Figlia

Nascere FEMMINA non è facile. Nascere FEMMINA al SUD non è facile bis.
Diciamo che non è facile e basta. Non è facile qui, non è facile ovunque. Non è facile soprattutto perché sei figlio e lo sarai sempre. E il compito di essere figlio a volte diventa più oneroso di quello di essere genitore.

Non sono una figlia perfetta, non lo sono mai stata e non ho pretese di diventarlo.
Ma infondo chi lo è? Solo qualche povero sfigato che per una vita intera si sarà sforzato di piacere ai suoi genitori barattando la sua felicità con la loro. Eh sì, perché bisogna dirla la verità, che i figli perfetti non esistono, così come non esistono i genitori perfetti. E quelli che vi sembrano perfetti sono solo farse tristi che recitano nella commedia sociale della vita. Esistono solo uomini e donne, padri e madri, figli e figlie, che dovrebbero comportarsi da esseri umani come dio comanda, o come la loro natura comanda (a seconda delle loro convinzioni) e se, per quella natura, non hai l’istinto materno o paterno è meglio che le porcate le fai con la protezione, o con fede, e parimenti, se proprio il ruolo di figlio non ti si addice, almeno ricordati di quei due esseri umani, che con uno scambio di mucose, ti hanno dato la vita.

Non sono una figlia perfetta. Non sono neanche la figlia che mia madre aveva immaginato di avere durante i suoi nove mesi di gravidanza. Tutti i suoi desideri sono andati in frantumi durante le mie fasi di crescita, ancor più adesso che non sono quella che lei avrebbe voluto che fossi. E non mi dispiace... anzi ringrazio di non esser diventata quella che lei aveva in mente, di non essermi fatta condizionare fino in fondo dal suo modo di essere.
Però.
Però, da figlia, rimango ferita quando in maniera subdola lei rivendica tutto ciò che non è stata e dunque avrebbe voluto che io fossi. O ciò che lei è stata e che si aspettava che, per osmosi, fossi anche io:
La casa che non sono riuscita a comprare; la realizzazione professionale in giovane età che non è mai arrivata e che non arriverà; un futuro marito che non sono riuscita ancora a presentargli.

Perché una mamma –come la mia- non te lo dirà mai esplicitamente, ma quel genero lo sogna. Sogna che la propria figlia si sposi con l’abito bianco e che la gente le faccia i complimenti per quanto è bella. Sogna un nipotino, perché le hanno insegnato che la felicità è un po’ come quella che si vede nelle pubblicità del Mulino Bianco, con la famiglia perfetta che alle 8 fa colazione tutta insieme.
Sogna un mondo patinato come le copertine dei giornali che legge dal parrucchiere, come il mondo che ha sognato per lei quando era ragazzina perchè, con molta probabilità, non è riuscita a realizzare.
Sogna un mondo a misura della sua felicità piuttosto che a misura di quella di sua figlia.
Felicità.
Chissà, invece, se mia madre mi immagina sovvertire un po’ questo concetto di felicità, come quando passo la notte tra lenzuola di cui non sentirò più l’odore o quando mi abbandono a chat erotiche, quando vomito nei cessi delle discoteche o quando mi sfilo gli slip con disinvoltura al primo appuntamento, , quando prenoto un viaggio senza badare a spese o compro l’ennesimo paio di scarpe che le nascondo, oppure, ancora, quando sfioro  le mie solitudini sotto la doccia.
Chissà.
Sarebbe bello raccontare tutto questo a mia madre, raccontarle le mie fragilità, senza aspettarmi un rimprovero, ma un cuore aperto compagno di braccia aperte. Perché non sono  la figlia che immagina e non lo sarò mai: ho le mie mancanze, i miei punti di forza, le mie difese, i miei desideri e il MIO concetto di felicità, del tutto personale, che mi porto dentro al cuore. 
Sarebbe bello, ma devo fare i piatti, che sono sporchi nel lavello di mia madre.


Commenti

  1. Se leggi da me c'è un post molto stringato, tema: discussione con i miei.

    Figli, casa, matrimonio? No. Io sogno una carriera e non mi tiro indietro se c'è da varcare il confine nazionale.

    Ah, io non sono del sud, sono del "centro".

    Perseveriamo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per la felicità, la nostra, è un dovere perseverare! ;)

      Elimina
  2. Posso darti un consiglio? (premetto: ti leggo di quando in quando, non so nulla di te)

    No, non condividere queste cose con tua madre.
    Io sono madre, e dai miei figli (che sono piccoli ora) non le vorrei sentire.
    Non sono cose che si dicono ad un genitore: semmai, ci si confida con le amiche.

