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Visualizzazione dei post da 2015

Bilanci.

E' sempre un gioco di guadagni e perdite, il fare bilanci a fine anno.  Mettere il più o il meno per capire cosa si è perso e cosa si è guadagnato.  A me, questo 2015 ha dato tanto. Ma ogni dono, porta dietro di sé anche qualche perdita. E io ho perso. Tempo. Kg. Sonno. Occasioni. Un paio di perle (in realtà, qualcuno in più). Qualche libro che ho prestato. Le sicurezze di una vita. Abbracci che avrei potuto tenere per me, se solo mi fossi voluta un po' più bene. Lenti a contatto. Rossetti. Un po' di stupore. L'illusione del per sempre. La fiducia negli uomini.  Ho guadagnato. Tanto, davvero. Ho le tasche piene di viaggi. Sorrisi. Pugni allo stomaco. Occhi e labbra nuove. Parole dette e non dette. Piccole soddisfazioni. Numeri di telefono. Libri. Consapevolezze. Amiche ritrovate. Poesie di Guido Catalano. 330 pagine di David Grossman. Canzoni di Levante. Incapacità del re-stare. Paure. Sfrontatezza nel dire quello che penso. Caffé ai distributori. Chiacchie

Incontinenza dialettica.

Se c'è una cosa che so fare bene, o quasi, è raccontare.  Parlare. Parlare. Parlare. Per esempio, questa è una di quelle sere in cui mi attaccherei al telefono e comincerei a parlare. Oppure inviterei qualcuno a casa da me, e sdraiata sul divano, con le gambe incrociate, comincerei a sincronizzare i gesti delle mie mani con le parole che arieggiano nella testa. Mi toccherei i capelli, una, due, cento volte.  Oppure mi farei venire a prendere e, con sneakers ai piedi, macinerei km al freddo.  Che poi cosa dovrei raccontare? Niente. Tutto. Tutto quello che mi passa per la testa. Per esempio che sono stressata, stanca e demotivata. Che quando torno a casa, dopo una giornata di lavoro, vorrei solo sparire. Un paio di ore. Oppure fare l'amore, come quella volta in quella villa settecentesca, con quel tipo lì che mai mi sarei immaginata di incontrare. Che ho prenotato un viaggio per Lisbona e non so se ho fatto bene. So solo che è stato l'ennesimo colpo di tes

Da sdraiati, forse, è meglio.

La vita è fatta di cose che non ti aspetti. Le piace tradire i vostri pensieri, le vostre aspettative, i vostri sogni, le vostre attese. Se sulla Moleskine della vostra immaginazione prendete appunti su tutti i vostri vorrei , arriva lei che scombina tutto. Le piace scardinare tutte le porte dei vostri piani. E voi non potete farci niente. Niente. In questo ultimo mese (o forse dovrei dire anno), la vita mi ha sorpreso. Ha cominciato a giocare con il taccuino dei miei appunti esistenziali da un bel po'. Con incontri inaspettati, con porte che si sono aperte da dentro, con universi che ho dovuto scoprire da sola e segretamente custodire, con cose che non avrei mai pensato di fare e invece , con parole mai dette e mai ascoltate, con tutta la lista di quelle cose che pensavo potessero succedere solo nei film o nei libri. Mi sono arresa alla sua imprevedibilità, sentendomi una perdente, quando con la mia razionalità non sono riuscita a gestirla. Però la vita è così. Delle v

Nevischio. [On air #74]

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Io non so perché ma ti muovi dentro me e non so se tornerai io non credo cambierai. E non sai di gelosia nella mia mente sei comunque mia faccio come il nevischio lo sai avermi non potrai. Non cambierò mai di stile non mi vedrai come adesso affondare nel terreno che circonda il tuo viale già, puoi restare senza puoi restare senza. Scoppiare potrei noi insieme così non c'è distinzione vedi sognare vorrei io ci spero e tu si. Prova il vento a muoverci finché ci muove il pensiero tuo sale non è più ieri e tu non ci stare. Mi dirai che senza un fine non ci riesco a stare. Mi dirai che senza un fine non ci riesco a stare senza un fine non ci riesco a stare.  

Presto.

