[7/365] Le parole sono solo parole.
Le parole sono solo parole. A volte speriamo che siano l’espressione dei sentimenti che desideriamo ricevere. Il racconto del mondo che gli altri ci regalano. Il dono di loro. Ma sono solo parole. Valgono del valore che hanno. Che è temporaneo ed effimero. Spesso non sono neanche opinioni articolate. Quando vengono scritte poi, valgono anche meno che dette. Perché le parole pronunciate sono anche fiato, la vibrazione di una corda, se non altro la difficoltà di intonarle e di muoverle attraverso le labbra. Sono un bacio dato all’aria che costa più fatica.
E le persone sono solo persone. Non sono guide, non sono santi, non sono mostri, non sempre almeno. Solo Persone. Valgono il valore che li diamo, e neanche per tutto il tempo in cui glielo diamo. Le persone non sono i personaggi che dipingiamo su di loro. Non sono le presenze di cui abbiamo bisogno per riempire gli spazi della nostra vita. Non sono mezzi, ne fini, ne scopi, per dire a noi chi siamo noi. Non sono mai come saremmo noi al posto loro. E’ una legge esatta. Sono loro stessi, e normalmente molto meno di quello che potrebbero essere.
Noi siamo tutti ossessionati dagli altri. Dal giudizio degli altri. Dalla riconoscenza degli altri. Dal bisogno che devono avere di noi. Dalla stima, la voglia, la speranza che nutrono in noi. Perché pensiamo che loro ci renderanno felici. Non è vero. Noi stessi ci rendiamo felici, da soli. Loro sono la compagnia con cui scegliamo di condividere la nostra stessa felicità. Invece viviamo di vanità e di insicurezze. Ed estendiamo il raggio di azione tanto più pubblici vogliamo essere.
Gli altri sono solo gli altri. Possono farci ridere, e sarebbe già meraviglioso, forse tanto quanto farci piangere, ma non vivranno mai al posto nostro e possono in definitiva toglierci più di quello che sono in grado di darci. E lo tolgono perché ce lo strappiamo da soli per darglielo e sentirci dire grazie. Quindi smettiamo di chiedere di loro in misura maggiore di quanto sia necessario. Dovremmo essere felici, piuttosto, di ricevere il rimprovero di essere così come siamo. Che in quel rimprovero c’è la forza della nostra diversità.
E le parole non contano. Dobbiamo misurare il tempo, non le parole. Il tempo è la moneta universale che abbiamo tutti nella stessa quantità. Ricchi, poveri, arroganti o vanitosi.
Il tempo è il tempo. È l'unica cosa che vale misurare. Le parole, sono solo parole.
è un pezzo bellissimo che, dato il periodo che mi capita di vivere, sento parecchio vicino.
RispondiEliminaCondivido ogni parola, leggerlo mi ha fatto piacere e mi è anche stato utile.
Barbara
bellissimo post Michi.
RispondiEliminaquanta verità eh!
un saluto e ogni bene a te.