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Visualizzazione dei post da ottobre, 2012
Foglie sulla neve #8
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Pausa pre-laboratorio: metodo praticissimo e divertente di come impazzire davanti alla webcam del Mac. Prendere 4 biotech, metterle davanti al pc, scegliere un applichescion super figa e cominciare a fare smorfie e sorrisetti. Il tutto prima di un interessantissimo laboratorio di bioinformatica. Perché noi ci divertiamo con poco.
Quando hai voglia di scrivere.
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La voglia di scrivere è irrefrenabile. E' bastarda, capricciosa, violenta, malsana, ribelle, a volte puttana. Si vende a caro prezzo, ti fa sudare, ti fa emozionare, ti fa arrabbiare. Ti prende senza preavviso, nel cuore della notte, quando non puoi far rumore. E allora rimani lì, rannicchiata sotto le coperte, tenendo al caldo tutte quelle parole che scorrono veloci nella tua mente. Oppure quando stai studiando, intenta a concentrarti, altrimenti col cavolo che il prossimo esame lo superi. O ancora quando sei lì, ferma ad ascoltare il mare, a calmare le tue ansie, a spostarti i capelli dalla fronte. Ti colpisce quasi alle spalle, con quell'impulso senza limiti che ti costringe a sederti, a fermarti, a pensare. Tu che con i pensieri ci vai a nozze, ma che preferiresti lasciarli a casa ogni tanto. Oppure li concederesti volentieri a qualcun'altro, fregandotene se ti tradiscono con qualcuno che sa trattarli meglio. Quando hai voglia di scrivere è un po' così, è un
Invitami a bere un bicchiere di sole (foglie sulla neve #7)
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Stamattina ero piuttosto giù. Come se non bastasse, c'è sempre qualcuno pronto a complicare le tue giornate. Per esempio gli ex . Giusto per citarne qualcuno eh. E poi ci sono invece quelle persone che inaspettatamente danno una svolta alla tua giornata in senso positivo! E così la P. mi ha proposto un pranzo al mare. Panini, cetrioli e tanta cioccolata! Sole, mare e bici il 21 ottobre ... cosa volere di più dalla vita? Il mare era ideale per il bagno...solo che io, avendo lavato i capelli stamattina, non ho messo apposta il costume per non essere tentata! E poi non so per quale motivo stamattina, uscendo avevo freddo... E questa sono io...una foto che riassume quello che sto vivendo: barcollo ma non mollo !
Buona domenica.
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Sono sveglia dalle 5.16. O forse qualche minuto prima. Vana la ginnastica artistica tra le lenzuola per cercare di riaddormentarsi. Ho provato anche ad ascoltarmi canzoni spaccapalle . Ma niente. E così mi sono alzata, ho fatto colazione, ho letto, una doccia e un getto di acqua fredda in testa per vedere se funziona contro i pensieri malsani. Mi sa che anche questo tentativo è stato un fallimento. Mi chiedo cosa mi succede . E' come se non fossi io. Sono abituata a battaglie più dure. Ma adesso è come se avessi perso le forze. Mah. Come se tutto questo non bastasse, mi sono svegliata all'alba nel giorno che odio di più, proprio a dire che me lo devo vivere per intero anche se non voglio. Non potete immaginare che strazio. Buona domenica! Passatemi un po' di buon umore se ne avete in eccesso!
Vendo un rene e pago la retta universitaria.