Stamattina la sveglia è suonata prima del solito.  Dovevo essere a lavoro prima delle 8 e ce l'ho fatta, per fortuna. Ho guidato per più di un'ora, riflettendo sulle note degli Afterhours e distraendomi su quelle di Cremonini. Mi aspetta una giornata lunghissima, tra laboratorio e partita allo stadio. Sì, stasera vado al San Nicola di Bari a vedere l'Inter. E non sto più nella pelle. Intanto ho aperto un po' di blog e: 1. Ho una voglia sconsiderata di leggervi; 2. Ho una voglia altrettanto sconsiderata di scrivere. Aspetto solo che qualcuno mi doni un po' di tempo per farlo.

Robe da donne che mi infastidiscono.

Sto pensando che dovrei inaugurare una rubrica su tutti gli atteggiamenti femminili che non sopporto. A partire da quelli delle mie amiche. E credo che la quantità di post aumenterebbe in maniera esponenziale nel periodo premestruo. Premessa: io sono una persona abbastanza tranquilla, ma allo stesso tempo una rompicoglioni inside  - lo ammetto. Cioè non faccio storie di nessun tipo, lascio sempre l'altro libero di comportarsi come vuole nei miei confronti, ma se vedo che tentenni, fai il vago, imbrogli, dici bugie o inventi scuse, divento uno yogurt scaduto. E metto il muso per almeno 24h. Odiatemi, sì. Ieri sera avevo appuntamento con le mie amiche per andare a bere vino in centro, in occasione di una manifestazione. All'appello mancava solo una ragazza che ci ha scritto vi raggiungo. Un vi raggiungo che è arrivato dopo, alla seconda domanda ci sei stasera? Ora direte voi, Michi ma perchè sei così rompicoglioni? Lo so. Ma quello che mi ha infastidito è che la mia ami

Digitalism mode on.

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Sono piuttosto abitudinaria nei miei momenti di pausa a lavoro (in realtà non si tratta di una vera e propria pausa, ma di due ore di incubazione del mio solito esperimento). In ordine sparso: 1.coccolo un po' la macchinetta del caffè e le concedo di viziarmi a sua volta; 2.mando messaggi random su whatsapp; 3.accendo spotify e scrivo; 4.controllo la posta; 5.lavoro, ovvero leggo paper che potrebbero tornarmi utili per quello che sto facendo; 6.mangio (e a dismisura anche). Lo so, sono degna di un Pulitzer del fancazzismo.  Oggi, per esempio, sono arrivata al punto 3. Ho messo su musica elettronica, e non chiedetemi perché, ma ultimamente mi piace più del solito, e ho cominciato questo post. Che in realtà non doveva cominciare proprio così. Ma chi mi legge sa che io soffro di anoressia dialettica quando si tratta di cominciare un post. E se non lo sa, adesso ne sarà consapevole. Che volevo dirvi? Niente. Che oggi sto messa male più del solito. E che la mu

Altrimenti.

Non mi sono persa nel regno di Silent Hill. Una risposta è arrivata, banale, ma è arrivata. L'ho ignorata. Perché era una di quelle risposte inutili che avrei preferito non ricevere. Io mantengo sempre le promesse.  Peccato che quel sempre è durato meno di 12 ore. Mi ha riscritto e mi sono ritrovata a leggere i suoi tormenti autocommiserativi mentre cercavo di sbrigare le mie cose a lavoro. Bipolarismo? Forse. Poi è ritornato in sé e ha rotto tutte le promesse di cui si era fatto paladino. A quel suo a mai più  - che devo ammettere mi ha ferito un po'- è seguito un vorrei vederti.  Eccolo lì, pronto a rimangiarsi tutte le promesse che non sa mantenere. E quindi niente. Non ci siamo ancora visti. Ma mi ha cercato in un numero indefinito di volte, compreso alle 2.55 di questa notte. Forse domani saprò darvi delle risposte. E sì, vorrei vederlo anch'io, altrimenti non gli avrei scritto.

Gli ho scritto.

Negli ultimi anni ho scoperto di avere enormi problemi con la gestione dei sentimenti, i miei . Perché poi quando si tratta di quelli degli altri, dispenso consigli manageriali che Vanity fair - posta del cuore levati. E così oggi, presa dal dubbio amletico gli scrivo o non gli scrivo  ho consultato una delle mie migliori amiche per avere una botta di irrazionalità e sbloccare un po' la mia rigidità cardiaca. - Mary, vorrei scrivergli. Lei mi risponde prontamente: e allora scrivigli! se c'è una cosa che ho imparato negli ultimi due mesi..è di fare e dire e comunicare tutto quello che abbiamo dentro. Tu gli "fai un regalo"...lui poi ne farà ciò che vuole...ma se hai voglia di comunicargli qualcosa...fallo, indipendentemente dalle sue reazioni. Questo è il tipo di risposte che io odio. Perché quando io imploro aiuto su questioni sentimentali mi aspetto sempre che dall'altra parte ci sia una persona più razionale di me a dirmi di fare esattamente il contr

Voglio rivederti ancora.

