Le stagioni delle assenze

Non c'eri 
Non c'eri nelle liste elettorali di quello stupido giugno 
Non c'eri in uno spettacolo teatrale sulla diga del vajont 
Non c'eri in quei locali assordanti dove il suono della batteria copre gli altri strumenti 
Non c'eri sulle sue labbra 
E sulla sua schiena bianca che mi ringraziava 
E non c'eri nelle ombre scure di un paesaggio di montagna 
Ricordo di un viaggio di fine marzo 
Non c'eri nelle tessere di un blockbuster 
Nei panini caldi di un venditore ambulante 
Non c'eri nelle cicche sotto casa 
E nemmeno nei giardini comunali dove i bambini tirano i loro primi sassi alle loro prime paure 
Non c'eri nemmeno nei rappresentanti che al mattino ti svegliano col citofono 
O nella morale qualunquista di una zia vecchia e acida 
Non c'eri nelle mele che mordevo 
E nemmeno nel bicchiere di vino accanto alla tv 
E non c'eri allo stadio o nei miei scatti lenti dei lunedì di calcio 
Non c'eri nemmeno sull'espressione arrogante di quelle guardie che mi fermarono: 
"lei dove crede di andare...?" 
Non c'eri nella metropolitana 
O nelle spinte per chi deve scendere e chi deve salire 
In tutti i loro discorsi assurdi su come non si può più vivere 
Non c'eri nei sorrisi dei camerieri, eroi di una vita di mance 
Non c'eri... 
Non c'eri... 
Eppure ti sentivo 
Ti sentivo come si sente l'angoscia in una strada buia mentre i piedi incontrano la pioggia 
Come si sente l'abbandono in quelle luci gialle e tristi degli ascensori 
Ti sentivo nelle ossa come la febbre del primo inverno 
Ti sentivo nel silenzio che mi creavo nella mente in mezzo a un traffico impazzito sulla tangenziale 
Ti sentivo come un ombra, un fantasma, una profezia, una maledizione 
Ti sentivo solo io, solo e sempre io mentre tutto quanto intorno mi diceva che tu non c'eri ... 
Non c'eri 

[Marco Conidi]

Commenti

  1. Ti sentivo come un ombra, un fantasma, una profezia, una maledizione
    Ti sentivo solo io, solo e sempre io mentre tutto quanto intorno mi diceva che tu non c'eri.

    Che belle parole...

    RispondiElimina
  2. un gran bel testo, davvero.
    credo succeda così quando ti porti dentro un amore che vedi di rado

    RispondiElimina
  3. Ti sentivo nelle ossa come la febbre del primo inverno
    wow...belle parole e anche molto tristi...

    RispondiElimina
  4. intenso questo questo post, ma anche triste.

    RispondiElimina
  5. p.s. anche io ho lo stesso libro nella stessa edizione. l'ho letto tanti anni fa ma mi piace
    "fuoco e fiamme per un anno, cenere per trenta"

    RispondiElimina

Posta un commento

E ora dimmi cosa pensi...

Post popolari in questo blog

Settembre, il lunedì dell’anno

Intermezzo soft-porno. E anche soft-incazzato.

Color cervone