In questi giorni ascolto a ripetizione questa canzone.

Pensi di avere un credo, poi lo adatti a quello che sei.
E come può il mio amore essere limpido se è la mia nazione che lo inquina?

Questa frase riecheggia nella mia testa in ogni momento. Fa rumore tra il vuoto dei miei neuroni. Fa rumore tra le mie paure, le mie speranze, le mie disillusioni, le mie tristezze.

In un periodo di stallo come quello che sto passando, dove non so se il prossimo passo che farò mi porterà più in là o semplicemente mi darà l'illusione di essermi spostata, l'incertezza, le paure, le attese, governano i miei umori, i miei gesti, le mie parole (le tante parole che dico), i miei pensieri.

Sto adottando un nuovo approccio nella mia vita: se non posso adottare cambiamenti drastici che mi portino direttamente a mille miglia da questa statica realtà che giorno per giorno vivo, insoddisfatta, confusa e a tratti inconstantemente felice, è giusto che mi muova a piccoli passi, come un bambino che impara a camminare.

Allora, parafrasando Vasco, ho fatto un patto con le mie emozioni, le lascio vivere e loro non mi fanno fuori.

Commenti

  1. davvero bello e intenso...non conoscevo il testo...un bacio ady

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  2. Ecco, forse è un buon compromesso. Mentre si aspetta che la vita sia meno immobile!

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