Uno sbaglio durato un paio di ore. I magoni. Le lacrime. Poi quegli occhi. E quell'uscita teatrale alla quale non voglio arrendermi.

Quando si dice mangiare sano...

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Il mio pranzo di oggi!

12 km.

E' da un po' di notti che dormo male. Vado a letto stanca morta e alle 3 apro gli occhi manco avessi dormito 12 ore di fila. Mi sento carica, ma metto subito a tacere la mia adrenalina sotto le coperte.  Se abitassi da sola, potrei dare sfogo a tutte le cose che mi vengono in mente di fare.  Tipo l'altra notte avrei voluto sistemare i miei armadi, fare una lista di tutti gli abbinamenti possibili da indossare nei prossimi giorni (sì, siamo a livelli patologici, ormai scrivo anche cosa mettere giorno per giorno), scrivere e ascoltare musica. Ma mi sono tristemente limitata a guardare la home di FB e controllare qualche conversazione su whatsapp senza rispondere. Ché la gente se rispondi ad orari inconsueti si fa mille film.  La storia si è ripetuta per 2-3 notti di seguito. Credo sia dovuto al tanto sport che sto facendo in questi giorni. O mi piace pensarla così. Ieri, per esempio, sono andata a correre. Nonostante avessi dormito poco la notte precedente. Non

[Di quelle cose che succedono e...niente, sei contenta]

Ieri è successa una cosa strana. In realtà più di una. E poi, in verità, non così strana. Sono successe delle cose così normali, eppure così estranee alla vita di tutti i giorni che mi hanno fatto pensare a fine giornata che... cazzo , la vita sa sempre come lasciarti senza parole. E magari anche con un sorriso sulle labbra. Ho ricevuto un grazie, nel caos di un ipermercato, che non mi aspettavo. Ho passato una serata con delle persone care. Godendo del bene che un'amica può dimostrarti preparandoti da mangiare. Ho ricevuto una piantina di violetta da un uomo. E no, nessun spasimante impazzito. Solo uno slancio di affetto che mi ha fatto intenerire il cuore. Ho scovato una bugia nell'armadio delle sovrastrutture di un uomo. E allora mi sono chiesta che bisogno c'è di mentire. E che bisogno abbiamo di mostrarci per quello che non siamo se poi c'è comunque chi è disposto a sceglierci. I miei primi dosaggi proteici hanno rivelato, dopo mesi, i risultati attesi.

[Film] Io che amo solo te.

Brevi (almeno spero) considerazioni su IO CHE AMO SOLO TE ( il film ).  Vi avevo già parlato del libro , di cui ricordo con molto piacere la storia ma butterei volentieri nel cesso tutto il resto. Sorry, Luca...ma non è che mi fa impazzire come scrivi.  Comunque, ieri sono uscita contenta e allo stesso tempo con gli occhi umidi dal cinema.  Contenta perché non avevo regalato inutilmente 5 euro all'UCI, avevo sorriso per gran parte del film e mi sono innamorata di Orlando, il fratello dello sposo, interpretato da Eugenio Franceschini (che sarà pure del '91 ma è un figo da paura).  E con gli occhi umidi perché, Io che amo solo te , pur essendo un film leggero mi ha fatto riflettere un sacco, oltre che piangere un pochino. E questo per merito o colpa proprio di Orlando che durante il matrimonio fa un discorso che è vero e non c'è bisogno di aggiungere altro, se non andate a vedere il film.  Quindi le mie brevi considerazioni sul film sono: - es

Quando mi sento sola genero disastri.

Quando mi sento sola genero disastri. Tipo mandare all'aria il mio regime alimentare dietetico.  Tipo ficcare la testa nella dispensa alla ricerca spasmodica di qualcosa che abbia almeno l'odore del cioccolato. Tipo comprare cose che non mi servono per poi pentirmene. Tipo mandare messaggi a persone di cui non me ne frega un cazzo o perlomeno dovrebbe non fregarmene.  Come l'altra sera.  Pioveva e io mi sentivo tremendamente sola.  La pioggia non aiutava il mio stato d'animo e nei miei neuroni aleggiava un desiderio malsano di rivedere una persona che non mi ha dato niente e che, con molta probabilità, mi ha tolto qualcosa. Come il tempo e un indefinito concetto di me.  Ma in quel momento non ragionavo. Vedevo la pioggia scendere sul vetro della macchina e tremavo per il freddo. Nel mentre, continuavo a ripetere una sola frase.  Stasera avrei voluto rivederti.  Non era un desiderio di rivederlo, quanto più di non sentirmi sola in mezzo a quell

Oggi il mio lessico biologico è proprio questo.

