[Film] Tutti i santi giorni

Chissà cosa si prova nel non avere figli. Mi sono posta questa domanda un milione di volte. E non perché sto cercando di fare un figlio, maanchenochenellevestidimammanonmicivedoproprio. Però sono quelle domande che ogni tanto come donna mi faccio. E mi partono quei pipponi che... meglio che non vi dica. Confesso che a volte, da spocchiosa, ho troncato qualsiasi elucubrazione mentale dicendomi che se qualcuno ti ha dato un utero ostile meglio non forzare la natura e che l'IVF, per certi versi, è contro natura, come qualsiasi ostinazione per avere qualcosa che non puoi avere. 
E' un ragionamento superficiale e semplicistico il mio, e lo so, perché al momento sono problemi che non mi riguardano (e spero non mi debbano riguardare in futuro) e, soprattutto, perché quando non ci sei dentro alle cose è molto più semplice parlare. 
Magari se un giorno scoprirò di non essere fertile, mi prenderà un magone e una depressione che potrebbero giustificare qualsiasi mezzo per soddisfare il mio desiderio di maternità e ciao discorsi sul ma se succedesse a me io farei così
Però questo post non vuol essere un trattato su quello che penso in merito all'infertilità e alla possibilità di non avere figli, anche perché, ripeto (certe cose meglio ripeterle!) al momento non mi ci trovo nella situazione, non solo, certe situazioni sono così intime e delicate che non si può parlarne a priori. Uno si può fare un'idea, come me, ma che potrebbe rimanere tale o essere completamente ribaltata dagli eventi della vita. 
Questa mia digressione però non è poi così lontana da quello che sto per raccontarvi su questo film. 


Tutti i santi giorni è un film di Paolo Virzì e parla di una coppia di trentenni, Guido e Antonia, toscano lui, siciliana lei, che convivono a Roma.
Guido fa il portiere di notte in un albergo lussuoso, è appassionato di letteratura e ha una fissa per le agiografie, infatti ogni mattina, al rientro da lavoro, porta la colazione a letto ad Antonia, raccontandole la storia del santo del giorno (di qui il nome del film). 
Antonia, invece, lavora in un autonoleggio, scrive e compone canzoni, ha un animo un po' naif e vorrebbe diventare mamma (oltre che ritornare a cantare). 
Il desiderio di Antonia, e ovviamente anche di Guido, scombina un po' l'armonia di coppia e porterà i due a confrontarsi con realtà diverse. Questo bambino, tanto desiderato, purtroppo non arriverà...ma il film non ha un finale così tragico come sembra.
E' una commedia sentimentale senza grosse pretese, se non quella di raccontare un desiderio con gli strumenti più semplici: l'amore.

PS. Vi consiglio anche la colonna sonora. Grazie a questo film ho scoperto quella che secondo me è la Cat Power italiana, non che attrice protagonista di questo film: Federica Victoria Caiozzo, in arte Thony. E' una cantautrice siciliana che Paolo Virzì inizialmente ha scelto per la colonna sonora del film, ma poi l'ha scelta anche come attrice.
Io mi sono ascoltata tutto il cd, Birds, e merita davvero.


Commenti

  1. Michi, io la penso come te. Certo, non è possibile parlarne a priori, ma questo istinto materno esiste??? Perché io non lo sento proprio! Forse la sentono gli altri per te quando già, alla soglia dei 28 anni, mi chiedono "ma quando lo devi fare un figlio?" Che poi, pare che sia una cosa obbligatoria. Oltre al fatto che ho una paura matta del parto!:D Il film deve essere carino, vediamo se riesco a trovarlo in streaming :) Un abbraccio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo esiste...in alcune è innato, in altre arriva. Ne sono sicura. In altre ancora proprio no.

      Elimina
  2. Purtroppo è un quesito che anch'io mi pongo ogni giorno, ma non voglio rattristarti con le conclusioni a cui sono giunta perché il incorso è troppo delicato. per quanto riguarda il film, io lo ADORO! Così come adoro Thony! Ma anche la canzone di Virginiana miller non è affatto male!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non l'avevo ancora ascoltata e ora che l'ho fatto...mi piace un sacco! :) Grazie! :)

      Elimina
  3. io quando sento parlare o leggo di donne che non riescono ad avere figli e che, per questo, sono disperate, proprio non riesco ad immedesimarmi in loro e nel loro dramma. sarà che adesso proprio non mi vedo mamma, ma è un argomento su cui non riesco ad esprimermi senza passare per stronza cinica.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono un po' come te, però lascio un margine per ricredermi. Credo che adesso parliamo così perché non ci siamo ancora poste la questione, e spero per noi, che non dovremo porcela mai.

      Elimina
  4. Stesse riflessioni che mi sono ritrovata a fare anch'io dopo aver visto questo fil che, peraltro, mi è piaciuto proprio assai.

    RispondiElimina
  5. Questo film per me è stata una scoperta e soprattutto, come per te, lo è stata lei, Thony di cui ascolta da giorni Birds a ripetizione (Paper Cut e Flowers Blossom prima di tutte). E la penso anche in maniera molto simile a te sul tema del film, pur essendo al settimo mese di gravidanza e pur avendo voluto questo bimbo... Comunque solo io penso che la locandina di questo film non c'entri assolutamente nulla con la trama, a parte la chitarra di lei? Per me le locandine dei film sono come le copertine dei libri, se non mi spira per niente non ci penso proprio a "comprare". Cosa che, in questo caso, mi ha impedito di vedere un film che invece poi mi è piaciuto un sacco solo perché l'ha passato Sky in un momento della mia vita in cui sono tumulata in casa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Invece secondo me la copertina richiama un po' la follia del loro amore! :)

      Elimina
  6. Pure io non sento quest'istinto materno. Forse perchè siamo ancora piccole, ancora troppo ingenue per pensare di poter riuscire ad occuparci di un'altra piccola vita. Col tempo, forse, lo sentiremo anche noi.

    RispondiElimina
  7. L'ho visto una notte di qualche tempo fa e ho pianto moltissimo. I film di Paolo Virzì sono sempre un po' crudi e ti mettono quell'ansia addosso difficile da levare.
    Non voglio figli per ora ma penso di volerne in futuro e probabilmente quando li vorrò e quando avrò la possibilità di averne uno mio sarà troppo tardi. La nostra è una generazione a cui hanno tolto anche la possibilità di sognare dei figli.
    L'orologio biologico a una certa età scatta ma può ticchettare quanto vuole se nel frattempo non hai un lavoro, una relazione stabile e delle sicurezze.
    E' un problema che fa quasi paura se ti fermi a riflettere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oltre alla precarietà del mondo fuori, quello che mi spaventa è che molti di noi soffrono di una perenne sindrome di peter pan!

      Elimina
  8. Il film è meraviglioso. Io ci ho pianto sopra un sacco. Vorrei non tornare con la testa a chi me lo ha consigliato, ma va beh. I gusti cinematografici di quella persona non si possono discutere. Io comunque no. I figli no. Mi piacciono quelli che a fine terapia se ne vanno a casa da madre e padre. Loro e le loro caccole.
    (:

    RispondiElimina
  9. anche io la penso un po' come te.... il film non mi aveva entusiasmato, ma mi ricordo che l'avevo trovato caruccio!

    RispondiElimina

Posta un commento

E ora dimmi cosa pensi...

Post popolari in questo blog

Settembre, il lunedì dell’anno

Intermezzo soft-porno. E anche soft-incazzato.

Color cervone