Tornare alla vita di sempre con l'imperativo di cambiarla.

Ho in testa questa frase da un bel po’ di giorni ormai, da quando sul sito di Trenitalia ho cliccato Acquista il biglietto. 
Pensavo che i postumi del rientro sarebbero stati catastrofici. Tipo che mi sarei trovata sul divano a versare lacrime invano, con la sigaretta in una mano e un fazzoletto bianco nell’altra. 
L’ultima volta che sono ritornata dalla Puglia, dopo la laurea, sono stata così male che un giorno sì e l’altro pure ero lì con la valigia in mano pronta a scappare . E invece questa volta è andata peggio, no scherzo. 
E’ stato un rientro soft, uno di quelli che non mi aspettavo, uno di quelli senza gravi conseguenze psicologiche. 
E poi in parte volevo ritornare, volevo riprendere in mano la mia vita, le mie abitudini, i miei ritmi, i miei spazi veronesi. Non si può vivere sempre in vacanza. 

Mentre me ne stavo come una lucertola al sole, cacciavo dalla testa il solito pensiero: devo cominciare a pensare a cosa fare della mia vita
Ho allontanato questo pensiero per circa 35 giorni dalla mia testa, a volte con scarsi risultati. 
Ma, adesso che la vita sta riprendendo il suo normale corso, è giusto che io pensi a cosa fare seriamente. 
La mia esperienza qui a Verona sta per concludersi, pochi giorni e poi sarò nuovamente con una valigia in mano, sperando di non ritornare in Puglia. Amo la mia terra, è la terra dove vorrei invecchiare, dove vorrei innamorarmi, dove vorrei far crescere i miei figli, dove vorrei far ritornare tutti gli amici che sono andati via, ma sento che adesso non è la terra che può farmi bene. Soprattutto alla mia salute mentale. 

Piano piano settembre scivola dall’estate all’autunno. Devo farmene una ragione. E ci provo. Provo a ragionare. Nella mia testa e nella mia agenda appaiono lentamente liste di cose da fare. Cose semplici, come la lista della spesa o delle email da inviare. Piccoli impegni da incastrare nei limiti temporali della settimana. Sogni, progetti, intenzioni si intrufolano nei pensieri, tra tramonti fugaci, sigarette fumate sul divano, musica a random su Spotify. Settembre è il mese dei buoni propositi. Si ricomincia. E non è un male. Una sorta di capodanno interiore, accompagnato da tutti gli stress che il ri-cominciare comporta. E mentre scelgo quale maglietta indossare e quali scarpe mettere, ché ieri ha piovuto e stasera potrebbe fare freddo, scelgo anche quale serie tv guardare, quale libro leggere, a quale sport appassionarmi. E se mi iscrivessi ad un corso di inglese? O magari teatro. Sì, perché il teatro non mi dispiacerebbe affatto. Fare introspezione. Fermarmi un attimo per (cercare di) capire chi sono realmente. 
E’ questo il mio settembre/stressembre. Una agenda piena di cose da fare. Concorsi da provare. Curriculum da inviare. Viaggi da progettare. Persone da incontrare. Musica da ascoltare. Passioni da coltivare. Treni da prendere. Cose da imparare. Tornare alla vita di sempre con l’imperativo di cambiarla.

Commenti

  1. imperativo ardito, come tutti gli imperativi.
    da non confondersi con gli aperitivi che, per altro, a volte non fanno mica male.

    RispondiElimina
  2. bellissimo post!
    ..anche io vorrei iscrivermi ad un corso.. magari di cucina.
    intanto provo ad iniziare a correre!
    buon settembre! :*

    RispondiElimina
  3. ...bizzarro...
    vuoi vivere la vita in puglia, ma vuoi trovare te stessa altrove...

    RispondiElimina
  4. Anch'io devo pensare a cosa fare della mia vita.
    Ma al momento l'unica cosa che mi viene in mentre è..

    VODKA LEMON :-))

    RispondiElimina
  5. Io sono in fase di bilanci e lo stress è sempre in agguato a qualsiasi età.

    Un abbraccio

    RispondiElimina

Posta un commento

E ora dimmi cosa pensi...

Post popolari in questo blog

Color cervone

Intermezzo soft-porno. E anche soft-incazzato.

Settembre, il lunedì dell’anno