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Sono andata al cinema per piangere e invece.

C'è che in questi giorni non voglio stare sola, come spesso succede, così sto facendo di tutto per riempire il tempo quando torno da lavoro.  Lunedì e martedì ho fatto sport e ho visto le mie amiche, ieri, invece, ho deciso di andare a cinema.  Per la sottoscritta, dovete sapere che guardare un film è un evento piuttosto raro. Ancor di più al cinema. Il problema non sono i film, che mi piacciono anche, ma il fatto che io, ferma, su una poltrona anche comoda, per due ore, NON CI SO STARE. Per di più in silenzio.  No, se posso, evito volentieri il cinema.  Ieri sera però avevo voglia di vedere il film di Muccino, Padri e Figlie.  Uno di quei film che, stando al trailer, mi avrebbero fatto piangere un po'. Sì, perché ieri avevo voglia di piangere e dovevo trovare un motivo banale per svuotare un po' i dotti lacrimali, ostruiti da lacrime accumulate per precedenti situazioni. Così ho chiamato una mia amica e le ho proposto il cinema. Tutto questo succedeva du

Stamattina, per esempio, ho di nuovo paura.

Passiamo anni a costruirci una corazza, poi ci accorgiamo, ad un certo punto, che la vera conquista è togliersela. Perché essere indifesi e scoperti di fronte alla vita, forse, è la soluzione migliore. Ci si fortifica dentro più che fuori.  Sì, lo so. Sono tornata con l'ennesimo pippone. Però pensavo a quanta bellezza nascondiamo dietro i nostri scudi. Io, per esempio, ho una corazza spessissima. Una lastra d'acciaio impenetrabile (all'apparenza). Mi piacerebbe toglierla, ogni tanto . Con tutte le sconfitte che ne deriverebbero.  Ché se ci mostrassimo per quello che siamo, forse, saremmo scelti lo stesso. O magari amati. E invece. E invece tornano in gioco sempre quelle fottute maschere. Perché nasconderci ci sembra sempre la soluzione migliore. Quella che appare più indolore. Mah. Io comincio a rovesciare le carte. Comincio a pensare che ho sbagliato tutto. E non posso tornare indietro. Neanche lo voglio. Voglio mettere dei però  come possibilità di scelta, com

MA PIACERE A CHI?

Stamattina mi sono svegliata piuttosto allegra. Ma la verità è che dentro stavo malissimo. Il mio fisico sembrava agire per inerzia. Sono entrata subito in doccia, mi sono lavata i capelli, ho messo le cuffie alle orecchie e ho ballato davanti allo specchio mentre me li asciugavo. Ho scelto con cura cosa mettermi e mi sono truccata cantando If I ever lose my faith in you .  Tutto come se dentro  non mi stesse succedendo nulla. Tutto come se fosse un banale giovedì di ottobre. E invece no. Avevo lo stomaco in subbuglio. E non era per il vino di ieri sera o la torta ai pan di stelle. Avevo un è sposato  incastrato nell'esofago che toglieva respiro al mio stomaco. Cazzo, io le bugie non me le merito.  Ma la cosa che mi fa più male è che chi mi gira attorno dovrebbe sapere che è meglio palesarsi subito con me, ché se voglio una cosa me la faccio piacere lo stesso con tutti i difetti che ha, che delle etichette mi piace leggerne il senso ma poi sovvertirlo. Che,

Mi merito solo uomini che

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Negli ultimi tre anni la mia vita sentimentale è stata un disastro. A volte divertente, altre volte noioso, altre volte pericoloso. Insomma, i disastri possono avere mille sfumature e i miei insuccessi sentimentali ne sono la dimostrazione.  A parte la storia con testadic , forse l'unica degna di nota, che mi ha portato via un pezzettino di cuore, così piccolo da non accorgermene subito ma sentirne le conseguenze dopo, tutti gli esemplari maschili che ho incontrato non hanno trovato una collocazione, se non provvisoria, in nessuna parte del mio corpo.  Forse qualcuno si è infilato nei miei ormoni, qualcun altro nel mio stomaco e qualcun altro nella mia vagina.  Gli ultimi esemplari sono quelli che sono andati via per primi.  Sono quelli per cui mi è partito subito l'ormone e, per evitare che mi partisse altro, ho bruciato tutte le tappe in poco tempo.  Mi sono difesa così negli ultimi anni. Non me ne fregava niente di nessuno.  Una mantide che faceva fuori

Sono in quella fase del mese in cui il mio progesterone potrebbe fare seri danni.

