Quanta vita passa tra e negli oggetti che accumuliamo.

Ho rimesso in ordine la mia stanza.
Una scatola per i libri letti. Per quelli non letti non bastava la libreria.
Credo che per il prossimo anno non comprerò libri. Ne ho così tanti da leggere che potrei stare tranquilla fino alla fine del 2016.
Mi sono stupita anch'io nel vedere come la mia libreria pullula di libri non letti.

Ho messo un'etichetta su tutto. Sulle scatole, sui quaderni, sulle custodie di vecchi appunti. 
Sui raccoglitori contenenti le mille cazzate: biglietti di concerti, treni, mostre, opuscoli di musei, mappe di città che ho visitato.
C'era un po' di tutto tra le mensole della mia libreria.

Mi è tornato in mente il principio del vuoto di Joseph Newton e l'esigenza di dover fare spazio al nuovo.
Di lasciare un vuoto per le cose nuove che arriveranno.

Non ho buttato molto, infondo si trattava di libri universitari, di appunti di 8 anni di vita, di biglietti legati a viaggi, di foto varie. Non ho avuto il coraggio di buttare molto. Avrei voluto avere una stanza più grande.
Delle mensole in più.
Degli armadi con più ante per metterci tutti i vestiti che vorrei comprarmi.

Non è stato facile fare spazio. Mettere ordine a qualcosa di per sé entropico. Annaspavo tra i ricordi, mentre con razionale lucidità cercavo di sistemare tutto nei minimi dettagli.
Anni e anni messi in fila uno dietro l'altro. Solo etichette e numeri sullo sfondo.

Quanta vita passa tra e negli oggetti che accumuliamo.
Così tanta da non starci in una libreria.
Forse così tanta da non poterla poi racchiudere in stupide scatole Ikea.
Ma chissà perché ci illudiamo che basti un'etichetta o una scatola a farla sembrare più in ordine. Come se così fosse più facile controllarla e, invece, lei sfugge sempre, anche da quella scatola che sembrava esser chiusa perfettamente.


Commenti

  1. Anche a me piace conservare le cose, e ogni tanto mi capita, sistemando qua e là, di ritrovarle :) Ho pure scritto un paio di pezzi in proposito, è come fare un viaggio nel tempo, soprattutto se, come nel mio caso (e mi pare di capire anche il tuo) queste "tracce del passato" sono ben conservate in scatole e contenitori appositi: li apri e... è come iniziare davvero un viaggio :)
    E ho sorriso anche quando ho letto che alla fine molte cose non le hai buttate, anche tra appunti e quaderni di scuola/università, anche io non lo feci e li ho tenuti inscatolati in garage... come se buttarli, pur se so che mai più li userò e guarderò nel concreto, mi avrebbe privato di un pezzo di me. E' forse sciocco, però è vero, e quindi ho capito benissimo la sensazione che hai descritto :)

    Passa una buona settimana ;)

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    1. Buttare sarebbe stato in questo caso non un liberarsi di cose che non servono più ma creare uno strappo, una ferita...e no, non ce l'ho fatta!

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  2. Io mi sono data un limite fisico di spazi "dei ricordi". Un po' per praticità, un po' perché non mi piace che il passato mi intasi il presente.

    Quindi conserva, ma trova anche il coraggio di buttare.

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    1. Il passato è solo una storia che raccontiamo a noi stessi...infondo è passato, dovremmo avere il coraggio di liberarcene...

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  3. Io di buttare butto sempre poca roba, ma rimetto in ordine e faccio largo al nuovo depositando altrove cose che considero passate, almeno per il momento.
    Perché poi si può sempre ritirare fuori queste cose^^

    Moz-

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  4. Adotto anch'io questa filosofia....e infatti il mio garage è diventato "sepolti in casa"

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