Come sarebbe la nostra vita se...

Mi chiedevo come sarebbe la nostra vita se non ci fossero i social network. 
Questa riflessione nasce perchè sto cercando di capire come funziona Twitter.
Mi sono iscritta e credo di esserne assuefatta.
So che sono entrata di diritto in quella prima fase che colpisce chiunque si iscrive ad un social network : curiosità, voglia di scoprire, entusiasmo ed quasiestasi.
Pensavo addirittura di cancellarmi da facebook, anche perchè a dire il vero mi ha stufato, e ultimamente non fa che infastidirmi [o meglio mi infastidiscono certi soggetti che sono iscritti, uno a caso, eh!]

Anyway, pensavo a come sarebbe la mia vita se non avessi internet, se non avessi questa possibilità di stare collegata con gente che si trova a mille miglia da me e con quella che invece abita proprio alle spalle di casa [piccolo paradosso: non trovate stupido che due persone che potrebbero vedersi tranquillamente perchè divise solo da qualche metro, stiano lì a chattare dei loro problemi su facebook? Io sì. E mi incavolo quando ogni volta c'è la "amica" di turno che mi racconta vita, morte e miracoli via chat. Ma vieni a casa, dico io! No. E non ti puoi permettere neanche di essere scortese, altrimenti cosa penserebbero? E allora cominci ad accampare scuse per chiudere subito la conversazione]

Comunque pensavo che ormai sappiamo tutto di tutti. Quello che sta con quella, quella che se la fà con quello lì, quello lì che è andato al concerto dei xxcantantistrappalacrime, gli xxcantantistrappalacrime che hanno registrato l'ultimo cd, proprio quello che tizio ha comprato per il compleanno di caio, che caio ha fatto in quel locale fighissimo, ma al quale tu per fortuna o sfortuna non sei stato invitato. E scopri pure che alla festa c'era quella ragazza che adesso si sta vedendo con lo stesso ragazzo con il quale esci tu. Una babele virtuale insomma. Un bordello elegante e matematico, che ti sbatte in faccia verità che a volte faresti meglio a non sapere e altre che una volta sapute, francamente non ti cambiano più di tanto.
Per non parlare poi di quella inspiegabile voglia che ti prende di comunicare al mondo che esisti. Di far sapere che ascolti quella canzone lì, che stai leggendo quel libro,che quell'articolo ti ha colpito, che ieri sera sei stato lì e che oggi stai pensando che forse è meglio non lavorare/studiare ma cazzeggiare. Si chiama condivisione. Ne sono vittime quasi tutte, compresa me.

E allora mi sono data la risposta. E' un bisogno di condividere le nostre vite, di sentirci meno soli, anche se abbiamo centomila amici fuori pronti a passare del tempo con noi. E' sete di conoscenza, di confronto delle nostre con le vite altrui, di sbirciare e spettegolare, di ridere o piangere sulle nostre e le altrui storie. E' semplicemente un desiderio di vita che si incarna in una sequenza di bit.

Commenti

  1. sarà così però è un peccato che al di fuori del social network la gente si rivolga a malapena la parola :*

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  2. io invece i social network li detesto proprio per l'aspetto pettegolo...non m'interessa sapere cosa fanno i miei amici minuto per minuto, se mi va alzo il telefono e chiamo, oppure come giustamente dici tu, passo a trovarli a casa se posso...però è vero che con internet ci sentiamo meno soli, e questo di per sé è un fatto positivo

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  3. bellissime parole, hai davvero ragione con internet ci sentiamo meno soli, anche se io facebook lo odio.
    L'importante conunque è sapere che nella vita si hanno degli amici su cui poter contare.

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  4. credo che come tutto ci siano le giuste dosi...ben vengano i social network finchè si cazzeggia ma poi la vita vera è fuori da un pc! Su questo non ci sono dubbi...!

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  5. Io non sono ancora stata presa da nessun artificio telematico e continuo a chiacchierare beatamente davanti ad un piatto di spaghetti alle vongole o ad una cioccolata con panna tipicamente invernale.

    Baci

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