di sera, sono a casa. E se prima un po' mi pesava, ora non più. I miei amici lamentano sempre di non avere soldi ma quando si tratta di tracannare birre e cocktail in serie, non badano a spese. E questo mi fa riflette. Mi fa incaxxare. Mi fa pensare ai valori, alle idee, ai discorsi che con loro non posso fare. Non capirebbero. E' per questo che quando scendo in Puglia, reggo una, massimo due sere di questo genere; inevitabilmente, se ci sono, mi ritrovo a pensare 'ma che sto facendo alle 3 di notte, a cazzeggiare, a passare in rassegna ogni zo**ola che passa? era meglio se me ne stavo a casa'. Insomma, quanto vorrei ritornare ai miei sedicianni...più si cresce -per fortuna io non sono così- più si perdono neuroni.

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    1. questa cosa che si lamentano che non hanno soldi ma poi spendono per bere non l'ho capita neanche io. Spendere soldi per alcolici la ritengo una cosa inutile...e poi, una volta che hai speso 5 euro per un cocktail o una birra, non basta?!

      PS. ma ti riferisci al Chiringuito di Bari? :)

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    2. sì, proprio quello. Gente di un certo livello al Chiringuito ;)

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  2. Hai tutta la mia stima e anche la mia comprensione.
    Si era creata una bella compagnia ai tempi dell'università. Una di quelle che ti diverti anche solo a stare insieme e far nulla.
    Bello? certo. Fin quando questo sfiorava del "cosa facciamo?" eterno che si prolungava all'infinito diventando la domanda senza risposta della serata.
    Eppure mi piaceva lo stesso. Perchè stavamo bene insieme.
    Noi.
    Poi c'era sempre quell'elemento che se non si faceva esattamente il tipo di serata che hai descritto tu, allora non era un degno sabato sera. Perchè il sabato sera è fatto per uscire, è da sfigati tornare a casa presto o rimanere proprio a casa. A costo di iniettarti litri di caffe' in endovena pur di star sveglia. Gente così non l'ho mai capita.
    Noto che gli anni passano ma questa tipologia di persone rimane.

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    1. Purtroppo è una tipologia di gente destinata a rimanere in eterno.
      Se solo si pensasse alla qualità del tempo vissuto insieme, piuttosto che alla quantità sarebbe già un enorme passo in avanti!

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  3. Il sabato provinciale, ribatezzato da me come sabato del villaggio, è tremendo.
    Ci sono passato anch'io.
    Ed è proprio lì che ti accorgi quanto tempo si perde senza concludere nulla.

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    1. sabato provinciale, sabato del villaggio, sono due forme per descrivere la stessa realtà, nella quale purtroppo - o per fortuna- ci ritroviamo tutti prima o poi.

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