Distorta.

Ho distorto la mia immagine. 
L'ho distorta tramite i tuoi occhi. 
Sono diventata quella donna che ti scrive ogni giorno. 
Che vorrebbe morire tra le tue labbra ancor prima che tra le tue gambe. 

Desiderata, sì vorrei sentirmi così. Vorrei sentirmi così nonostante tutte le mie paure.
Ma non mi desiderare. Perché io non sono quello che tu vedi. Non lo sono affatto. E non lo sono nemmeno con la mia maschera migliore.

Perdo il controllo e non esisto più. 
Non esisto nel vortice dei pensieri che ci scambiamo senza neanche dircelo. 
Non esisto e mi sento felice. 
Perché non sono io. 
Perché mi perdo senza chiedermi dove sono. 
Mi perdo e basta. 
Poi me ne pento qualche secondo e da strafottente quale sono dimentico in fretta. Dimentico in fretta la ragione che mi tiene distante da te.

E mi avvicino. 
Abbatto le barriere della razionalità e mi affido a te. Al tuo self control che non c'è.

Mi piace questo gioco. Vorrei non farne a meno. 
Vorrei che fosse il pezzettino di cioccolato fondente che mi rende dolce il palato. 
Vorrei che fosse quel bicchiere alcolico che allenta la mia inibizione. 
Vorrei che fosse quell'anelito di vita che mi smuove le cellule dell'intestino quando ho bisogno di distrarmi.

Ma sappi che sono distorta. Sappi che non sono io. 
Neanche attraverso quei tuoi occhi, che non sono tuoi.
Non siamo noi.
Siamo i nostri desideri nascosti. I nostri lati oscuri.
I nostri inconsci consci.
Siamo quello che vogliamo e che cancelliamo.
Con un click. Con un ciao.
Con un lavaggio nella scatola cranica delle nostre esistenze inesistenti.

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