Oggi mi sono svegliata un po' rotta di cazzo. Bonjour Finesse! Scusate, ma sono in quella fase del mese in cui il mio progesterone potrebbe fare seri danni. Dovrei contenermi e siccome non ne sono capace, cerco di stare il più possibile lontana dal mondo. Non sopporto le mie amiche. Tutte. Davvero. Qualcuno mi ha detto che sono cinica con le donne . Sì, ditemi voi come si fa con: -quella che, magra come una mazza di scopa, si è fissata con lo sport perché deve rassodare il culo. Eh va beh, io le ho detto che rischia l'anoressia dei neuroni se continua così. -quella che, da un periodo di mesi indefiniti, scopa con il figo di turno ma che alla domanda proviamo ad avere una storia  , mette nelle gambe la stessa adrenalina di Forrest Gump. Lei piange, mi scrive su whatsapp e io lì a ripeterle ogni giorno di darci un taglio. Va beh, io non faccio testo. Ho un periodo di autonomia molto limitato con gli uomini, quindi uno così lo avrei mandato a cagare dopo qualche settimana.

Ragazzotreno.

Io e ragazzotreno  non ci siamo lasciati nei migliore dei modi. Premesso che non c'è mai stato nulla tra noi, se non qualche pomiciata sbarazzina tra i corridoi del dipartimento e tante coccole in treno, con meccaniche del tutto naturali abbiamo deciso che forse era meglio lasciar perdere. E ci è venuto bene ignorarci. Poi l'estate e la lontananza hanno fatto il resto. Fino a sabato scorso, dove per qualche manciata di minuti gli estrogeni mi hanno tirato un brutto scherzo. Tra la folla, ho visto un viso familiare....era il suo. Il sistema ormonale se ne è andato leggermente in tilt e ho disobbedito a miss razionalità. Sì, perché ragazzotreno è il più bel ragazzo che io abbia mai baciato. Uno di quelli che ti scombussolano l'ipofisi al solo sguardo. Ci siamo visti, sorrisi e siamo andati l'uno verso l'altro. Mi sono rifugiata tra le sue spalle come se fosse la cosa più naturale del mondo e abbiamo scambiato qualche parola di circostanza. Non l'avrei mai

Volevo.

Volevo scrivere un post. Uno di quelli belli pesantucci che solo una serata apatica passata sul divano può produrre. Volevo, poi però, strada facendo ho perso il filo del discorso. Nella maglietta troppo bagnata di sudore, nei nodi dei capelli da sciogliere, in una canzone di Ligabue che non sentivo dall'estate scorsa, in una foto di lui con una maglietta giallo fluo, nell'ultima e seconda volta che l'ho visto, nel sorriso di Rosso Malpelo, in una scatola di Grisbì al limone divorata in poco tempo, negli innumerevoli sensi di colpa che, come i kg di troppo, si sono fermati sui fianchi. Ho perso le cose da dire, i pensieri che mi porto in borsa da qualche giorno e quelli infilati di fretta nelle tasche dei jeans. Siamo alle solite, penso troppo. E dovrei cominciare a smettere. Ma credo di essere poco allenata. Per fortuna giunge la stanchezza a spegnere tutto. E così rimango con le cose da dire perse chissà dove e un post che forse non dice nulla ma che nasconde tanto.

Alla fine dell'estate ti rimane dentro il sapore delle libertà che in fondo hai scelto.

