Dal regionale 12504 è tutto.

Uno pensa che il treno sia un luogo anonimo dove la gente ama scambiarsi sguardi su sedili che sanno di umanità. E in effetti è così per chi sui treni ci sale ogni tanto. Ma per quelli che del treno fanno una seconda casa, quelli come me affetti da pendolarismo seriale, il treno diventa un posto dove si raccontano storie, ci si meraviglia delle abitudini, si osservano pregi e difetti, si presumono vizi e virtù, si scoprono tradimenti. 

Sì, tradimenti. Perché la gente tradisce e ormai non è più una novità. 

Qualche giorno fa fui colpita da una coppia che discuteva cercando di tenere bassa la voce. Ci riuscirono benissimo, perché il climax arrivò solo quando lui le disse SEI UNA STRONZA per tre volte. E io, nonostante i miei auricolari, non riuscii ad evitare di leggere il labiale e ascoltarne la pseudo pacata voce. 

Entrambi avevano la fede, quindi pensai subito ad un vacillamento coniugale, una di quelle solite discussioni che ogni tanto fa scricchiolare il talamo dell'amore sacro. Ma mi meravigliai quando lui scese ad una fermata diversa dalla sua. 
Non era una scenata della serie "Adesso ti mollo qui e te ne torni a casa da sola, STRONZA". 
No, perché io lui l'ho rivisto altre volte, scendere e salire alla stessa stazione. 

Quell'uomo non era il marito di quella donna che quel giorno cercava di tenere intatto il mascara. 
Era il suo collega. Il suo amante. 
E oggi, il freddo saluto che si sono scambiati i due davanti alla presenza di un terzo collega, ha regalato ai miei occhi indiscreti l'ennesima conferma. 

Ognuno può amare nel modo che può e vuole. 
Però ho pensato a quanti macigni dobbiamo portarci dentro quando in gioco c'è l'amore o la violazione di esso. 
Alle nostre doppie vite, ammesso che è possibile averle. E agli sforzi che facciamo per tenere incastrate tutte le parti di noi, anche quelle più depravate. 
Alla luce che dovremmo accendere per vederle meglio. 
Alle bugie che ti soffocano se non ci sei abituato, ma che diventano il tuo mare se impari a nuotarci dentro. 
Alla fatica che si fa in amore, quello vero. E al sesso che arriva a mettere tutto in discussione. Perché il brivido è bello e ci fa sentire vivi, a volte anche più dell'amore stesso. 
Allo stupore di fronte ad un tradimento, affetto ancora da quella ingenua domanda "ma come è possibile". Sì, ma come è possibile che sia diventato una normalità? 
Alle ferite che ha dentro chi tradisce e chi viene tradito. Perché non si è mai integri, anche quando sembra che tutto vada bene. 
Ai silenzi che dobbiamo sopportare, ma che nascondono chi siamo...e chi siamo di fronte all'amore?

Commenti

  1. anni e anni di pendolarismo e non ho mai incontrato nessuno!!!
    e giuro che qualche volta non ho dormito tutto il viaggio con la bava alla bocca ;P

    RispondiElimina

  2. La luce, spesso, si decide di tenerla spenta per comoditá.

    RispondiElimina
  3. Alle ferite che ha dentro chi tradisce e chi viene tradito. Perché non si è mai integri, anche quando sembra che tutto vada bene.

    Gia', non si e' mai integri. E quando anche la normalita' ritorna e uno grosso modo si e' ripreso, le vecchie fratture tornano a farsi sentire, il nuovo ordine a pesare.

    RispondiElimina
  4. Mi ha messo una gran tristezza questo racconto. Romanticamente lo vedo come un amore impossibile, ci si barcamena nella vita ufficiale e si mandano giù bocconi amari in quella occulta..

    RispondiElimina

Posta un commento

E ora dimmi cosa pensi...

Post popolari in questo blog

Color cervone

Intermezzo soft-porno. E anche soft-incazzato.

Settembre, il lunedì dell’anno