    Se ora e' questo che vuoi fare, vivi la tua vita. Quando troverai qualcuno con cui vuoi formare una famiglia lo farai.

    Pero', da madre (probabilmente avrò' una decina di anni più' di te, non so), capisco il punto di vista della tua.
    Certo non devi essere obbligata. Deve essere una scelta tua, libera.
    Da parte mia ti dico: non ci sono tante cose che hanno veramente valore al mondo.
    Per me, i miei figli sono una di queste cose.
    Sono convinta che tua madre, i tuoi genitori vogliono che tu stia bene e sia felice, di base.
    Secondo me, ha più efficacia dire "Mamma, quando troverò la persona giusta, mi formerò una famiglia. Ma ora non l'ho ancora trovata e non mi sento pronta."
    Sono pure convinta che tua madre non demorderà e cercherà di dirti che il tempo passa e quando avrai quarant'anni i giochi saranno ormai fatti... ma e' la vita! Lo scontro generazionale. Tieni duro, ma anche pensa a quanto ti stanno dicendo, in fondo, e' la verita'.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me arriva un momento nella vita in cui certe cose ai propri genitori bisogna dirle, anche se fanno male. Sono i momenti che servono come passaggi per rapporti migliori, e anche se già adulti, si cresce.
      Poi il problema del matrimonio, figli ecc. è solo la ciliegina sulla torta (e non è neanche il problema di questo post e di quello che mi porto dentro), la carta regalo con la quale si nasconde un pacco pieno di problemi e di questioni irrisolte.

      I genitori mettono al mondo i figli e nel momento in cui lo fanno devono ricordarsi che quegli esseri non sono loro ma del mondo, appunto.

      Elimina
  3. Il ruolo di figlia è sempre difficile, cerchiamo di rendere "felici" i nostri genitori nei limiti della nostra felicità, senza intaccarla.. essere noi stessi apertamente coi genitori secondo me non è possibile... e non credo che lo sarà mai

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sarei così categorica. Dipende sempre da che genitori hai.

      Elimina
  4. mi spiace per la tua amarezza di figlia...
    per quella sorta di sensi di colpa che senti e che ti si è incollato addosso...
    io sono una figlia imperfetta, ma felice di esserlo, alle volte, perché mi sento più simile all'idea di diventare, proprio perché non sono ciò che ci si aspettava da me

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io sono imperfetta, devo ancora capire se sono felice di esserlo.

      Elimina
  5. Cara, proprio oggi badavo al mio concetto di felicita'... tu hai toccata dei punti fondamentali che un po' penso tutti I genitori vorrebbero per I propri figli...stabilita' che un po' anch'io le vorrei...la casa di proprieta', la professione segnata per la vita, un marito con figli o famiglia fedele alla mulino bianco. La realta', le tante realta'... sono tutte differenti...ognuno con le proprie mancanze e le proprie debolezze.
    E la mia felicita' e' il nulla (ho scritto un post al riguardo proprio oggi).

    RispondiElimina
  6. Magari potresti.
    Di ciò che scrivi, così senza conoscerti, mi colpisce molto l'insieme di riferimenti che rinvia a un mondo perfetto, patinato, immaginato. Un mondo che non solo non è vero, ma non è o non mi sembra, il frutto di un'aspirazione personale, sembra più una perfezione bell'e pronta, a disposizione di chi non può/vuole/decide di costruirsi la sua personale utopia.
    Forse dietro c'è di più del "mulinobianco" o della "figlia che si sposa in abito bianco e tutti le fanno i complimenti".
    Essere figli è difficile, essere genitori è difficile.
    Astenersi dal fare proiezioni sarebbe un bell'aiuto, io ci provo, ma ammetto che non è sempre facile.
    E no, non sogno un particolare lavoro, una famiglia, una particolare casa per i miei figli, ma di di vedere riconosciute ed apprezzate le loro doti si. Peccato che sia io a decidere quali siano le doti che hanno mentre dovrebbero essere loro.
    Del resto non si può essere assenti, ma bisogna non essere invadenti, non si può dirigere, ma si deve guidare, non si deve essere freddi, ma neanche eccedere in smancerie.
    Te l'ho detto che è una fatica?
    No, anzi, non una fatica, ma la stessa fatica.
    Bella però.
    Solo che il mulino bianco non c'entra proprio un tubo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il mondo perfetto non è una mia aspirazione. Mi mette ansia solo pensarci, però credo se la mia vita fosse perfetta, avrei un sacco di problemi in meno. In ogni caso.
      La fatica di essere genitori o figli è bella, sì. Ma rimane pur sempre una fatica, e se durante la vita ne senti il peso, che a momenti ti annulla, allora no, non è poi più così bella.