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Ho appena finito di completare la procedura di immatricolazione per il primo anno della magistrale. Sono letteralmente indignata, nonché incavolata nera per l'incremento scandaloso delle tasse. Quest'anno l' Università degli studi di Bari Aldo Moro (facciamo anche nome e cognome) beneficerà di quasi 1000 euro di tasse dalla sottoscritta. Ok, non so se sono tanti o pochi rispetto alle altre Università italiane, ma quello che mi fa imbestialire è che, nonostante i soldi che come studente sono costretta a versare, non mi viene offerto un servizio valido. Gli esempi sono tanti. Ti serve una fotocopia? Devi andare in copisteria e fartela tu [e non parlo di fotocopie per lo studio, ma di materiale cartaceo che per esempio in una facoltà come la mia può servire, vedi protocolli per esperimenti di laboratorio-per fortuna ci sono i prof che provvedono]. Statino e modello 100 non sono più forniti dalla segreteria. Devi stamparlo e procurartelo dal sito (per non parlare di tu
Foglie sulla neve #6
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E' venerdì. Me lo dico tirando su un sospiro di sollievo mentre attraverso il campus deserto. La lezione è finita un'ora prima e per fortuna posso andare tranquilla in stazione. Ormai sembra che la mia vita sia dettata dagli orari di Trenitalia. 7.15, 13.13, 19.05, 19.35. E ogni tanto, soprattutto quando sono di corsa (cioè sempre), mi sento un po' come Helen di Sliding Doors . Della serie: riesco a salire sul treno per miracolo e mi chiedo cosa sarebbe successo se lo avessi perso o se avessi preso quello successivo. Per fortuna i miei viaggio sono allietati da incontri tutto sommato piacevoli. Ieri ho conosciuto un iracheno. Doveva scendere a Bari e chiedeva informazioni in inglese alla signora che le stava accanto. Peccato che la signora non capiva e ha chiesto a me se sapessi parlare inglese. Next stop. Almeno l'abc riesco ancora a dirlo. Old people don't speak English. E te credo. Anche young people . Vedi me. Però mi sono sforzata
Tre sono le cose che devo ricordarmi di fare.
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Ho scritto un post it con le 3 cose da fare ENTRO domenica. Sento che la memoria mi sta abbandonando. Ormai se non scrivo, non ricordo. Avrò una carenza di fosforo. O semplicemente è Alzheimer precoce. Ma di brutto eh. Tre sono le cose che devo ricordami di fare quando come una luce entrerai... le prime due nasconderò dentro ad una pagina e la terza scriverò sui vetri sporchissimi di un auto blu... blu come i tuoi occhi a cui raramente sfuggirò e anche se fosse tu non chiuderli mai Deciditi a capire che non mi servono fiori spiegami senza nemmeno parlare che senso hai costringiamo la notte a non fare rumore abbandoniamoci al giorno del tutto nuovi... Tre sono le cose che devo ricordarmi di dire quando davvero sicura sarò e lo saranno le mie mani a cui raramente sfuggirai ma anche se fosse ritrovale e poi invitami a bere un bicchiere di sole spiegami senza nemmeno parlare che gusto ha... costringiamo la notte a non fare rumore abbandoniamoci al giorno del tu
Le stagioni delle assenze
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Non c'eri Non c'eri nelle liste elettorali di quello stupido giugno Non c'eri in uno spettacolo teatrale sulla diga del vajont Non c'eri in quei locali assordanti dove il suono della batteria copre gli altri strumenti Non c'eri sulle sue labbra E sulla sua schiena bianca che mi ringraziava E non c'eri nelle ombre scure di un paesaggio di montagna Ricordo di un viaggio di fine marzo Non c'eri nelle tessere di un blockbuster Nei panini caldi di un venditore ambulante Non c'eri nelle cicche sotto casa E nemmeno nei giardini comunali dove i bambini tirano i loro primi sassi alle loro prime paure Non c'eri nemmeno nei rappresentanti che al mattino ti svegliano col citofono O nella morale qualunquista di una zia vecchia e acida Non c'eri nelle mele che mordevo E nemmeno nel bicchiere di vino accanto alla tv E non c'eri allo stadio o nei miei scatti lenti dei lunedì di calcio Non c'eri nemmeno sull'espressio
Foglie sulla neve #5
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Un viaggio ascoltando Backspacer dei Pearl Jam. Una chiacchierata con i dottorandi del laboratorio dopo l'esercitazione. Un pranzo con le colleghe ultra light (carote, cetriolo, bresaola). Il barista che mi dice che sono troppo formale . Una crostatina messa in borsa da madre. Le pratiche dell'iscrizione all'anno accademico avviate. E poi questo articolo .
E la mattina presto uscire con gli occhiali scuri.