Prima della mia partenza, scrivevo che, in fondo, il cambiamento che segue dopo un viaggio, in realtà, avviene molto prima.  Per me è cominciato all'inizio di luglio, quando ho deciso di andare in vacanza da sola.  E' stata un po' una scelta azzardata, ma che in realtà celava un desiderio che mi portavo dietro da tempo. E così il 21 agosto sono partita per Dublino e Parigi, lasciando a casa chi, incredulo, mi ha chiesto ma sul serio vai da sola? Sì, sono partita da sola. Ed è stato bellissimo. Dieci giorni -con dei piccoli intervalli irlandesi in cui ero con una mia amica- in compagnia di me stessa.  Inutile prenderci in giro : viaggiare soli è bellissimo, ma la sera io ho sofferto la solitudine .  Niente di grave, sono sopravvissuta, ma ho dovuto far quadrare i conti delle mie parole. Insomma, se siete affette da attacchi di logorrea, meglio che vi troviate qualcuno con cui passare la serata o vi ritroverete come la rincoglionita qui presente dall'altra

Chiuso per ferie.

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Non si torna mai uguali dopo un viaggio. Ma la verità è che si cambia ancor prima di partire. Questo blog osserva un doveroso periodo di ferie.  Ci vediamo a settembre!

Quella sbagliata.

L'altra sera ero al solito locale notturno dell'ameno paesello ( banana gialla ).  Un locale che io amo tantissimo per svariati motivi e che non mi stanca mai, sebbene lo frequenti da una decina d'anni. Diciamo anche la verità: è un locale dove ci si mette in mostra e si flirta tantissimo. E devo ammettere che le due cose insieme non mi fanno affatto schifo, anzi. Mi divertono tanto, ovviamente se assunte nelle giuste dosi. L'altra sera ero, appunto, in questo locale appoggiata ad una delle scale da dove si vedeva benissimo la situazione (per la serie, se dobbiamo metterci in mostra, facciamolo bene ).  Non ero al massimo del mio splendore, ma i capelli in piega e le labbra rosse hanno saputo fare la loro parte. Dopo essermi sistemata, io e i miei amici, in questa collocazione provvisoria ma molto in vista, un tipo, che era accanto a me, mi ha dato il la per cominciare una conversazione.  Su cosa, non lo ricordo esattamente, ma non erano discorsi profon

Con una data di scadenza stampata sul palmo della mia mano.

E' il 14 agosto e lo so che siete tutti al mare, dovrei esserci anche io...e infatti tra un po' ci vado.  Ma mi sono alzata con uno strano magone addosso, tanto per cambiare.  E' sempre colpa di quei messaggi che arrivano al momento sbagliato e che mi ricordano tutta la miseria di cui sono capace.  Prima, un messaggio del mio capo che mi diceva di smetterla di cambiare immagine su whatsapp...no, per fortuna era solo un brutto sogno, ma potete immaginare lo spavento nel svegliarmi con quest'ansia inutile addosso.  Poi, ho controllato sul serio il telefono. E sì, c'erano dei messaggi. I suoi  messaggi. Avrei tanto voluto non leggerli, ma come facevo? Sono giorni che aspetto la sua voce, e sì, sono patetica perché io di queste caramellate di tenerezza non ne sono capace. Ma capita che, ogni tanto, pure io voglio sentirmi come gli altri, desiderosa di affetto e dirlo . E niente, ho letto questi messaggi e in un attimo sono passata dalle braccia di Morfeo a qu

[Libri] Letture estive e non.

E' da un po' che non recensisco le mie letture. Ne ho accumulate un bel po' in questi mesi e così, apparentemente priva di argomenti per questo blog, ve le recensisco.  LE AFFINITA' ALCHEMICHE - Gaia Coltorti Comincio con il dire che questo libro non mi è piaciuto affatto. Ma mi sono impegnata nel portarlo a termine, andando contro il mio mantra la vita è troppo breve per leggere libri che non mi piacciono.  Ha una trama affascinante per alcuni versi, ma non appena lo si comincia a leggere va via il desiderio di portarlo a termine. Almeno per me è stato così. Scritto in seconda persona singolare (e già qua non va bene), il libro è ambientato a Verona -motivo per cui mi ha attirato- e parla di due diciottenni, fratelli gemelli, Giovanni e Selvaggia.  Giovanni ha la sua vita, i suoi amici, i suoi allenamenti in piscina e vive a Verona con il padre. La bella Selvaggia, invece, vive a Genova, fino a quando sua madre, intenta a ritornare con l'ex marito -pa

Per fare a meno di te.

