Gli scritti del 2009.
Ieri mentre mettevo in ordine la mia scrivania/libreria, mi sono imbattuta in scritti risalenti al 2009, che un po' di tempo' fa avevo cominciato a stampare per rileggerli con calma.
La verità è che non li ho mai riletti, non ho fatto altro che spostarli da un lato all'altro della mia scrivania, evitando che prendessero tanta polvere.
Stamattina li ho messi in borsa con l'intenzione di leggerli in treno, ma niente.
Ci proverò domani, sempre che non venga risucchiata da Vincenzo Malinconico. O peggio ancora da un attacco di narcolessia.
Quello però che mi ha portato a riflettere, e di conseguenza a scrivere, è che io in quell'anno ho scritto tantissimo. Tipo che scrivevo 2-3 post al giorno.
Sicuramente non avevo un caiser da fare.
Sicuramente ero più triste e insoddisfatta di adesso.
O meglio, ero triste in modo diverso.
Perché non conoscevo ancora i problemi reali della vita e la rottura con l'invertebrato che mi portavo dietro mi sembrava una catastrofe esistenziale senza rimedio.
Ero una cretina, questo lo so.
Poi sono cresciuta, per fortuna.
Ho capito che i germi che mi contaminavano la serenità erano - sono- altri.
E niente.
Mi riprometto di leggere quello che ho scritto nel 2009. Ma anche negli anni successivi fino ad ora.
E mi riprometto di ritornare a scrivere. Sempre e comunque.
Per raccontare quella parte di me che non ha mai fine.
La verità è che non li ho mai riletti, non ho fatto altro che spostarli da un lato all'altro della mia scrivania, evitando che prendessero tanta polvere.
Stamattina li ho messi in borsa con l'intenzione di leggerli in treno, ma niente.
Ci proverò domani, sempre che non venga risucchiata da Vincenzo Malinconico. O peggio ancora da un attacco di narcolessia.
Quello però che mi ha portato a riflettere, e di conseguenza a scrivere, è che io in quell'anno ho scritto tantissimo. Tipo che scrivevo 2-3 post al giorno.
Sicuramente non avevo un caiser da fare.
Sicuramente ero più triste e insoddisfatta di adesso.
O meglio, ero triste in modo diverso.
Perché non conoscevo ancora i problemi reali della vita e la rottura con l'invertebrato che mi portavo dietro mi sembrava una catastrofe esistenziale senza rimedio.
Ero una cretina, questo lo so.
Poi sono cresciuta, per fortuna.
Ho capito che i germi che mi contaminavano la serenità erano - sono- altri.
E niente.
Mi riprometto di leggere quello che ho scritto nel 2009. Ma anche negli anni successivi fino ad ora.
E mi riprometto di ritornare a scrivere. Sempre e comunque.
Per raccontare quella parte di me che non ha mai fine.
L'importante è scrivere.
RispondiEliminaCiao cara.
brava perché io voglio leggerti!
RispondiEliminaE' normale che, adesso, vediamo meno gravi i problemi che consideravamo insormontabili qualche anno fa. Il fatto che li abbiamo superati senza morire letteralmente ci ha dimostrato che siamo forti e che certe problematiche non sono così catastrofiche come pensavamo.
RispondiEliminaUn abbraccio!