Pensieri e forme.

Nell'ultimo post vi avevo promesso che sarei tornata più allegra per raccontarvi i miei 12 giorni fuori casa.
Eccomi, non sono al massimo dell'allegria (ogni tanto mi sento come quella della pubblicità Costa Crociere), però spero che la lucidità mentale mi/vi assicuri un post sensato.

Sono partita il 24 luglio con uno zaino di 10 kg, pieno soprattutto di emozioni.
Salita su un treno con destinazione Termoli, ho incontrato un'altra ventina di marciatori come me.
Segno distintivo: lo zaino. E' stato subito un presentarsi, un po' come in un circolo di alcolisti anonimi.
Ciao sono Michi, vengo dall'ameno paesello e ho 14 anni
Arrivata a Termoli ho sfoggiato il mio bellissimo k-way giallo sotto un cielo che piangeva a più non posso.
Con le scarpe inzuppate sono, anzi, siamo saliti su un autobus con destinazione Casacalenda.
Ora non chiedetemi dove si trovi con esattezza perchè...so solo che è in Molise.

Fino al 24 luglio io, del Molise, sapevo solo che era una regione tra la Puglia e l' Abruzzo, un rettangolino piccolo segnato sulle cartine geografiche. Stop.
E invece...e invece ho scoperto che il Molise è un posto che tutto sommato non è così male.
La gente è accogliente, ci sono un sacco di campi di girasoli, paesini con pochissime anime in cui è piacevole perdersi, negozietti che sembrano essere rimasti agli anni 70 e colline bruciate dal sole.

Marciare per 87 km sotto il sole non è stato affatto semplice. Anzi.
Il primo giorno, tra la clavicola e la scapola sinistra, mi si era gonfiato tutto, una specie di ematoma dolorosissimo, molto probabilmente dovuto al peso dello zaino.
Per non parlare delle gambe, non abituate a camminare per 4 ore di seguito.
Insomma ero un 80enne con reumatismi annessi.
E poi un'abbronzatura da far invidia al muratore del cantiere vicino casa.
Ma vogliamo parlare delle occhiaie? Veri sacchetti per far la spesa, color viola.
A questo aggiungeteci dei capelli che sembravano paglia, peli che cominciavano a spuntare ovunque, labbra secche manco avessi limonato per ore e mani gonfie.

Tutto questo però è davvero superfluo in confronto alla gioia che ho ricevuto nel convivere per 12 giorni con 60 persone che non conoscevo.
Ogni momento era condivisione, risate, pianti, carezze, abbracci, sguardi silenziosi.
Non eri mai sola, e quando volevi esserlo...non c'era tempo.
Ma anche attimi in cui perdere la pazienza era davvero un gioco da ragazzi, ma ho fatto la brava. O almeno credo.

Ho dormito nel temutissimo sacco a pelo, comodo come un palo conficcato in un posto che non diciamo, in luoghi come scuole, palestre, ex conventi, case canoniche, strutture parrocchiali. Ah ovviamente tutti luoghi tirati a lucido per l'occasione, con pavimenti in cui potevi specchiarti. Mica pizza e fichi.
Falene, formiche, qualche scarafaggio, ragnetti e insetti vari, tutto compreso nel prezzo.

Ma anche in questo caso andiamo oltre, perché quando sei davvero stanca pensare al ragno che magari potrebbe impigliarsi nei tuoi capelli è davvero l'ultimo problema.

La marcia è davvero un'esperienza forte, non solo spiritualmente perché mette in discussione parti di te, ma anche fisicamente e mentalmente.
Provate voi a convivere con gente che vi chiama amore, tesoro, cuore ogni 2 secondi.
Per non parlare del fatto che devi avere sempre mani, piedi, gambe e bocca disposte a cantare, ballare, elargire sorrisi.
Ma don't worry, ero pronta a tutto. E il mio fisico ha retto benissimo.
Sono stata una delle poche a non avere vesciche ai piedi #yeah.
Una delle poche che si è fatta salite e discese con il suo zaino senza mai caricarlo sul furgoncino (c'era un furgoncino che ci seguiva di pronto soccorso e che in più dispensava acqua a volontà), eccetto il secondo giorno per problemini del tutto femminili (sì, ho avuto il ciclo proprio come sono arrivata, che culo, eh!).

Cosa c'era nel mio zaino.
Nel mio zaino c'era davvero pochissima roba, se paragonata a tutti i viaggi che ho fatto nei miei 26 anni.
6 magliette, un bermuda e un leggins.Un cardigan, una pashmina, un paio di sneakers e un'infradito.
Un telo, un asciugamano, lo stretto necessario per lavarsi, 5 paia di calzini, un costume da bagno e qualche slip.
Detersivo e mollette.
K-way, cappello, mascara e matita (quasi mai usati).
Niente phon, niente piastra, niente qualcosa di carino per la sera.
E chi l'avrebbe detto che avrei rinunciato a tutte le mie comodità? Nessuno.

Cosa ho fatto in pratica dal 24 luglio al 4 agosto.
Eccetto il 24, giorno in cui sono arrivata, e il 4 giorno in cui sono ripartita, la giornata tipo era questa:
ore 6 sveglia ( io in realtà mi svegliavo molto prima per diversi problemi: evitare fila in bagno, pavimento non comodissimo per dormire, orologio biologico che funzionava a singhiozzo)
ore 6.30 colazione
ore 7 si cominciava a marciare
ore 9.30-10 pausa con preghiera e merenda (rigorosamente panino con mortadella e succo di frutta, roba leggera insomma)
ore 12-12.30 si arrivava a destinazione: sistemazione in lussuose suites, doccia e pranzo.
ore 14-16 silenzio: le persone intelligenti riposavano, le altre facevano altro, tipo dare fastidio a quelli che dormivano.
ore 16-18 catechesi, condivisione di gruppo, momento di riflessione personale
ore 18.30/19 messa (non obbligatoria) nella chiesetta del paese
ore 20/20.30 cena (a volte fuori, a volte nella struttura in cui alloggiavamo)
ore 21.30-23 festa in piazza o animazione in genere con canti e balli (ora immaginatemi a ballare scordinatissima questa o questa)
poi il tempo di un gelato o birretta e si andava a nanna.

