Ho da sempre una particolare scarsa disposizione ad accogliere i cambiamenti, soprattutto quelli di stagione. Ed è così che mi sono ritrovata, anche quest’anno, a patire la fine dell’estate e l’inizio di un nuovo tragico periodo di incertezza, con il consueto mix di emozioni negative e contrastanti. Voglio farla breve: il ritorno dalle vacanze è stato doloroso al pari di un addio. E per chi soffre della sindrome dell’abbandono, sa di cosa sto parlando.   Ho vissuto 10 giorni intensi, viaggiando con la sola preoccupazione di dove avrei dormito e mangiato. È stato bellissimo provare questo senso di libertà. Ho lasciato a casa i pensieri, la preoccupazione per la fine di un lavoro, le difficoltà oggettive che ho riscontrato nelle relazioni sdrucite dal tempo e dal covid. Poi di colpo il ritorno. Non mi è servito fare ordine a casa per rimettere ordine dentro di me. No. È cominciato un lungo strazio emotivo, fatto di pensieri che mi hanno (anzi, mi stanno) divorando dentro senza che ...
 
:*
RispondiEliminatieni duro piccola!
L'unica cosa da fare quando ti viene da piangere è proprio piangere...sfogati, butta fuori tutto quello che hai dentro...poi pian pianino ti sentirai meglio!
RispondiEliminaI miei migliori pianti li ho fatti sempre prima dei migliori esami... sfogrsi aiuta a far crescere la motivazione, ho sempre pensato (a posteriori però)
RispondiEliminaLeggendo il tuo blog mi ci sono ritrovata più e più volte quindi ritornerò (anche se credo non farei mai una foto tenendo in mano un ragno... stima XD)
stiamo più o meno alla stessa maniera ma io non ho una nonna che mi consola, che peccato, quanto ne vorrei uan che mi cucina cose sane e genuine. un bacio mia cara sappi che ti sono vicina
RispondiEliminaUn bel pianto liberatorio aggiusta tutto ;)
RispondiEliminaSecondo me sei molto stanca.
RispondiEliminaMa piangere fa bene.
Ti abbraccio.