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E la mattina presto uscire con gli occhiali scuri e tutto il tempo che ci vuole per scoprirti piano piano e consegnarti il mondo intero stretto in una mano. Ho in mente questa canzone di Daniele Silvestri quando esco di casa stamattina. E' davvero presto, il cielo ha colori intermedi tra l'azzurro e il celeste. Do un bacio e abbraccio mia madre ché oggi diventa più giovane . Le chiedo se mi offrirà un pezzo di torta al mio ritorno e se il 15 ottobre di 52 anni fa alle 6 del mattino era già nata. Metto su un paio di occhiali da sole e riempio la borsa di tutto quello che mi potrebbe servire. La città è deserta e il silenzio mi piace. Ha un non so che di mistico. Gli occhiali da sole non servono, il sole non c'è ancora, ma io li uso lo stesso. Le mie occhiaie sono imperdonabili. Intanto cammino veloce, ché il treno potrebbe arrivare e lasciarmi a piedi. E invece arrivo in anticipo,scelgo di prendere il treno delle 7.15 perché quello prima è troppo pieno e io vo
On air #53
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Che io ami gli Smiths non è un mistero. Forse non l'ho mai scritto, ma è uno dei pochi gruppi stranieri di cui so più o meno tutto. O comunque so tanto. Complice anche il fatto che abbia preparato un intero topic per il mio esame di inglese. There is a light that never goes out è una delle mie canzone preferite, e oggi mentre ascoltavo la versione dei Death Cab for Cutie , ne ho trovata un'altra altrettanto carina. Eccola.
Quando un libro può essere occasione di conquista.
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[Conquista è un parolone, ma lasciatemelo passare va'] La foglia sulla neve di oggi è un'esperienza degna di un telefilm (prossimamente su michi channel ). Calma, niente di particolare. Semplicemente uno di quei momenti che donano un tocco di colore al grigiore di tutti i giorni e soprattutto ti fanno sorridere in maniera del tutto gratuita. Insomma cose che fanno bene. Ho preso il treno delle 13.13, il solito di quando ho lezione alle 15. Mi sono seduta al primo posto libero adocchiato, e mentre appoggiavo la borsa e mi toglievo la giacca, sono rimasta colpita dalle scarpe che aveva il tipo di fronte a me. Erano scarpe Quechua , o qualcosa di simile. Una via di mezzo tra sandalo e scarpa chiusa. Una merda, insomma. Ma mi colpivano perché ad indossarle era un uomo, mentre mi sembravano prettamente femminili. Guardo il tipo in faccia e devo ricredermi perché ha un non so che di affascinante. Un tipo un po' naif, riccio, con occhi celesti e barba incolta, di
Foglie sulla neve #2
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Sono contenta nell'apprendere questa notizia: il nobel della chimica, vinto da Robert Lefkowitz e Brian Kobilka, è frutto anche di una ricercatrice barese....ovvero la mia prof di Farmacologia! Inutile dirvi che lei è una persona davvero squisita, ho sostenuto il mio penultimo esame della triennale ed è stata tanto dolce con me! [ Link dell'articolo ]
Il problema non sono mai gli altri
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Per anni mi sono innamorata di uomini freddi come un'insalata a gennaio. Ho amato uomini congelati e scostanti come le lasagne precotte del supermercato. [...]Finché un giorno mi sono bruciata tanto, così intensamente, che ho deciso di guardare dentro la mia vita e di riscaldarla questa volta, invece che con un uomo, con un brodo caldo per l'anima. Il demone era quell'affogare continuamente nel presente. Bruciare nell'istante, in una perenne deriva della responsabilità e del senso. Ho deciso che da quel momento mi sarei davvero presa cura di me stessa , della parte di me più intima e più profonda. Ero intenzionata a comprendere il sottile meccanismo che mi portava a sopravvalutare la mia capacità di migliorare la vita degli altri sottovalutando la capacità di migliorare la mia. [...] Il problema non sono mai gli altri , gli altri non ci fanno mai il piacere di cambiare, ero io sempre la stessa e questo era sufficiente per mettere in atto azioni compulsive che
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Ho ripreso i corsi all'università. Gli orari non sono leggeri, questa settimana è, diciamo, più rilassante. Ci sono mattine libere, mentre tutti i pomeriggi sono occupati da 4h di lezione. E uscire alle 19 dal dipartimento di Biologia che si trova nell'angolo più sperduto e buio del Campus è davvero una tristezza. La nuova classe non è entusiasmante, direi che è la peggiore che abbia frequentato. Siamo tra le 15 e 22-23 persone (mai frequentato i corsi con così poche persone). Tutte ragazze ad eccezioni di due individui di sesso maschile. Uno lo conoscevo già, ha seguito con me lo scorso semestre. Mentre ieri, arrivata in anticipo come al solito, ho conosciuto l'altro. Eravamo da soli e ha cominciato a raccontarmi tutto il suo percorso di studi, mentre io volevo fare l'asociale con il libro della Maugeri. E vabbè mi è toccato ascoltare la sua storia e raccontare qualcosa della mia. Conclusione: oggi, al secondo giorno di lezione non so ancora il suo nome. E io
Post-it #23
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Come ogni volta dopo l'esame, anche stamattina mi sono svegliata presto. Avevo impostato la sveglia alle 8.30, ma ho aperto gli occhi alle 6.50. No comment. Oggi prendo un po' di tempo per me. Vado in libreria, al mercato, a lezione, e se riesco anche in palestra (semplicemente ad informarmi sui corsi). [La suoneria della mia sveglia...ma quanto sono romantica anche di prima mattina? :D]
Di oggi.