      Elimina
  7. Ci sono donne che hanno un rapporto idilliaco e di complicità, con le madri.

    Chi invece no.

    Tu, come me, invece no.

    Puoi solo andare avanti per la tua strada, e i contrasti, quando e se sará il momento, si appianeranno in qualche modo.

    Troveranno assestamento, anche al di fuori di ogni logica e categoria.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Andare oltre, è quello che mi ripeto ormai da anni.

      Elimina
  8. Mi son trovata così a riflettere su queste tue parole e concludo con me stessa che sono madre da oltre 30 anni e figlia da molto più tempo ma i ruoli non sono sempre stati gestibili. Dovrei essere più esperta come figlia ma, anch'io, non sono la figlia che mia madre voleva, anzì sono l'esatto contrario e non manca mai occasione per ricordarmelo. Succede che vorrei lasciarla lì sola con tutto il suo disprezzo verso me ma poi vado lì, anch'io, a fare i piatti che sono sporchi nel suo lavello.
    Un caro saluto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' il destino di tutte le figlie. Perché, in fondo, quel cordone ombelicale non viene mai reciso del tutto.

      Elimina
  9. (sto silenziosamente imprecando, ho appena perso tutto il commento. Eh vabbe, ci riprovo).
    Non credo nel mal comune mezzo gaudio, ma leggere le tue parole e sentirle un po' mie ha una sorta di effetto-balsamo.
    Ricordo la prima volta che ho ascoltato la canzone "Bianco e nero" di Carmen Consoli, ricordo di sentirla profondamente mia e lo è tutt'ora. A volte non vorrei, ma alla fine lo è. Come non vorrei scontrarmi con quello che non sono, per mia madre ma, anche questo accade.
    Io che non chiacchiero, io che non ho tanto da raccontare, io che non la vedo come confidente, io che sono testarda e indipendente, io che ho avuto amiche e amici ma lei è "solo" madre, io che non ci sono abbastanza, io che abito lontano da anni e non tornerò indietro, io che ho un lavoro che è sinonimo di condizione instabile, io che sono lesbica, io che convivo, io che non sono decisamente l'immagine che aveva nella sua testa.
    Fa male sbattere contro un muro, ma di quelli in cemento armato spessi 2 metri. No, non sarò quella che mia madre pensava, idem per mio padre. Ma negli anni, tra uno scontro e l'altro, ogni tanto mi sono fermata e ho osservato che c'è una cosa che non cambia. Nonostante tutto mi vogliono bene. Vedo mia madre combattere duramente contro i sogni che lei stessa a creato, a poco a poco inizia a vincere delle battaglie. Poche ma accade. E a volte anche io smetto di scontrarmi. In fin dei conti, voglio solo essere felice :)
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  10. Essere figlia è ancor peggio che essere genitori.
    Sono stata per anni a subire continui rimproveri "perchè quella, questa ..è migliore di te". A dover tacere perchè è lei che comanda e si fa come dice lei. A 22 anni sto ancora cercando di ribellarmi per quanto posso, perchè sono sempre stata l'agnellino della famiglia ma sto diventando un lupo, per colpa loro. Quando esco di casa sono felice e sprizzo gioia, quando sono qui divento nervosa per qualsiasi cosa. Finchè sarai a lavare i suoi piatti sarai sempre in questa condizione, alcune donne non sono in grado di ascoltare tutte le verità, l'unica cosa che resta è sforzarsi di costruire una nuova strada, la nostra.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sei ancora giovane, magari la tua è solo ribellione...certe dinamiche, come quella tra madre e figlia, si capiscono, purtroppo, un po' tardi....costruisci la tua strada.

      Elimina
  11. ma guarda che ti va bene.
    La mia di madre, oltre a tutto quello che fa la tua, mi ha anche :
    1. proposto di iscrivermi a Meetic per trovare un uomo
    2. mi ha detto che in fondo rispetto alla mia singletudine anche un marito traditore sarebbe molto meglio.
    Il tutto nel corso della stessa conversazione, iniziata prima delle 8 a.m di un sabato mattina! :D

    RispondiElimina
  12. ma guarda che ti va bene.
    La mia di madre, oltre a tutto quello che fa la tua, mi ha anche :
    1. proposto di iscrivermi a Meetic per trovare un uomo
    2. mi ha detto che in fondo rispetto alla mia singletudine anche un marito traditore sarebbe molto meglio.
    Il tutto nel corso della stessa conversazione, iniziata prima delle 8 a.m di un sabato mattina! :D

    RispondiElimina

Posta un commento

E ora dimmi cosa pensi...

Post popolari in questo blog

Color cervone

Intermezzo soft-porno. E anche soft-incazzato.

Settembre, il lunedì dell’anno