Vorrei contare i giorni in cui riesco a fare a meno di te.  Con precisione, segnandoli uno per uno sul calendario delle parole non dette.  Ad ogni giorno ci aggiungerei una frase da dedicarti che non ti scriverò.  Ogni giorno mi ricorderò che le distanze non sempre fanno male.  Che le parole non dette nascondono grandi verità. Che si respira lo stesso, anche se sembra che ti esploda il petto.  Che per meritarsi qualcosa di grande, bisogna essere grandi . Ogni giorno segnerò quel numero in rosso, facendo un passo in avanti senza avere la tentazione di tornare indietro, neanche per prendere la rincorsa.  Senza avere il rimpianto di non poterti guardare mai più. Ogni giorno imparerò a fare a meno di te, per avere più bisogno di me.

Agosto.

Ho ripreso ad ascoltare Ligabue. Non lo facevo da un bel po'.  Conosco perfettamente il motivo di questo ritorno musicale a canzoni che ho odiato e amato allo stesso tempo. Così come conosco benissimo tutti i modi per sentirmi vicina e dentro contemporaneamente a quello che non mi appartiene, ma che -in fondo- vorrei mi appartenesse.  E così adesso mi sono messa in testa che fare un salto a Campovolo il 19 settembre non sarebbe una cattiva idea (se solo trovassi una compagnia). Sono in ferie, anche se con la testa non ho ancora staccato del tutto. Sono preoccupata per il mio lavoro e per il mio futuro in generale. Ho provato a non pensarci, ma i problemi se non li risolvi, ritornano. E, in fondo, settembre arriva subito. Ergo, urge trovare soluzioni. O perlomeno la pace dei sensi.  Niente paura, ci pensa la vita, mi han detto così. Parafrasando Liga. E spero davvero che la vita offra risposte e soluzioni che da sola mi è difficile trovare. Per fortuna tra venti gio

Post-it #27

A volte penso che noi uomini non siamo fatti per le cose semplici. Amiamo complicarci la vita, perché è nelle cose complicate che definiamo i confini della nostra confort zone.  Sarebbe troppo noiosa una vita lineare.  Per esempio, oggi, ho una gran voglia di attaccarmi al mio iPhone e scrivere quei messaggi di cui potrei pentirmi due secondi dopo. Ma lo voglio fare perché è quello che sento. Poi, però, Mr Cervello entra in gioco e mi dice: Michi, aspetta.  Il tempo, a volte, è la tomba dei desideri. Sì, devo aspettare...ma cosa? Nel frattempo mi spengo un po', metto le Nike e vado a smaltire i miei pensieri al mare. 

Un'esplosione al petto.

C'è un pezzo di cuore rimasto in quell'appartamento in Borgo Roma, tra l'odore di pittura e il puzzo del fiume di sotto. Un altro è rimasto in laboratorio tra il tanfo dei topi e i sorrisi accoglienti dei miei colleghi. Un altro ancora tra le vetrine di Via Mazzini e i sentieri del parco San Giacomo. Verona, sempre lei torna prepotente nella mia vita. Mi ricorda chi sono e quello che posso dare. Mi ricorda tutto quello che adesso non sto esprimendo. Quello che potrei fare e quello che potrei essere. Un'esplosione al petto difficile da controllare.

Let me be your first time.

...sai la sabbia...è vero, si infila dappertutto ma....tu hai mai fatto l'amore sulla sabbia? Ho gli occhi pieni di disagio, mentre lo guardo raccontare tutti i suoi desideri su di me. No. Let me be your first time. Maybe. C'è il mare di fronte, qualche stella in cielo e la musica a tutto volume alle nostre spalle. E' la classica sera d'estate, dove si sta benissimo sugli scogli a pomiciare come due quindicenni. Sei il self control in persona. Lasciati andare. Non posso, perché non so se voglio.  Non so come far uscire le parole, sono proprio bloccate all'altezza del petto. Lentamente abbasso le difese e anche le aspettative. Comincio a cedere. Piano.  La luce mi permette di memorizzare tutti i suoi lineamenti, me li voglio ricordare, così come mi voglio ricordare tutto quello che mi dice. Non ascolto certi discorsi da anni, sarà per quello che faccio fatica a fidarmi.  Nel frattempo guardo le luci riflettersi nel mare e vorrei spa

Abbi cura di te.