Leggerissima variazione di programma dal 1 al 3 agosto, quando finalmente ho riassaporato il gusto di dormire su un letto. Per non parlare del piacere immenso di non dover rifare ogni giorno lo zaino. La roba era sparsa ovunque ed era bello così.
Abbiamo alloggiato in un posto che sembrava il paradiso in terra, vicino Assisi, nella calma più assoluta, dove mi sono goduta tramonti bellissimi e tante risate, un tavolo e una sedia dove mangiare (particolare da non trascurare, visto che la maggior parte delle volte si mangiava per terra).

Arrivare ad Assisi è stato....bello. Non ci sono altre parole, perché tutto era una festa.
Il 2, giorno della festa del perdono, si arriva in Porziuncola insieme a tutti i marciatori di Italia e non solo.
Vedere gente che proveniva dalla Sardegna, dal Trentino, Sicilia (dove hanno marciato anche le famiglie con i bambini, che coraggio!), Calabria, Lazio, insomma da tutte le parti di Italia, insieme a gruppi della Croazia, Svizzera, Austria, Bosnia, è stato un tuffo al cuore.
Ho pianto, non lo nascondo, ma avevo un sorriso stampato in faccia che se mi fossi guardata da un'altra prospettiva...mi sarei innamorata di me stessa. Ero bella perché serena.

Questo è un po' quello che succede il 2 agosto.




Dopo l'ingresso in Porziuncola, c'è un momento di festa e poi si torna a casa per la cena.
Si ritorna poi ad Assisi in serata senza programmi (io per esempio ho mangiato un gelato!).

Il 3 era giorno free, della serie fai ciò che vuoi, e il 4 è stato il giorno del rientro. Sigh.

Ora...indipendentemente dal credo di ciascuno (io sono andata con mille dubbi riguardo la mia fede, Dio, la chiesa e tutto quello che ruota intorno), la marcia è un'esperienza per mettersi in discussione, per scavare dentro, per raccogliere e mettere in ordine pezzi di vita lasciati sospesi, in disordine, dimenticati o fin troppo esaltati. Insomma è un'esperienza per riconciliarsi, per fare pace con se stessi...e se nella vostra vita tutto va bene, per dire Grazie!


Commenti

  1. Ora capisco la malinconia del rientro. Immagino siano esperienze che cambiano la vita, luoghi e persone che ti porterai dentro sempre.

    RispondiElimina
  2. Condivido pienamente. Incontri e raduni del genere ti lasciano con tante risposte ma anche tante tante domande e dubbi, e sempre con una gioia immensa nel cuore. Indipendentemente dal credo, sono esperienze che ognuno dovrebbe fare. Io ne ho fatte alcune del genere, e sono stati momenti indimenticabili, ma rimpiango di non avere mai fatto il cammino di santiago quando ero studente!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per il Cammino di Santiago non è mai troppo tardi...anche io vorrei farlo!!

      Elimina
  3. Michi è stata un'esperienza unica... che meraviglia, grazie per averci regalato questo post così intenso.

    RispondiElimina
  4. Deve essere stata proprio un'esperienza intensa...Bentornata...

    RispondiElimina
  5. Nel commento precedente avevo dato per scontato che fosse la marcia della pace Perugia-Assisi, ma mi sono sbagliata, sorry :-/
    Che bello leggere questo tuo resoconto... a volte nella vita abbiamo proprio bisogno di queste cose! Stare con gente che non conosciamo, a contatto con la natura e con il corpo e la fatica... è incredibilmente rigenerante. Chiaro che poi ti dispiace tornare...

    RispondiElimina
  6. Riesci a rendere l'emozione con la tua descrizione. Dev'essere proprio una bella esperienza. E complimenti per averla fatta col sorriso!
    Ciao! :)

    RispondiElimina
  7. 12 giorni= un bermuda e un leggins? aiutooo :)

    bellissima esperienza che però non farei. brava tu :)

    RispondiElimina
  8. Brava Michi, da un lato ti invidio, dall'altro i miei mille dubbi (e diciamo anche il rifiuto) nei confronti della fede mi tengono lontana da queste cose ma prima o poi ho deciso che devo provare qualcosa di simile anch'io. Dev'essere un'esperienza meravigliosa camminare sola con te stessa ed avere il tempo di riflettere, lontana da ogni comodità tipica della vita quotidiana...
    decisamente da provare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. si, te lo consiglio vivamente. Io sono tornata con un'idea diversa di me, degli altri, persino della Chiesa.
      Da provare assolutamente.
      Con noi c'era una che si definiva "eretica", si è convertita anche lei. E non perché c'è qualcuno che ti fa il lavaggio del cervello, ma semplicemente perchè quando vivi con te stessa e l'essenziale, nutrendoti di parole che mai nessuno ti dirà, cominci a guardare il mondo con occhi nuovi.

      Elimina

Posta un commento

E ora dimmi cosa pensi...

Post popolari in questo blog

Settembre, il lunedì dell’anno

Intermezzo soft-porno. E anche soft-incazzato.

Color cervone