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Casa. Una parola che gusto con gioia dopo una giornata di stress. Sveglia all'alba, caffè, studio, caffè, mezzora di pausa sul letto, studio, doccia, capelli, treno, Bari, università, ESAME. Un esame per cui ho studiato, tanto. Troppo direi. So già in anticipo che il prof non mi chiederà nulla di quello che so. Voglio 30 e mi prendo un 28, ma sono contenta lo stesso. Il prof arriva come suo solito in ritardo. Polo rossa, jeans blu scuro, rayban a goccia neri. E' figo, non c'è nulla da fare. Lo guardo. Ci saluta. Siamo in 3. A. chi è? Sono io. Mi avvicino. Mi siedo di fronte a lui. Poi abbiamo la P. e M. Dai sedetevi anche voi. Facciamo insieme, così ci sbrighiamo presto. Magari vi boccio tutti e tre e facciamo prima. Noi tre, le povere cavie, ci guardiamo stile cartone Manga con una goccia sulla fronte. Ma guardi prof che non le conviene bocciarci, forse è meglio che ci promuova tutti. Gli dico, ridendo. Dice? E sì. [L'esame era la seconda parte di u
A ruota libera.
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Ho appena finito di mangiare una pizza e prendermi l'ennesima bustina di integratori. Nel frattempo la novalgina, presa per il mal di testa, sta facendo effetto e ora avrei bisogno di un'aspirina per il raffreddore. Mi porto addosso la stanchezza di un' intera settimana di studio, e come se non bastasse il tempo è impazzito. L'aria si è rinfrescata ed io mi sono raffreddata. Adesso comincia ufficialmente la stagione dei kleenex lasciati ovunque. Puliti eh. Che non vi venga in mente che io lascia fazzoletti sporchi in giro. Insomma sono portatrice sana di germi e credo lo sarò fino alla prossima estate. Spero solo che il naso non diventi subito rosso, altrimenti è la fine. Posso optare direttamente per il burqa. Oggi mi hanno chiesto di lui . Mi sto abituando ormai. Ma che problemi ha? Che cosa gli succede? Lo chiedono a me, come se io fossi, al tempo stesso, la causa e la soluzione ai suoi problemi. Sorrido, mentre vorrei elargire vaffanculo se
Quella casa non c'è più.
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Oggi, una ruspa ha buttato giù l'ultimo ricordo di quello che è stato il quartiere di una vita. Quello in cui sono nata e ho sempre vissuto. Era l'ultima palazzina antica, quelle in cui abitavano le nonnine fino a qualche anno fa. Quelle nonnine che lavoravano a maglia per strada quando le giornate calde lo permettevano, le nonnine che rompevano le mandorle e lasciavano giocare i nipotini sullo spiazzale che ancora per qualche ora rimarrà intatto. La vedete quella specie di marciapiede dove c'è il cassonetto della spazzatura? Io, quando ero piccola, ci salivo puntualmente ogni volta che ci passavo. Mi piaceva saltarci su per sentirmi più alta. Ovviamente rischiando sempre, al momento di scendere, che mi sfracellassi le ginocchia. Ora non c'è più nulla che può ricondurmi con la sola immagine ad un'infanzia che non c'è più. Prima le camere/cantine sotto casa, poi le campagne sulla strada principale, adesso le ultime case in pietra. Abito in q