Mi avvicino alla finestra e sposto la tenda. Tu sei steso sul letto e dormi beatamente. Non ti accorgi del vuoto lasciato da me sul lato destro. Osservo il traffico che scorre di sotto, non pensavo che di notte ci fossero così tante anime in giro. La città si colora con tutte queste macchine e luci e da lontano io riesco a vedere il buio del mare. Percepisco il suo odore e per farlo mio respiro più forte. Appoggio la fronte al vetro e mi accendo una sigaretta. Lo so, non sopporti il fumo. Ma dopo questa notte ho così tanta adrenalina che voglio sbagliare un po'. Con il mio cuore, con il mio corpo e con te. Ti vedo riflesso nel vetro, continui a dormire e ti invidio un po'. Hai il viso segnato da quella serenità che vorrei fosse un po' mia. Apro la finestra per far uscire il fumo e noto con la coda dell'occhio la tua mano distendersi dalla parte destra del letto. Senti il vuoto e apri gli occhi. Non mi giro, ma avverto tutta la geografia dei tuoi movimenti. Con

Tutta colpa di Mary.

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C'è che ogni tanto mi prendono dei momenti di angoscia esistenziale ingiustificati. Penso al futuro, proprio nel momento in cui il presente che vivo mi piace e mi fa stare bene. Eppure fermare la macchina dei pensieri che scorre a tutta velocità non è affatto impresa semplice. Niente. Io devo vivere inquieta, altrimenti non vivo . Devo pensare al dopo, andare sempre oltre, farneticare l'impossibile. Sono questa, devo arrendermi. Mi porto dentro questo groviglio di pensieri e lo nutro ogni giorno come posso, come fosse una pianta bisognosa di acqua costante. Le radici nella pancia e i rami nella testa.  Per fortuna è estate e riesco a mettere da parte le mie paturnie per un po'. Almeno nel weekend, quando mi allontano da tutto e tutti. Persino da me. Ieri, per esempio, è stata una serata leggera. Quelle sere che non programmi e che sono le migliori. Sono uscita con tre mie amiche marchigiane. Le ho portate in un locale sul mare. Abbiamo bevuto, quel

Da quell'invito....[continua dal post precedente]

Il pomeriggio afoso mi ha dato tempo di riorganizzare i pensieri. Dopo quell' invito , ho mollato il lavoro e sono tornata a casa. Non so perché reagisco così male quando qualcuno mi posa gli occhi addosso. Non sto esagerando, ma se avessi avuto caffè e sigarette a portata di mano mi sarei drogata. Mi si è chiuso lo stomaco e non per uno sciocco invito. Nella mia testa si sono districate ragnatele di pensieri. Forse non dovevo flirtare, forse dovevo mettere più distanze di quante non ne abbia già messe. Dove sbaglio e perché. Cosa c'è in me che non va.  Perché non sono come tutte le altre. Forse devo smetterla anche con tutte queste pippe?  Sì, sto andando oltre come al solito. Il problema è che forse non mi piace abbastanza. Ma chi l'ha detto che deve piacermi? Ci posso uscire tranquillamente, marcando un'eventuale friendzone . E se invece scoprissi che mi piace sul serio? Ecco, lì sarebbero cazzi. Non in quel senso eh. Perché se di testa, il ti

Un invito a cena.

Ho ricevuto un invito a cena da un tipo con il quale flirto da un mesetto. Amico e compagno di viaggio di ragazzotreno . [ è una storia lunga, magari un giorno ve la racconto ] Mi è venuta l'ansia. Ma non ho detto di no. Ora sono nel pallone più totale. Perché non voglio complicazioni. Perché avverto il desiderio di fuggire senza dare spiegazioni. Perché io non sono abituata ad uscire con un uomo a cui piaccio. E tanti altri perché.

Di quelle albe che non ti aspetti.

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[ L'odore del sesso - Ligabue ] Le persone normali vanno a letto ad un orario consentito per legge e, dopo 7-8h di sonno, si svegliano per affrontare le loro vite.  Io vado a letto alle 6.30 e dopo 3 ore sono in cucina che preparo la mia colazione rigorosamente bio. Crollerò, ne sono certa, perché non posso restare con 3h di sonno durante il giorno.  Non so cosa mi tiene sveglia, ormai ho smesso di litigare con il mio orologio biologico da un bel po'. Stamattina ho visto l'alba, e non solo sul display del cellulare. In un posto bellissimo, nuovo, che credo sarà il mio angolo di solitudine per i prossimi mesi.  Mi ci ha portato testadic .  Come  non lo so neanche io.  Se ci fossimo dati appuntamento, avremmo trovato ognuno delle scuse per rimandare. O forse no. Comunque, io non lo sentivo dal 12 aprile .  Lo ricordo benissimo quel giorno, perché dopo esserci salutati in aeroporto, ho cancellato tutti i riferimenti che potessero ricondurmi a