Tutta colpa di Mary.

C'è che ogni tanto mi prendono dei momenti di angoscia esistenziale ingiustificati.
Penso al futuro, proprio nel momento in cui il presente che vivo mi piace e mi fa stare bene.
Eppure fermare la macchina dei pensieri che scorre a tutta velocità non è affatto impresa semplice.
Niente. Io devo vivere inquieta, altrimenti non vivo.
Devo pensare al dopo, andare sempre oltre, farneticare l'impossibile. Sono questa, devo arrendermi.
Mi porto dentro questo groviglio di pensieri e lo nutro ogni giorno come posso, come fosse una pianta bisognosa di acqua costante.
Le radici nella pancia e i rami nella testa. 

Per fortuna è estate e riesco a mettere da parte le mie paturnie per un po'.
Almeno nel weekend, quando mi allontano da tutto e tutti. Persino da me.

Ieri, per esempio, è stata una serata leggera.
Quelle sere che non programmi e che sono le migliori.
Sono uscita con tre mie amiche marchigiane. Le ho portate in un locale sul mare. Abbiamo bevuto, quel tanto da essere brille e sorridenti. Rimorchiato qualcuno qua e là. 
Poi tra le luci soffuse, incontro lui. Non ci vediamo da un anno, mi sussurra all'orecchio andiamo via di qua a fare l'amore.
Lo guardo sorridendo, lo bacio sulla guancia e torno dalle mie amiche.
#Mary dice che la mia vita è un film, sorrido. Non ha poi tutti i torti.
A volte mi sorprendo di come tutto accade tradendo la realtà che c'è nella mia testa.
Sembra davvero un film, ridiamo insieme anche quando alle 4 di notte le faccio leggere i messaggi di Rosso Malpelo che mi cerca.

Forse era solo una sera con le congiunzioni astrali sbagliate (o giuste?).
Michi, tu acchiappi un sacco. Secondo me hai qualche carisma che attira.
Sì, Mary. Tutti mi vogliono e nessuno mi prende. Le rispondo, paraculandola.
Ma perché tu sei difficile.
Ecco, ci risiamo. La solita storia. Sono sempre io quella ad essere sbagliata. Ormai ho fatto il callo a frasi del genere.
Torniamo in macchina, le dico di mettere la canzone che mi ha fatto ascoltare a inizio serata. Mi sento l'estate addosso, la leggerezza e la spensieratezza. 
Senza sapere quando...cantiamo tutte. E' un loop contagioso.
Abbasso il finestrino, con la voglia di sentire il vento in faccia.
E' ormai quasi l'alba, la vita davvero mi sconvolge, senza che io faccia nulla. Ed è bello così.




PS. Ma quanto se la crede la Ferreri in questo video?

Commenti

  1. quell'essere difficile sfugge pure a me.
    che significa esserlo?
    dove sta tutta questa difficoltà?

    capisco esattamente la situazione nella quale ti ritrovi.
    c'è da dire che è pieno di gente in cerca di nulla più che un'avventura.
    perchè non è in grado, di fondo, di offrire altro.

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    1. Non credevo che essere trasparenti significasse essere difficile. Eppure io dico le cose come stanno, se una cosa non mi piace, non lo nascondo. Pare che questa sia roba da "quelle difficili". Mah.

      Io trovo gente che è il nulla. E mi dispiace un sacco, perché potrebbero essere potenziali persone interessanti se solo dalla testa si togliessero tutti i cliché che li rendono banali.

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    2. concordo su tutta la linea.

      non c'è alcun divertimento nella noia dell'avere a che fare con persone insignificanti.

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  2. lo sai già, invidio la tua capacità di vivere così, goderti il presente e pensare al futuro, mentre io resto sempre e inevitabilmente imprigionata nel passato...
    essere difficili, se così vogliono definirti, non è nè un difetto nè una colpa.
    non ti accontentare.

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  3. Anch'io devo vivere inquieto, sennò non vivo.
    E passo ore ad ascoltare pezzi tristi o leggere pazzi depressi perchè mi fanno essere felice.
    Odio leggere cose felici, mi fa schifo.
    Mi da molta più felicità leggere cose tristi.

    Fondiamo un club? Tipo " I Figli Della Paranoia". Ci si trova ogni primo giovedì del mese a parlare di quanto l'odio l'apatia e la tristezza che vediamo nel mondo si rispecchi nelle nostre anime sensibili. Birra ce n'è, porta salatini o simili, grazie.

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  4. Sai, e' un racconto evocativo.
    Mi sembrava di viverla, la vostra serata d'estate.

    (Sono un po' malinconica oggi, non ne prendo una giusta delle cose che vorrei.)

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